E’ necessario ed urgente che il brutto spettacolo no-stop di natura pornografica cui siamo spettatori da oramai un mese e mezzo finisca al più presto. Si tratta della peggiore pornografia, quella della guerra, col suo seguito di atrocità di ogni genere. La guerra informativa che si accompagna a quella guerreggiata vede dalle nostre parti un netto prevalere delle fonti per così dire filo-occidentale, che tendono ad attribuire ogni responsabilità a Putin e al suo esercito, imputandolo dei crimini che ha commesso ma anche di quelli che hanno commesso gli ucraini, a volte nel deliberato intento di incrementare ulteriormente la tensione per ottenere più armi. Un esempio di questa mistificazione ha avuto certa eco con La Stampa, capofila al pari di altri “giornaloni” e della RAI di questa campagna di disinformazione, che ha pubblicato in prima pagina la foto coi cadaveri delle vittime del bombardamento ucraino di una città del Donbass, imputando Putin del crimine. Di fronte alla sacrosanta richiesta di rettifica proveniente da uno storico come il prof. Angelo D’Orsi, la reazione del giornalone filo-NATO in questione è stata quella di iscriverlo d’ufficio nella lista dei filoputiniani.

 

Non è stato certo l’unico caso di censura e diffamazione. Il MINCULPOP bellicista che si è insediato in Italia e controlla da qualche tempo in modo rigido ed efficace i principali organi di stampa nonché quelli radiotelevisivi non sopporta alcun uso autonomo dell’organo cerebrale. Siamo giunti al punto che autorevoli e prestigiosi studiosi di relazioni internazionali e problemi strategici, come Alessandro Orsini e da ultimo perfino il direttore di Limes Lucio Caracciolo, vengono messi al bando e tacciati di filoputinismo per aver tentato di introdurre qualche elemento di razionalità e ragionevolezza nel discorso. Siamo tornati all’Inquisizione di medievale memoria.

L’unica valutazione possibile è quella che discende dal dogma indiscutibile secondo il quale Putin è il Male impersonificato, mentre Biden, Macron, Johnson, Draghi, Zelensky, ecc. sono il Bene. E nella lotta tra il Male e il Bene non c’è spazio per il raziocino ma esclusivamente nella fede senza se e senza ma. Mentre il Papa, vicario di Dio in terra, secondo la religione cattolica, fa suo il discorso della pace e chiede la fine immediata delle ingiuste sofferenze causate dalla guerra in corso, questi nuovi pontefici autoproclamati della guerra ci chiamano ad adorare incondizionatamente la NATO e il presidente statunitense Biden che devono liberare il mondo dal nuovo Satana alloggiato al Cremlino. In questo non somigliano per nulla al Pontefice romano mentre presentano, sia pure su fronti opposti, più di un tratto in comune col Patriarca Kyrill. Gli opposti estremismi guerrafondai spalancano un’autostrada alla guerra mondiale nucleare.

Le responsabilità di Putin sono evidenti, ma lo sono altrettante quelle della NATO e di tutto lo schieramento occidentale che da anni va preparando la trappola nella quale il presidente russo si è ficcato scatenando la sua guerra d’aggressione contro l’Ucraina. Se vogliamo dare una chance alla pace occorre tenere presente l’intero contesto esistente, i cui elementi principali sono l’accerchiamento della Russia da parte della NATO e il problema dell’autodeterminazione del Donbass, ma anche la definizione di nuovi equilibri che tengano conto dell’irreversibile declino della potenza statunitense e dell’emergere di una nuova realtà multipolare. Occorre mettere mano quindi a nuova architettura della sicurezza europea e mondiale che garantisca la pace, la sicurezza, l’autodeterminazione e i diritti di tutti i soggetti coinvolti. Una soluzione pacifica è possibile ed è a portata di mano. Occorre però a tale fine esercitare pressioni su tutti i contendenti diretti e indiretti. La richiesta di un immediato cessate il fuoco che è stata formulata da Papa Francesco va ripresa e rilanciata.

Ma Biden e la NATO hanno dimostrato chiaramente di non essere interessati a una soluzione pacifica perché la guerra in corso produce per loro benefici di varia natura e deve quindi continuare. Se poi si estenderà dall’Ucraina all’insieme dell’Europa poco male. Del resto l’Europa è stata già il teatro principale della Prima e della Seconda Guerra mondiale e, come si dice, non c’è due senza tre. La Cina potrebbe avere un ruolo determinante di mediazione ma tale ruolo viene impedito dagli Stati Uniti che non sopporterebbero un successo diplomatico di uno dei loro principali antagonisti. Per questo lorsignori continuano a buttare benzina nel fuoco di un incendio che minaccia di incenerirci tutti.

Quello che davvero deprime e sbalordisce, in un quadro del genere, è l’autolesionismo di settori, sia pure minoritari, dei popoli europei, compreso qualche gruppo sedicente di sinistra. Contro questo sfacelo occorre riaffermare le ragioni della pace, profondamente radicate nell’art. 11 del nostro testo Costituzionale che afferma in modo chiarissimo il ripudio della guerra. Le interpretazioni riduttive e fuorvianti che di tale disposizione sono state avanzate per avallare l’invio di armi a una delle parti in conflitto devono essere a loro volta ripudiate. Così come va ripudiata la NATO nel suo complesso, la cui flagrante contraddittorietà coll’esigenza fondamentale della pace è sempre più evidente a chi non guardi alla situazione internazionale con gli occhi dei mercanti d’armamenti e dei loro sciocchissimi servi.

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