Un milione e 250.000 Euro nascosti in case e trolley, 3 arresti e indagini in corso che allargano il campo. Lo scandalo dei fondi del Qatar a eurodeputati per produrre una immagine democratica dell’emirato è già stato deglutito e assorbito con un accordo tra socialisti e popolari. Fanno muro per tutelare ognuno la propria parrocchia e monitorano quello che potrebbe assumere, ogni giorno che passa, una dimensione maggiore.

 

L’obiettivo è limitare l’azione della magistratura, che pure per qualche settimana dovrà proseguire; l’intenzione è ridurre i fatti a contingenza e non a costume consolidato, garantendosi così reciprocamente la riduzione del danno, che risulterà questione di alcuni e non un modo di procedere, derubricandolo a responsabilità ad personam e non al sistema. Decisivo sarà aggirare la questione di fondo, ovvero la permeabilità alla corruzione di singoli o gruppi di deputati, trasversali a tutte le forze politiche. Dopo la prima settimana di indagini e copertura mediatica, abbiamo già esaurito in quella deputata all’indignazione; ne arriverà una di dibattito astratto e quindi si assorbirà il tutto senza nessuna conseguenza politica sostanziale.

Questo scandalo di centinaia di migliaia di Euro distribuiti dal Qatar e dal Marocco, tra spie, affaristi e deputati idealisti a un tanto al chilo racconta una formidabile ipocrisia europea. Si tratta chiamare le cose con il loro nome: si può chiamare corruzione quando vi sono episodi isolati, ma quando la corruzione si ripete regolarmente si chiama lobbismo, che da caso isolato si fa sistema.

La Vicepresidente Kaili e il suo compagno Francesco Giorgi, insieme all’ex europarlamentare Panzeri erano parte del meccanismo che puntava a corrompere un numero sufficiente di eurodeputati così da votare ordini del giorno e documenti che attestassero l’emirato di Doha come affidabile e sostenibile sotto il profilo dei diritti umani, compresi quelli rispettosi della dignità del lavoro.

Rifare l’immagine di un Paese è attività strategica, perché le posizioni di Strasburgo hanno comunque un rilievo politico e mediatico che impatta sugli affari, sulla realizzazione di accordi di partnership e di assicurazione degli investimenti e accrescere la relazione politica offre aspetti reciprocamente utili.

Ma in Qatar sono 6500 gli operai uccisi in questi anni dall’assenza di ogni misura di sicurezza nella costruzione degli stadi che servivano per giocare il mondiale di calcio appena terminato. Costretti a vivere in 30 negli appartamenti in 80 metri quadri senza aria condizionata e con l’obbligo di lavoro di 13 ore al giorno, compresa la fascia mediana della giornata dove la temperatura segna oltre 50 gradi, gli immigrati percepivano 300 dollari al mese. Il fatto che in un Paese con un PIL da 180 miliardi di dollari annui per circa 3 milioni di persone e con un reddito pro-capite di 62.000 dollari all’anno, la paga per gli edili immigrati fosse di 300 Dollari al mese e che il lavoro fosse ad altissimo rischio (molti dei 6500 morti sono arrivati per collassi e cadute dai ponteggi) non ha destato nessun tipo di preoccupazione tra gli europarlamentari col ditino puntato sui diritti umani di tutti quelli con cui non fanno affari.

C’è infatti l’aspetto ridicolo, che non manca mai. Come quello che riguarda Andrea Cozzolino, europarlamentare del PD, che come la Kaili si è battuto per difendere il Qatar sul piano dei diritti umani. Ebbene Cozzolino deve avere una concezione stravagante dei diritti umani, perché è uno di quegli eurodeputati firmatari e votanti di una mozione di condanna al Nicaragua per presunte violazioni dei diritti umani, stante l’assoluta inconsistenza dell’accusa. Ricapitolando: Managua, che si difende da un colpo di stato e incarcera i suoi ispiratori e violerebbe i diritti umani, mentre il Qatar che Cozzolino mostra di apprezzare finanzia guerre nello Yemen e il golpe contro Gheddafi, nega dignità giuridica e civile alle donne e fa crepare 6500 operai, è invece un esempio di salvaguardia di quegli stessi diritti. Certo, Managua non paga gli europarlamentari eDoha sì, sebbene il gender gap nicaraguense sia al quinto posto nel mondo mentre l’emirato qatariota nega i diritti fondamentali delle donne: non possono lavorare, possedere la terra, avere denaro, dire la loro opinione; non hanno alcun potere decisionale all'interno del nucleo familiare e non sono rappresentate a livello istituzionale. Ma che vuoi che sia?

Si comprende la furia di Cozzolino and friends contro Managua: le ONG, come afferma Giorgi (il triangolatore della combine) servono solo a far transitare i soldi, ma la magistratura nicaraguense ha messo le mani dove doveva, ovvero nei conti opachi delle ONG. Molte di esse non sono in mare a salvare migranti, ma hanno uffici, personale e finanziamenti corposi dall’estero e svolgono una precisa funzione a favore del paese che li paga destabilizzando quello che le ospita. Sono il volto pulito dell’ingerenza, la versione esportabile del golpe soave, vendono solidarietà e incassano Dollari.

