di Michele Paris

Nella prima mattinata di domenica, il governo israeliano ha violato per la seconda volta in poche ore ogni principio del diritto internazionale, ordinando alla propria aviazione di condurre un bombardamento contro un sito militare di ricerca nei pressi di Damasco. Le incursioni indicano il tentativo da parte di Tel Aviv, con l’avallo di Washington, di provocare una reazione del regime siriano, così da giustificare un intervento militare esterno per rimuovere Assad, parallelamente accusato senza alcuna prova dai governi occidentali e israeliano di avere utilizzato armi chimiche lo scorso mese di marzo.

Il primo attacco aereo di Israele era stato debitamente riportato venerdì da fonti americane, mentre su quello di domenica è stata la stessa stampa siriana a darne notizia. L’agenzia ufficiale SANA ha scritto infatti che nell’area di al-Hameh, alla periferia della capitale, si sono sentite alcune esplosioni che hanno colpito un centro di ricerca scientifico, provocando un numero imprecisato di vittime. Alcuni “attivisti” dell’opposizione hanno poi affermato che un missile avrebbe colpito due battaglioni della Guardia Repubblicana, di stanza in una località a nord di Damasco.

Nel primo caso, fonti anonime all’interno dell’apparato della sicurezza di Israele avevano sostenuto che il blitz era diretto contro un presunto carico di armi anti-missile conservato all’aeroporto di Damasco e pronto per essere inviato in Libano all’alleato di Assad, la milizia/partito sciita Hezbollah. Secondo i resoconti dei media, l’attacco di venerdì non avrebbe comportato l’ingresso nello spazio aereo siriano da parte degli aerei da guerra israeliani, anche se questi ultimi hanno comunque violato impunemente quello libanese, da dove sarebbero partiti i bombardamenti.

La struttura finita nel mirino dell’operazione israeliana domenica sarebbe invece quella di Jamraya ed era già stata bersaglio dei jet di Tel Aviv lo scorso 30 gennaio, quando un attacco ugualmente non provocato e fuori da ogni regola del diritto internazionale era stato anche in quell’occasione giustificato con la necessità di impedire il trasferimento di armi letali a Hezbollah.

In un’intervista esclusiva alla CNN, sempre nella giornata di domenica il vice-ministro degli Esteri siriano ha definito l’attacco israeliano come una “dichiarazione di guerra”, annunciando non specificate ritorsioni contro Tel Aviv. Le provocazioni illegali di Israele contro la Siria hanno fatto segnare un sensibile aumento nelle ultime settimane in concomitanza con una serie di rovesci patiti sul campo dai ribelli anti-Assad, tra i quali prevalgono in larga misura formazioni jihadiste come il sanguinario Fronte al-Nusra.

L’irrazionalità della strategia del governo Netanyahu risulta evidente dalle considerazioni che si possono leggere quotidianamente sui media occidentali, dove, ad esempio, le consuete fonti anonime da Tel Aviv avvertono del rischio sempre più alto in Siria che i gruppi integralisti che combattono il regime possano impossessarsi delle armi che fanno parte dell’arsenale siriano per utilizzarle contro lo stato ebraico.

Queste preoccupazioni, ampiamente indicate dalla stampa come uno dei motivi che legittimerebbero un intervento armato esterno in Siria, si scontra con la realtà di un’opposizione islamista e settaria di fatto finanziata e armata proprio dagli Stati Uniti e dai loro alleati in Europa e in Medio Oriente. Media e governi occidentali e filo-occidentali, quindi, operano ormai senza alcuno scrupolo per la logica e l’analisi degli eventi sul campo. Questo atteggiamento appare chiaro anche in relazione alla campagna orchestrata attorno al presunto uso di armi chimiche da parte delle forze del regime di Assad.

Le accuse sollevate da Francia, Gran Bretagna, Israele e Stati Uniti per un attacco avvenuto nel mese di marzo nei pressi di Aleppo vengono infatti presentate come prove irrefutabili delle responsabilità di Damasco, nonostante non sia stata presentata alcuna evidenza concreta circa l’accaduto e, per stessa ammissione dell’opposizione, l’area colpita fosse sotto il controllo delle forze del regime.

Lo stesso presidente Obama qualche giorno fa nell’annunciare una possibile escalation militare contro la Siria, responsabile di avere oltrepassato la cosiddetta “linea rossa” fissata dalla Casa Bianca la scorsa estate, ha ribadito poi, come se fosse un dettaglio trascurabile, che gli Stati Uniti devono ancora appurare quale delle due parti in conflitto abbia utilizzato armi chimiche.

Che anche queste accuse facciano parte di una strategia ormai quasi disperata di dare la spallata finale al regime filo-iraniano di Assad è stato suggerito un paio di giorni fa da un ex membro dell’amministrazione Bush jr. In un’intervista alla rete televisiva Current TV - fondata dall’ex vice-presidente USA Al Gore e ora di proprietà di Al-Jazeera - il colonnello in pensione Lawrence Wilkerson, capo di gabinetto del Segretario di Stato Colin Powell tra il 2002 e il 2005, ha affermato che i responsabili dell’impiego di armi chimiche “potrebbero essere i ribelli oppure Israele”. Quest’ultima ipotesi appare del tutto credibile, secondo Wilkerson, poiché a suo dire “il regime di Tel Aviv risulta essere geo-politicamente inetto”.

Per Wilkerson, cioè, quella dello scorso marzo potrebbe essere stata a tutti gli effetti una cosiddetta operazione “false flag”, condotta da Israele o dall’opposizione siriana per assegnarne poi la responsabilità al regime di Assad, così da costruire una campagna internazionale per giustificare un’aggressione esterna. Allo stesso scopo, l’offensiva dell’esercito regolare negli ultimi giorni contro postazioni dei ribelli ha scatenato una serie di annunci nei media occidentali di presunti massacri indiscriminati ai danni di civili, senza peraltro alcun riscontro indipendente.

In particolare, le operazioni del regime nel fine settimana si sarebbero concentrate nella località costiera di Baniyas, da dove si sono sprecati i resoconti delle atrocità commesse dalle forze governative, tutte rigorosamente riportate, però, soltanto da fonti vicine all’opposizione anti-Assad.

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