di Nicola Lillo

Sono ancora tante le sorprese che la “cricca” di Bertolaso e soci continuano ad offrire. Il nome di un altro ministro dell'attuale governo è infatti nelle nuove carte dell'inchiesta sugli appalti dei Grandi Eventi. Stiamo parlando di Sandro Bondi, ministro dei Beni Culturali. Gli atti della Procura di Firenze rivelano legami tra società, dubbie nomine ministeriali e, inoltre, possibili collegamenti con Cosa Nostra.

Ma andiamo con ordine. Nella ricostruzione della vicenda da parte del Corriere della Sera e La Repubblica emerge che nel dicembre del 2009 “Salvo Nastasi, capo di gabinetto del ministero dei Beni Culturali, comunica ad Angelo Balducci la distribuzione degli incarichi per l'appalto del lavoro di restauro dei Nuovi Uffizi”. Incarichi distribuiti con il placet del ministro Bondi: Mauro Della Giovampaola “soggetto attuatore”, Enrico Bentivoglio “responsabile unico del procedimento”, Riccardo Miccichè “direttore dei lavori”. Secondo il ministero è una “buona squadra”. Di diversa opinione invece De Santis, il quale parla al telefono con Bentivoglio. Inizialmente si lamenta di Della Giovampaola, per poi parlare di Miccichè.

Bentivoglio: “tu lo sai chi hanno nominato direttore dei lavori? Il siciliano”
De Santis: “Miccichè? Non ci posso credere!”
Bentivoglio: “si... “di comprovata esperienza e professionalità”..lui è lui”.
De Santis: “quando lo vedo gli dico: siamo proprio dei cazzari guarda, siete proprio dei cazzari..andate in giro a rompere il c...”
Bentivoglio: “ma ti rendi conto? Quando siamo andati che ci stava pure Bondi..abbiamo fatto la riunione l'altro giorno..siamo tornati in treno..c'era pure Salvo (Nastasi, ndr) allora stavamo un attimo da soli e ho fatto “Salvo ma siamo sicuri di coso, qua del siciliano?” “sì non ti preoccupare..poi io c'ho un fatto personale che tu non c'hai”. Dico: “Tutto il rispetto perchè è una persona in gambissima, ma gestire un lavoro del genere”.
De Santis: è un bordello aho!

In effetti Miccichè non sembra essere munito di particolare esperienza in quel settore. Ma chi è Riccardo Miccichè? Ingegnere agrigentino, con competenza nel ramo del management di aziende specializzate nella “preparazione dei terreni per erbe e piante officinali” e nella “attività di parrucchiere per donna, uomo, bambino, di manicure e pedicure”, è stato uno degli amministratori della società Erbe Medicinali Sicilia, e socio della Modu's Atelier, che si occupa proprio di parrucchieri e manicure. Di sicuro un soggetto non di “elevata e comprovata esperienza”, ma al quale è stato comunque affidato un appalto di 29 milioni e mezzo di Euro.

Come mai è stato chiamato proprio lui? Sicuramente ha amici che contano, come Mauro Della Giovampaola e Francesco Piermarini, il cognato di Bertolaso, con cui lavorò a La Maddalena come “rappresentante della struttura di missione”. Ebbe contatti anche con Diego Anemone. Ma c'è un aspetto inquietante che riguarda Miccichè: suo fratello. Fabrizio Miccichè è, infatti, il responsabile tecnico della ditta Giusylenia srl, che si occupa di appalti pubblici. Una impresa “sotto il controllo di esponenti di Cosa Nostra agrigentina”, accusati di aver favorito la latitanza di Giovanni Brusca. Il socio di maggioranza è Antonio De Francisci, lo stesso nominato in un dattiloscritto sequestrato durante l'arresto di Brusca nel 2006, in provincia di Agrigento. Brusca ha riferito di averlo ricevuto da Bernardo Provenzano, all'epoca latitante. Il testo diceva: “Lavoro De Francisci”. Ha affermato, inoltre, di riferirsi “a quello che ha fatto lavori nel paese di Corleone. Questo qua ha uscito la tangente e io per come sono stati, glieli ho fatti avere a Bagarella”.

La domanda sorge spontanea: per quale motivo è stato scelto un personaggio con questi rapporti e con competenze così diverse dal necessario, sia per il G8 sia per gli Uffizi? Con un comunicato, Sandro Bondi riferisce che “alcuni quotidiani danno il meglio di sé nell'esercizio di lordare anche la mia onestà. Io, appena ho avuto conoscenza delle indagini, ho revocato immediatamente il commissariamento per agevolare il lavoro della magistratura, proprio perché non ho nulla a che fare con faccende e faccendieri di cui si parla”. Bondi sembra abbia ammesso di non aver mai conosciuto né sentito nominare l'ingegnere-parrucchiere-fratello di un imprenditore con legami mafiosi. Sarà come dice il ministro, ma è chiaro che sia dovere di un ministro della Repubblica essere a conoscenza di ciò che avviene nel proprio ministero.

 

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