di Emanuela Pessina

BERLINO. Un vertice all’insegna dell’armonia, quello di Berlino tra Mario Monti e Angela Merkel, ma che non ha dato nessun impulso particolare alle Borse e, a livello macroeconomico, è passato quasi inosservato. Perché, in effetti, la recente visita berlinese del premier italiano alla Cancelliera si é conclusa senza un vero e proprio confronto: ancora una volta, le decisioni importanti sono rimandate a un futuro appuntamento. Ancora una volta i leader europei temporeggiano ed evitano di affrontare direttamente i nodi della crisi, concentrandosi su se stessi e sulle problematiche interne.

Monti non ha mancato di presentare le sue prospettive per la ripresa dell’economia europea in maniera decisa, senza tuttavia suscitare discussione nonostante in chiaro disaccordo con la caparbia (e nota) posizione di Angela Merkel. Non ha posto alla Germania un vero e proprio aut-aut, ma ha fatto capire perfettamente che in cambio di ulteriori sacrifici, l'Italia vuole investimenti e un costo del denaro più basso.

Ancora una volta il capo del governo italiano ha ribadito i presupposti fondamentali per la sopravvivenza della moneta unica, cioè l’innalzamento miliardario del fondo di salvataggio e gli eurobonds, due interventi che eviterebbero ulteriori speculazioni nei confronti degli Stati più deboli. Monti ha inoltre chiesto maggiori investimenti che vadano a sostituire futuri tagli e misure di risparmio. Tutte idee poco gradite alla Germania di Angela Merkel, il maggior contribuente EU per quel che riguarda ogni possibile meccanismo di finanziamento e l’azionista di maggioranza per ogni modifica alle prerogative della banca centrale europea.

Eppure, nonostante l'atteggiamento sereno dei due leader, non ci sono stati dettagli importanti che abbiano in qualche modo influenzato i mercati. Perché Mario Monti, in realtà, è andato a Berlino per presentare alla Cancelliera la dolorosa manovra cui sta sottoponendo l’Italia, una sorta di lasciapassare necessario al Belpaese per tornare ad avere una voce in Europa, oltre che un’affermazione di credibilità per il suo Governo. Una manovra che è, nel frattempo, già diventata legge, ha sottolineato diverse volte il Presidente del Consiglio, quasi a volersi distaccare da quel pregiudizio tutto europeo nei confronti di un’Italia abituata a parlare senza riuscire ad arrivare mai al dunque.

E probabilmente, a giudicare dai commenti rilasciati a Berlino, Monti ha raggiunto il suo scopo. “L'Italia ha fatto molto sul fronte delle riforme”, ha commentato Angela Merkel, la più austera e potente tra i leader europei, “le misure adottate sono molto importanti.” Le parole della Merkel riecheggiano su tutti i giornali italiani: un apprezzamento strappato alla Cancelliera vale molto di questi tempi.

In un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco Die Welt, Monti ha parlato poi di un’Italia armonica e unita, che sostiene il piano di salvataggio del suo Governo: questo è quanto emerge dai sondaggi, ha spiegato il Presidente del Consiglio italiano alla Germania.

Particolarmente evasive le risposte circa l’effettivo appoggio della politica italiana al suo Governo, che rimane comunque di natura tecnica. E quando Die Welt chiede conto di eventuali interventi sui costi esagerati dell’apparato politico, uno tra i più cari al mondo, Monti si tira indietro. Il quotidiano tedesco fa un ironico riferimento al capo stenografo del Parlamento italiano, che guadagna poco meno del re di Spagna: Monti ha spiegato allora che in questo campo il Governo ha potere limitato, perché le decisioni spettano al Parlamento stesso.

L’Italia non si sente sacrificata all’Europa, ha continuato Monti nell’intervista, ma è pronta a sacrificarsi per il bene dei propri figli (di sicuro non saranno comunque i soliti privilegiati a doversi sacrificare per i propri figli, si può leggere fra le righe). La protesta anti-Europa potrebbe nascere nel momento in cui gli italiani non vedono miglioramenti tangibili e la parola chiave per ottenere dei risultati è ora crescita economica. Le decisioni concrete si vedranno tuttavia il 20 gennaio, quando i leader si incontreranno nuovamente a Roma per “continuare la cooperazione”: Monti nell'occasione si presenterà con un altro scalpo strappato agli italiani?

 

 

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