 

L’iceberg che è sotto

Questi fatti sono però solo la punta dell’iceberg di quanto avviene, a livelli ben più alti di interessi. Questo operato dal Qatar non è certo l’unico caso di corruzione (per dire il vero in modo piuttosto maldestro) per uomini e modalità del procedere. Vi sono - e nemmeno troppo nascosti - ben altri livelli di conflitto di interessi che rappresentano uno scandalo ben maggiore e che vengono decisamente sottaciuti.

A questo proposito sarebbe interessante chiedersi cosa faceva e fa la Fondazione Open, di George Soros, che assegnava fino a due anni fa il titolo di “alleati fedeli” a ben 226 europarlamentari su 751. Ma i 226 eurodeputati erano “alleati fedeli” per cosa? Gli speculatori finanziari, anche quando indossano le vesti di filantropi, non hanno alleati, hanno interessi. E quali sono gli interessi della Fondazione Open nel Parlamento Europeo, oltre che nei parlamenti di diverse altre nazioni del Vecchio Continente? La fondazione incide fortemente sulle decisioni prese dagli organi europei, grazie soprattutto a un capitale di ben 18 miliardi di dollari con cui finanzia diverse attività. Come risaputo, poi, Soros finanzia diverse Ong, spesso implicate in attività poco trasparenti.

Ancora? Dal 1954 il club Bilderberg riunisce annualmente le élite di Europa e Nord America con l’obiettivo di favorire lo scambio di informazioni tra personalità appartenenti a diversi centri di potere. E’ un club privato molto influente, in grado di  indirizzare importanti decisioni politiche ed economiche. Inchieste giornalistiche hanno messo in luce il rapporto molto stretto tra le annuali riunioni del club Bilderberg ed alcune importanti decisioni assunte dalla UE, nonché le fortunate carriere di alcuni esponenti politici che vi hanno partecipato. E come si vuole chiamare l’appartenenza al Club Bilderberg di Mr. PESC, al secolo Josè Borrell? Davvero non si riscontra un conflitto di interessi tra il rappresentante degli interessi collettivi con il gruppo che rappresenta le elites private?

Andiamo avanti. Uno dei maggiori conflitti d’interesse è quello che riguarda la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che si è trovata al centro di diverse storie non chiare. La prima riguarda il contrasto alla pandemia di Covid-19, con la sua decisione di non accettare la circolazione e l’acquisto di vaccini russi, cinesi, cubani e indiani, mentre si è dato via libera a quelli inglesi e statunitensi, ovvero Astra Zeneca, Moderna, Johnson & Johnson e, soprattutto, Pfizer. Di questi la signora von der Leyen ha disposto l’acquisto di 4,2 miliardi di dosi: oltre la metà vengono dagli stabilimenti BioNTech/Pfizer, mentre le altre case farmaceutiche si dividono la restante quota di approvvigionamento Ue. Non solo: ma i contratti firmati dalla Commissione europea sono secretati.

Dove sta il conflitto d’interessi? Heiko Echter von der Leyen, marito della Presidente della Commissione Europea, dal 2020 è Direttore medico della società biotech statunitense Orgenesis, il cui vicepresidente, Vincent Vandamme, lavorava per Pfizer. La Orgenesis è specializzata in terapie cellulari e geniche e pare sia di proprietà della stessa Pfizer. Alcuni analisti USA si sono chiesti se una multinazionale statunitense avesse dovuto aver bisogno di un tedesco come Direttore medico, ma non consideravano di chi fosse il marito. Di colei cioè che ha reso possibile il maggiore e più veloce profitto nella storia della Pfizer. Come vogliamo chiamare questo strano reticolo di ruoli e interessi familiari e politici?

Un’altra storia? Nel giugno 2022 l’Università di Padova creò una Fondazione per gestire un importante progetto di ricerca su terapia genica e farmaci a RNA, finanziato con i soldi dell'Unione Europea. L’Università di Padova ottenne in tempi record 320 milioni di euro finanziati dal Pnrr (piano nazionale ripresa e resilienza) e corrisposti dalla UE direttamente all’università di Padova. Guarda caso Heiko Echter von der Leyen faceva parte del comitato di sorveglianza del progetto, al fine di verificare la condotta e l’operato del Consiglio di gestione, responsabile dell’amministrazione e delle scelte operative. Un caso, forse. Ma le domande impertinenti della stampa italiana hanno convinto von Der Leyen a rassegnare le dimissioni.

Quell’emiciclo di Strasburgo che diffonde sanzioni e dichiara guerre, che afferma una presunta civiltà superiore ma vive tra corruzione e conflitti d’interessi, che parla di finanza etica ospitando società e stati off-shore, che insegna democrazia ma è governata da un buon numero di Monarchie, si vede, causa Qatar, per quello che è: farisei di sepolcri imbiancati. A passare da culla della civiltà a vergogna della stessa è un attimo, il tempo di viaggio di un trolley per due vie di Strasburgo.

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