di Rosa Ana De Santis

Ebbene sì, le parole dense di allarmismo del Presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, hanno trovato considerazione. C’è l’ok di Palazzo Madama all’indagine sulla pillola RU486 e sull’aborto chimico. Obiettivo dei lavori dovrà essere quello di cogliere eventuali incongruenze o ingiustificate derive applicative del farmaco rispetto alle linee della 194. Nella sostanza di questa indagine, che non può aggiungere alcun dato realmente tecnico alla decisione dell’AIFA, ci sono due silenti tentazioni politiche che vale la pena valorizzare.

La prima, come sintetizza la senatrice radicale Donatella Poretti, è quella di rivedere l’intero corpo della legge 194 scegliendo un metodo di revisione progressiva che non sia frontale e di forte impatto sulla cittadinanza. Si parte dal dato tecnico, quello che sembra più specifico, quello che sembra poter compromettere la salute delle donne, proprio per insidiare un capitale di libertà e un diritto soggettivo che grazie a quella legge é diventato garantito per tutte le donne in assoluta autonomia.

La seconda aspirazione, un tipico distillato di paternalismo nostrano, è quella di riconoscere alla politica la legittimità di un’invasione totalizzante in ogni campo. A quale titolo il Senato all’unanimità, tranne qualche voce dissonante dell’opposizione, mette in moto un’indagine conoscitiva su questo farmaco? L’indagine sulla RU486 parte - solo ed esclusivamente - per le ragioni etico-morali che l’utilizzo di questa pillola rimanda e pone. Se il criterio fosse davvero quello invocato della salute, allora dovremmo assistere – inverosimilmente - a fiumi di indagini sui tantissimi farmaci, che con facilità ben più insidiosa della RU486, entrano nelle nostre case ogni giorno. La possibilità di un aborto restituito con più fluidità a ogni singola donna, senza la mediazione dell’atto chirurgico, è il vero mostro da governare.

La relazione durerà 60 giorni e avrà come relatori l’on. Calabrò, già autore del lodo liberticida sul testamento biologico, e l’on. Dorina Bianchi, portavoce di una corrente fuoriuscita per distrazione dall’UDC e depositata sul Partito Democratico. Il Presidente della commissione Sanita' del Senato, Antonio Tomassini, ha già annunciato le prime 3 audizioni tra il Ministro Sacconi e i vertici AIFA. La sensazione che ben esprime la Finocchiaro, definendo “pretestuoso” il motivo addotto per iniziare questo percorso di approfondimento, é che si lavorerà per impedire l’utilizzo della RU486 esattamente come il tavolo trasversale di studio sul testamento biologico è servito a rafforzare la legittimità del testo Calabrò e il divieto d’interrompere alimentazione e idratazione forzata.

L’ipocrisia procedurale è la stessa. I dati tecnici li ha forniti l’AIFA e nulla di scientificamente rilevante potrà aggiungere la politica, se non commenti e allarmi sul piano etico che serviranno strumentalmente ad alimentare dibattiti e polemiche, timori e pericoli con il rischio abituale di rimanere impaludati. Non ci sorprende il siparietto e non è solo per colpa dell’inquinamento del cattolicesimo romano. Il vizio di forma della vita politica italiana è quello che appiattisce e nutre la funzione legislativa dello Stato a totale svantaggio dell’autonomia personale, appiattendo la legge sul senso del buono, più che sul valore del giusto. Il Parlamento tramortito dalla seduzione del pater familias. Una serie di trappole concettuali che hanno finito per svuotare ogni cittadino della propria autonomia decisionale e nel tempo di ogni maturità morale.
Gasparri vince - per ora - con il suo proclama sulla difesa della vita. E Il Parlamento lavora per un Paese di cittadini bambini. Presi per mano, guidati e ammaestrati con l’alibi indotto di rimanere privi di responsabilità morale. Nessuna paura, ci pensa papà.

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