di Daniele John Angrisani

Il razzismo, ovvero l'ideologia che è nata come giustificazione per la conquista europea di gran parte del pianeta durante l'Ottocento, ha ora il suo quartier generale negli Stati Uniti d'America ed in Israele. Allora come ora è cambiato poco: l'imperialismo è sempre pregno di ideologia razzista.
E' impossibile trovare alcuna giustificazione per le guerre di aggressione (preventiva) di George W. Bush, senza assumere che dietro ci sia una ideologia basata sulla superiorità razziale. Bush ha commesso un numero enorme di crimini contro l'umanità e contro la pace, un'accusa per la quale, a Norimberga nel 1946, un certo numero di alti gerarchi nazisti, è stato condannato a morte. Bush potrebbe legittimamente essere accusato quale criminale di guerra. Ciò nonostante, non sarà mai messo sotto processo negli Stati Uniti, perchè l'ideologia imperialista che soffoca la vita politica americana di oggi è pregna di razzismo sin nel suo cuore e perciò disumanizza le vittime, le rende inferiori perchè non americane. Il concetto stesso di razza è una costruzione umana, molto conveniente quando si vuole prendere possesso della proprietà di altri, uccidere o schiavizzare altri popoli. E' questo concetto che è dietro a gran parte delle decisioni di politica estera americana, o anche di politica interna quando si parla dei diritti degli immigrati o di argomenti simili.
Ma il razzismo è mortale. Distrugge Paesi, consuma intere città. Lo abbiamo visto durante la seconda guerra mondiale in Europa, lo vediamo nel 2006 in Iraq e nei Territori Palestinesi. Fallujah è stata ridotta in macerie ed il suo ospedale, pieno di uomini, donne e bambini ammalati ed innocenti, è stato il primo obiettivo delle truppe americane. Come risultato di questa azione, oltre trecentomila persone sono sfollati nel loro stesso Paese, ed un numero sconosciuto di persone è morto e nessuno sa nulla del loro destino. Qualcosa che farebbe impallidire i crimini stessi di Saddam Hussein, eppure neppure lontanamente nessun media occidentale ha osato fare questo paragone.

Ciò che è accaduto a Fallujah è un crimine di guerra a tutti gli effetti, con l'aggravante dell'uso di armi chimiche, vietate dalle Convenzioni internazionali. Le torture di Abu Ghraib, le uccisioni indiscriminate di Fallujah sono altri esempi di crimini di guerra sotto gli occhi di tutti. Eppure buona parte dell'opinione pubblica americana, sotto la cortina ideologica del razzismo imperiale, non li concepisce come tali. Per molti americani di destra, la distruzione e la morte di una intera città non importa nulla, perchè non c'erano vere persone in quella città, solo untermenschen. Il razzismo in questo caso non colora solo la situazione, ma la definisce di fatto.
Come è possibile uccidere una intera città e definire questa una vittoria? Perchè tale crimine è stato celebrato come un segnale di "progresso"? Dietro forse c'è l'assunzione che qualsiasi trionfo dell'uomo bianco è, per definizione, un progresso? Ovviamente è così. E' questo il cuore dell'ideologia del razzismo imperiale. Ci sono i "nemici" e gli "altri" che non sono "Occidentali", ovvero "non bianchi". Non serve altro, basta questo come scusa ogni volta che si vuole andare a depredare qualcuno dei propri beni, delle proprie città, della propria anima.

In questa situazione soprattutto l'estrema destra israliana ha gioco facile. La loro missione è totalmente razzista ed è basata su una costruzione ad hoc. Per loro in Israele solo gli ebrei possono avere diritti, tutti gli altri sono nulla. Ciò vale a dire che bisogna garantire in tutti i modi che gli israeliani siano sempre la maggioranza nella "terra promessa". Un principio assolutamente democratico, sotto tutti gli aspetti.
E' per questo motivo che oggi l'estrema destra in Israele sta portando la guerra contro l'intera società palestinese, distruggendo le sue infrastrutture, i suoi ponti, le sue strade, le sue centrali elettriche. L'obiettivo è far pagare ai 1,2 milioni di abitanti di Gaza, il prezzo per la loro stessa esistenza. Ovviamente, non è un prezzo che può essere pagato da nessuno. Gli estremisti israeliani hanno una ideologia imperialista e razzista che non ha alcuno scopo se non quello dello sterminio di massa del popolo palestinese dalla sua stessa terra.

