di Emanuela Pessina

BERLINO. Alla luce delle recenti e vigorose accuse di plagio che hanno messo in discussione il suo dottorato, il ministro della Difesa tedesco Karl-Theodor zu Guttenberg (CSU) ha presentato ieri le dimissioni ufficiali alla Cancelliera Angela Merkel (CDU). Zu Guttenberg è stato accusato di aver copiato gran parte dello scritto che gli ha garantito il titolo di dottore ed è stato al centro dell’attenzione mediatica per oltre due settimane. Nel frattempo, l’università di Bayreuth, presso la quale l’ex-ministro ha compiuto gli studi, gli ha tolto il titolo e ora, a quanto pare, si è arrivati alla resa dei conti.

La comunicazione è stata data in tarda mattinata, durante conferenza stampa straordinaria. “Ho chiesto le dimissioni”, ha introdotto zu Guttenberg, per poi affrettarsi a spiegare di avere già informato preventivamente la Cancelliera del suo passo. “So che è una frase inconsueta per un politico, e io del resto sono sempre stato pronto a combattere - ha continuato zu Guttenberg- ma ora sono arrivato al limite delle forze”. In particolare, l’ex-ministro ha detto di non sopportare che lo scandalo del plagio vada a pesare sull’immagine delle forze armate federali: lo scandalo, ha articolato zu Guttenberg, ha fatto passare in secondo piano la recente morte di tre soldati tedeschi in Afganistan. Con le sue dimissioni, zu Guttenberg spera di limitare il riverbero della pressione mediatica alla sua persona e salvare le istituzioni.

L’ex ministro ha parlato delle difficoltà di lasciare una carica, quella di ministro, per cui ha dato l’anima, eppure non ha esitato a prendersi le stesse responsabilità che avrebbe preteso da altri: deve rispondere delle sue debolezze e dei suoi errori, ha giustificato, perché un incarico come quello di ministro ha bisogno di una mente libera. Parole severe ma che, in fondo, rispecchiano una sacrosanta verità e un rispetto della res politica in certi altri Paesi ormai dimenticato.

E ora i cristiano-democratici della Merkel e la consorella bavarese, i cristiano-sociali della CSU, piangono le sorti del beneamato barone zu Guttenberg e cominciano a pensare a chi mettere al suo posto. Con la moglie Stephanie, zu Guttenberg era considerato la stella nascente delle scuderie della Cancelliera. In passato, la coppia era stata addirittura paragonata ai Kennedy per fascino e popolarità. La fine dell’ascesa del giovane barone bello (e adorato dalle masse) della politica tedesca ha quasi dell’incredibile e va mettere ancora più in discussione una coalizione, quella della Cancelliera, già tesa in vista delle prossime elezioni regionali, ben sei nei prossimi mesi.

Per quel che riguarda la successione, i vertici CSU non si sono ancora espressi. La questione verrà discussa venerdì, ma la soluzione più semplice sembra essere  la sostituzione di zu Guttenberg da parte del segretario alla Difesa Christian Schmidt. Anche se, a ben guardare, la parabola discendente di zu Guttenberg era già cominciata prima delle accuse di plagio, e cioè con gli scandali della cadetta morta sulla nave di addestramento della marina federale, la Gorch Fork, a gennaio, e del soldato morto in Afghanistan lo scorso dicembre. Due situazioni in cui l’ex-ministro della Difesa non ha saputo gestire la situazione con determinazione, nascondendosi dietro improbabili “non sapevo”, e che sono immancabilmente andati a scalfire la sua carriera impeccabile agli occhi di cittadini, stampa e colleghi.

Per quel che riguarda la Gorch Fork, l’opposizione aveva accusato il ministero della Difesa di tentato insabbiamento, mentre in Afghanistan lo aveva sospettato di aver controllato la posta dei soldati per evitare la fuoriuscita d'informazioni scomode, un metodo ritenuto poco ortodosso di mantenere i segreti di Stato. E ora, rinvigorita anche dai recenti risultati alle elezioni della città stato di  Amburgo, l’SPD non si perde certo l’occasione per dare il colpo di grazia al ministro dimissionario e per infierire, per quanto possibile, sulla coalizione Merkel.

Secondo i socialdemocratici, zu Guttenberg si è ritirato troppo tardi. Il rappresentante parlamentare Thomas Oppermann (SPD) ha definito le dimissioni di zu Guttenberg tanto “inevitabili” quanto “tardive”: la faccenda avrebbe già danneggiato la credibilità della Merkel e la sua reputazione, così come l’essere della politica tedesca in generale. E ora, l’ultima parola spetta ai cittadini, che saranno chiamati alle urne in Sassonia-Anhalt  il penultimo fine settimana di marzo e potreanno già esprimere una prima opinione al riguardo.

 

 

 

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