di Mariavittoria Orsolato

Tra i tanti divorzi celebri del 2008, da quello di Madonna alla nostra personalissima “guerra dei rossi” - parafrasando con spirito cinefilo la querelle correntista del Pd - spicca nel nostro stivale un fenomeno politico che, se ancora divorzio non è, è sicuramente separazione in casa: stiamo parlando del pluriennale ma ormai dissolto connubio della destra italiana con San Pietro. Il Pdl non è nuovo alle tirate d’orecchio vaticane, già a luglio i vescovi avevano giudicato “deprecabile” l’idea di prendere le impronte ai bimbi rom; a settembre poi la Santa Sede ammoniva duramente il governo per la scarsa considerazione nei confronti dei rifugiati. Sulla stessa lunghezza d’onda l’editoriale di Famiglia Cristiana firmato da Beppe Del Colle, con cui l’organo di stampa dei paolini ha aperto l'edizione scorsa del suo settimanale. Nell’articolo si puntava l’indice contro la nuova ed aggiornata versione del fantomatico pacchetto sicurezza targato Maroni: “Indegno di uno stato di diritto”, questo il giudizio che Famiglia Cristiana riserva alla proposta di legge al vaglio del Senato nei prossimi giorni. I punti fondamentali su cui è basato l’attacco di Del Colle sono tre: le ronde, il permesso di soggiorno a punti e la schedatura dei senza fissa dimora, considerate “misure inulti rispetto ai fini cui sono rivolte” e difficilmente applicabili “ da parte di uno stato la cui giustizia e la cui burocrazia già faticano a tenere il passo delle normali incombenze”. Non pago di aver sbeffeggiato il ferro di cui il pugno duro del superministro dell’Interno è fatto, Del Colle si spinge in una considerazione decisamente coraggiosa per i tempi che corrono e, riguardo alla bontà delle misure contemplate dal pacchetto, specifica che “esse scontano le conseguenze di un'esagerata descrizione della realtà, come ha dimostrato il caso suscitato dalla decisione, presa nel giugno scorso da Maroni, sul rilevamento delle impronte digitali ai bambini rom”. Più che un’affermazione, una sveglia per chi - ancora intorpidito dai vari casi di cronaca - crede di essere in un paese a rischio sicurezza, nonostante le classifiche internazionali certifichino la nostra penisola come uno dei luoghi più sicuri del mondo civilizzato.

Ma torniamo alla pietra del nostro scandalo tutto incenso e carroccio. Tra le tante misure restrittive del pacchetto leghista, il settimanale paolino ne denuncia una che toccherebbe non solo i fantomatici immigrati sia “regolari” che “clandestini”, ma anche diversi cittadini italiani che vivono fuori dai canoni di quella che chiamiamo dimora: secondo il disegno di legge infatti, tutti i clochard - stavolta senza distinzioni - andranno identificati e schedati dalle forze dell’ordine, non importa se il domicilio a cui verranno assegnati sarà una panchina o un portico. Insomma la schedatura dei senza fissa dimora rischia di diventare come quella dei nomadi, assolutamente fine a stessa.

Nel frattempo a Montecitorio, la discussione sugli emendamenti slitta a metà dicembre, dopo la finanziaria. “La decisione di rinviare l'esame del testo¬ - spiega ufficialmente il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito - é stata presa perché, se si vuole esaminare un provvedimento estraneo alla finanziaria durante la sessione di bilancio, lo si deve fare con l'unanimità di tutti i gruppi parlamentari”.

Requisito che in questo caso é mancato, dato che non tutti all’interno della maggioranza la vedono come i seguaci di Alberto da Giussano, a cominciare da Alleanza Nazionale. Il ministro La Russa è il primo a vuotare il sacco: “La questione delle ronde e' solo un effetto annuncio. Che comunque - aggiunge - qualche problema lo creerebbe se le cose non funzionassero. In più si correrebbe il rischio che passi l'idea che lo Stato non riesca a far fronte ai problemi di controllo del territorio”. Dai sussurri di palazzo pare che anche la stessa Forza Italia mal tolleri il fondamentalismo padano dei leghisti: sarebbe stato lo stesso Berlusconi, in un tete-a-tete ad Arcore, a pregare il leader celodurista di mollare un po’ la presa sul provvedimento che tanto sta facendo scalpitare porporati e teodem. Va bene il federalismo ma per perseguitare gli immigrati ci sarà tempo, altri 4 lunghi anni.

Ma la Lega non ci sta. Benché in conferenza dei capigruppo sia stata costretta ad accettare la decisione delle altre forze politiche, pare sia piuttosto contrariata per lo stop imposto. Il presidente dei senatori Federico Bricolo, infatti, parla di “accordo disatteso” e accusa il Pd e l'Idv di aver rallentato i lavori perché troppo impegnati ora a baruffare sul presidente della commissione di Vigilanza Rai e su un posto in consiglio di presidenza del Senato. “Nessun timore però - assicura Bricolo - perchè i senatori del Carroccio sono determinati a far approvare il disegno di legge sicurezza comunque e nonostante l'ostruzionismo dell'opposizione”. Ma forse qualche timore lo si dovrebbe avere.

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