Questi motivi sono chiari a tutto il mondo che condanna senza appello le violenze israeliane, ad eccezione dei (bianchi) americani. La reazione uniforme dei media americani alla decisione della Corte Suprema americana, che ha riaffermato la validità della legge anche a Guantanamo ed in altre installazioni americane per la detenzione dei prigionieri della guerra al terrorismo, è stata improntata solo in termini di politica interna. L'unanime conclusione è stata che l'Amministrazione Bush ha subito un profondo smacco politico: quasi nulla è stato detto però sul fatto che tale situazione violava le leggi internazionali e che di fatto poneva gli Stati Uniti d'America tra gli "Stati canaglia". Questa decisione è stata vista solo come un potenziale pericolo per le prospettive elettorali dei repubblicani a novembre, ma non come un segno di come l'America si relaziona con il resto del mondo. Il resto del pianeta, semplicemente, non esiste.
Allo stesso modo, l'"incursione" israeliana a Gaza e in Cisgiordania è stata dipinta come una misura difensiva. Ma è veramente difficile credere che la quarta potenza militare del mondo abbia bisogno di difendersi sparando migliaia di colpi di artiglieria al giorno contro un popolo che non ha neppure un esercito virtuale che lo possa difendere. Eppure i sondaggi israeliani mostrano che l'opinione pubblica di quel Paese è favorevole ad azioni del genere, anzi vorrebbe in stragrande maggioranza che vengano effettuate azioni per l'uccisione dei leader politici di Hamas. Come l'intero pianeta è a conoscenza, Israele non avrebbe mai potuto creare una tale immensa macchina da guerra senza essere stata per decenni finanziata e supportata da una superpotenza. Ed infatti, così è stato.

Nel mondo arabo, e più in generale nel mondo musulmano, tali "incursioni" sono viste alla stregua di invasioni barbariche e come minaccia alla loro stessa società. L'attuazione del progetto sionista della destra israeliana è un argomento tabù negli Stati Uniti d'America, ed è di fatto vietato parlare di questo. Nel frattempo, a Gaza ed in Cisgiordania, i palestinesi vivono in un regime di terrore. I terroristi in questo caso sono il governo israeliano e le sue forze armate, ma invece di mostrarci le immagini di un intero popolo che sta morendo strangolato e bombardato, i nostri media ci mostrano sempre le immagini di "bonari" soldati israeliani. Fateci caso, è come se i palestinesi esistano solo nelle parole, ma mai nelle immagini, salvo quelle nella quali appaiono armati di fucili o in manifestazioni urlanti.
Nulla di tutto questo sarebbe mai potuto accadere, se l'ideologia trionfante in questo piccolo Paese mediorientale non fosse l'imperialismo razzista e sionista, nel quale gli ebrei di Israele sono considerati come i "bianchi" dell'Ottocento e si arrogano quindi diritti che gli altri non hanno. E' la stessa ideologia dei neoconservatori americani, ed è quindi ovvio quindi che tra i neocon e i sionisti israeliani ci sia un intento di azioni e di politiche che ha prodotto il risultato che tutti vediamo sotto i nostri occhi.

Così come gli americani hanno raso al suolo Fallujah, i sionisti israeliani vogliono cancellare dalla mappa geografica intere città. Gaza City delenda est. In fiamme. Un membro del parlamento israeliani, Moshe Sharoni, ha pesantemente accusato i suoi colleghi arabi nel Parlamento israeliano. E' arrivato ad affermare: "Abbiamo bisogno di radere al suolo Gaza e rinominarla la Città degli Assassini, la Città dei Terroristi". Il fatto è che per uccidere c'è bisogno di vere persone. L'imperialismo uccide "non persone", untermenschen, esseri senza dignità umana. E' questa la sua vera natura, che può agire in qualsiasi modo voglia, priva di qualsiasi limite morale.
Il razzismo della destra americana è molto simile e una sottile linea nera unisce la sorte dei neri nelle carceri americane ed il trattamento mediatico che hanno subito i profughi neri di New Orleans durante il disastro di Katrina. Sembra proprio che sia stato questo ad essere esportato efficientemente, e non la democrazia.

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