di Daniele John Angrisani

E' così anche Walter Litvinenko, padre dell'ex agente dell'Fsb morto l'altro ieri a Londra, ha accusato il Cremlino di aver organizzato l'assassinio di suo figlio. L’unica cosa che sembra al momento sicura è che il materiale chimico usato per avvelenare l'ex spia russa sia il famigerato polonio-210. Un materialmente talmente radioattivo che persino l'autopsia del corpo di Litvinenko è stata rimandata sino a quando non saranno prese misure tali da garantire la sicurezza dei medici dell'obitorio. Nel frattempo da Gerusalemme è rimbalzata la notizia che Leonid Nevzin, ex amministratore delegato della Yukos, attualmente residente in Israele dove si è rifugiato per evitare l'arresto come il suo ex presidente, Mikhail Khodorkovsky, avrebbe rivelato al quotidiano israeliano Ha'aretz di aver incontrato l'ex agente dell'Fsb Alexander Litvinenko, morto giovedì a Londra, e di avergli passato delle informazioni riservate "potenzialmente pericolose per l'attuale dirigenza russa". L'SVR (servizi segreti esteri russi) dal canto loro hanno affermato che non è nel loro interesse mettere a repentaglio le relazioni con la Gran Bretagna per via di Litvinenko (che, stando alle parole del portavoce, per loro "non contava nulla"). Ed anche alcuni commentatori russi indipendenti hanno dato in parte credito all'SVR, così come molta della stampa russa ha parlato apertamente di una mossa ordita dall'ex magnate Boris Berezovsky per screditare il presidente russo Vladimir Putin, proprio mentre quest’ultimo si trovava in Finlandia a trattare un accordo strategico con l'Unione Europea. Che, tra le altre cose, non si è potuto firmare anche a causa degli strascichi di questo incidente. La stampa occidentale invece, tranne qualche voce dubbiosa, sembra aver deciso di credere alla storia dell'assassinio politico ordito dal Cremlino. Un esempio di questa presa di posizione acritica è dato dal sito internet del Corriere della Sera che pubblica le accuse di Nevzin in prima pagina, senza fare alcun riferimento, o quasi, alla difesa dei russi.

A prescindere dalla partigianeria delle fonti di informazioni citate, proviamo però un attimo ad analizzare la questione punto per punto. Che interesse avrebbe il Cremlino a mettere in gioco le proprie relazioni diplomatiche con Londra e con l'Occidente, a poche settimane di distanza dal barbaro omicidio della giornalista Anna Politkovskaya? Si direbbe nessuno, anche perchè il “braccio armato” del Cremlino, ovvero la Gazprom diretta dal fido alleato di Putin, nonché suo probabile erede, Medvedev, sta espandendo i suoi affari in Europa. Proprio di questi giorni è la firma di un accordo tra Eni e Gazprom che permetterà a quest'ultima di vendere direttamente il gas in Italia. Considerando che, come si è visto chiaramente, la Russia ha un interesse strategico a far si che la si espanda in Occidente per far si che esso dipenda energeticamente sempre più dalla Russia, che senso avrebbe darsi le picconate sulle scarpe e rischiare di far saltare tutto con l'assassinio di Litvinenko? Ancora una volta nessuno. Da qui i principali dubbi su tutta la faccenda.

Ancora: che tipo di informazioni potrebbe aver avuto Litvinenko tali da "far tremare l'attuale dirigenza russa"? Stiamo parlando di una persona che nel 2000 è scappata via dalla Russia assieme al suo protettore, Boris Berezovsky, affermando che Putin aveva organizzato gli attentati del 1999 per salire al potere con una specie di colpo di Stato, e poi avrebbe dato la colpa ai ceceni. Che altro tipo di informazioni pericolose potrebbe avere una persona del genere, dopo aver fatto accuse così gravi? E poi, se, come afferma l'ex ad di Yukos, Nevzin, il motivo fossero state le informazioni riservate da lui fornite a Litvinenko, allora sarebbe stato un colpo completamente fallito, visto che lo stesso Nevzin ha affermato di aver fornito tutte le informazioni a Scotland Yard ed ha detto di volerle rendere pubbliche. Se l'obiettivo era quello di far sparire nel nulla queste fantomatiche informazioni si è ottenuto esattamente il contrario. Inoltre Nevzin è molto vicino ai servizi segreti israeliani e, in quanto ad affidabilità delle informazioni fornite, il Mossad non è da tempo meglio dei servizi segreti russi.

Ma ci sono anche altre domande: chi è Boris Berezovsky? Stiamo parlando dell'oligarca più potente dell'epoca Eltsin, colui che tra il 1996 ed il 1999 ha di fatto gestito le sorti del Paese alla corte di Tatiana Eltsina (la figlia dell'ex presidente Eltsin) come una sorta di Rasputin dei nostri giorni. Non c'era nulla in quel periodo che non passasse prima dalle mani di Berezovksy, tangenti comprese. E' stato lo stesso Berezovsky ad organizzare l'ascesa di Putin al Cremlino nel 1999 per evitare la vittoria dei comunisti alle elezioni presidenziali dell'anno successivo. E' stato sempre Berezovsky, la sera della trionfale elezione di Putin al Cremlino il 26 marzo 2000, ad annunciare trionfante la "vittoria degli oligarchi" dinanzi agli astanti di una cena convocata ad hoc. Peccato che avesse fatto male i suoi conti. Appena asceso al Cremlino, Putin ha infatti intrapreso una vera e propria guerra contro gli oligarchi dell'epoca Eltsin, a suo dire colpevoli di aver dilapidato le risorse del Paese ed averlo ridotto alla bancarotta (accusa abbastanza plausibile a dire la verità). Così sono stati costretti all'esilio personaggi come Gusinsky e lo stesso Berezovsky. Ed è poi stato arrestato chi, come Khodorkovksy, non si era arreso agli ukaze presidenziali. Da allora Berezovsky non fa altro che affermare che Putin è un dittatore e che presto sarà cacciato via dalla "protesta popolare". Peccato che Putin sia ancora, di gran lunga, l'uomo più popolare della Russia. Qualcuno dovrebbe spiegare a Misha Berezovsky che gli errori si pagano a caro prezzo.

Sia chiaro che non si vuole affermare che non ci sia la mano del Cremlino dietro questo assassinio, ma ci sono troppe cose che non quadrano per credere alla versione dell’"assassinio politico" senza porsi tante, troppe domande. E offrendo in cambio troppe, convenienti risposte.


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