di Rosa Ana De Santis

Adesso è l’amore che prevale. L’odio conseguentemente arretra e, con l’avanzamento dell’amore, è il clima che si fa migliore. No, non è l’ennesima banalità della rubrica di Alberoni: è il nuovo corso del sentimento politico italiano. Che parli d’amore chi lo compra e che combatta l’odio chi lo fomenta, sono dettagli; inutili orpelli fastidiosi che si frappongono tra le parole e i fatti, creando inopportune richieste di coerenza. L’amore, quello che va ora per la maggiore, è una straordinaria trovata di comunicazione a fini pubblicitari. Quasi come lo fu Forza Italia (chi è l’italiano contro l’Italia?) o il Popolo delle Libertà (chi è che non vuole libertà?), il nuovo claim tende ad uniformare i gusti prima delle opinioni, contrapponendo l’odio all’amore (chi è che potrebbe detestare il sentimento più bello per eccellenza?).

Lo smemorato di Cologno, come lo chiamavano al tempo del Lodo Mondadori, non ricorda di aver apostrofato come “coglioni” gli italiani che votavano per il centrosinistra; di aver dato degli “assassini” e dei “farabutti” ai magistrati che indagano sulle sue avventure finanziarie prima della sua “discesa in campo”; di aver definito “kapo’” l’eurodeputato Shultz che chiedeva conto del suo agire; delle dichiarazioni dei suoi fedeli tipo Gasparri; degli insulti di Brunetta nei confronti dei lavoratori pubblici - fannulloni se impiegati, panzoni se poliziotti - o dei cortei dei suoi aficionados con le bare dedicate a Prodi. E, quasi certamente causa medesima sindrome, deve aver dimenticato i delicati titoli del giornale famiglio e del suo direttore, che per cause ancora da accertare non è stato radiato dall’Ordine dei giornalisti. Roba vecchia, acqua passata, quello era amore ai tempi del colera: adesso é un’altra storia.

In un messaggio natalizio indirizzato alla comunità di Don Gelmini, il nuovo Cavaliere in odor di santità si è detto certo che “nel 2010 il governo proseguirà sul cammino delle riforme, per le quali ha avuto il mandato della maggioranza degli elettori". Dev’essere l’effetto dei postumi dell’impatto con la statuetta del Duomo, perché in verità lui ha avuto solo il 37 per cento dei voti, cioé meno del 20 per cento degli italiani; ma fà lo stesso, grazie alla legge porcata di Calderoli. Ha anche aggiunto che il 2010 sarà l’anno nel quale il governo “sconfiggerà la droga”, e questo a Tarantini deve aver procurato qualche sobbalzo...Per motivi di sicurezza, intanto, la fermata dell’autobus di Via del Plebiscito, a Roma, di fronte a Palazzo Grazioli, é stata soppressa: le persone comuni sono rischiose, nessun problema invece per le ospiti del palazzo, che arrivano notoriarmente in macchine con i vetri oscurati.

Dunque il Cavaliere nero si trasforma in rosa, mentre nell’opposizione (grigio plumbeo) si litiga tra chi dovrebbe odiare e invece dialoga e chi dovrebbe amare e invece odia. Ratzinger non ha voluto essere da meno. All’Angelus della scorsa settimana, nel saluto in lingua italiana, il Papa tedesco ha fatto appello all'«amore vicendevole e alla reciproca comprensione». I due, uniti dall’essere vittime a distanza di pochi giorni dall’attacco del comodo psicolabile di passaggio, si presentano alle folle accomunati dall’ingiustizia subita, dalla santità del perdono e forti della obbligata solidarietà di tutti, amici e nemici.

Ancora dolente per le critiche ricevute al processo di beatificazione di Pio XII dalla comunità ebraica e da tutti coloro che hanno studiato un po’ di storia, Ratzinger ha trovato comunque sotto l’albero la promessa del governo italiano di aumentare l’impegno per soddisfare i desiderata d’Oltretevere nella compressione ulteriore del libero arbitrio degli italiani. Ci aspetta quindi un nuovo anno vecchio come e più di quello passato, con il lupo che si finge agnello e il pastore che si conferma lupo. Il gregge, è proprio il gregge che non si accorge del pericolo che preoccupa.

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