di Emanuela Pessina

BERLINO. Si è tenuto in questi giorni il G20 di Los Cabos, in Messico, uno degli appuntamenti più importanti per la risoluzione della crisi della zona euro. Dopo la recente vittoria elettorale del partito pro-moneta unica in Grecia, i leader della zona euro potrebbero sentirsi finalmente tanto sicuri da prendere decisioni concrete.

Il summit di Los Cabos è il settimo dal fatidico settembre 2008, il mese in cui i leader delle 20 potenze mondiali si sono incontrati per la prima volta per affrontare la bancarotta della Lehman Brothers e prevenire così il collasso generale del mondo della finanza. E da allora, in realtà, di misure concrete se ne sono prese poche.

Ad aprire il secondo giorno di lavori a Los Cabos sono stati i buoni propositi: i leader europei hanno nuovamente ribadito all’unanimità l’intenzione di risolvere la crisi del debito attraverso uno sforzo per il consolidamento fiscale che tenga però conto anche della crescita.

Un impegno che, a quanto pare, ora mette idealmente d’accordo tutti, compresa la Cancelliera Angela Merkel. “La grande priorità del G20 è la crescita, con un piano d’azione coordinato” per promuovere lo sviluppo sostenibile, scrivo i primi comunicati. Manca ora di capire come verrà concretamente mantenuto questo doppio impegno consolidamento fiscale- crescita, i cui obiettivi sembrerebbero escludersi l’un l’altro.

Ed è proprio Mario Monti a fissare i paletti in questo senso: secondo il premier italiano, le misure concrete verranno definite a breve, forse già al vertice di Roma di questa settimana, che ospiterà il francese Francois Hollande, Angela Merkel e lo spagnolo Mariano Rajoy.

I leader della zona euro hanno anche puntato il dito al circolo vizioso fra titoli di Stato e banche sovraesposte al debito sovrano: l’intento del G20 è interrompere la struttura sregolata che si è venuta a creare. Lo si legge nelle dichiarazioni finali del G20, anticipata in questi giorni da alcune agenzie stampa. “Se le condizioni economiche dovessero peggiorare significativamente, quei Paesi che hanno sufficiente margine di manovra di bilancio saranno pronti a coordinare e realizzare misure fiscali discrezionali a sostegno della domanda interna”, continua la bozza.

Un vertice che sembra punire il piano di austerity sostenuto da sempre a gran voce dalla Cancelliera Angela Merkel, ormai completamente isolata tra i colleghi del G20, ma che non mostra segni di cedimento. La Merkel non demorde e vuole lanciare chiari messaggi ad Atene e al governo che verrà: "La Grecia deve attenersi alle regole, gli impegni vanno rispettati".

Il timore di Berlino è un qualsiasi allentamento degli impegni di riforma concordati per la Grecia in cambio degli aiuti, possibilità ormai da tenere in considerazione alla luce della prevalenza delle voci a favore della crescita tra i leder dell’Eurozona.

Eppure, secondo alcune voci di corridoio, la Cancelliera avrebbe già deciso di concedere ben altro ai colleghi della zona euro. Secondo The Guardian, Angela Merkel sarebbe disposta a permettere ai Fondi di salvataggio della zona euro di comprare i titoli di Stato dei Paesi in crisi: l’intento della Cancelliera sarebbe chiaramente quello di far abbassare i costi di indebitamento per i due Paesi più a rischio dopo la Grecia, e cioè l'Italia e la Spagna.

Il quotidiano britannico spiega che la proposta è stata discussa a margine del summit: alcuni funzionari del G20 citati dal quotidiano ritengono che l’annuncio ufficiale arriverà a giorni. Anche qui rimangono ancora da chiarire i dettagli concreti dell'intervento dei leader dell'Eurozona. Il quotidiano aggiunge inoltre che sarebbero sia il Fondo salva Stati temporaneo (Efsf) che quello permanente (Esm) a comprare direttamente il debito spagnolo. E la giostra riparte.

 

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