di Alessio Marchetti

PRAGA. Dal 1989, anno della caduta dei regimi comunisti, c'é stata una progressiva ed inesorabile avanzata della criminalità organizzata nei paesi dell'Europa Centrale, in particolar modo in Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria. Proprio qui, nel cuore geografico dell'Europa, diverse organizzazioni criminali hanno deciso di impiantare i loro quartier generali da cui organizzare e gestire i loro traffici all'interno dell'Unione Europea. Partiamo proprio dall'Ungheria, strategico ponte tra l'Europa dell'Est e i Balcani, porto geografico ideale dove organizzare il proprio centro logistico per un'attività criminale per i traffici di merce illegale e armi dall'ex Yugoslavia e dai porti del Mar Egeo verso Est e viceversa.

Come in molti altri paesi post comunisti, molto del capitale illegale accumulato in Ungheria si é realizzato durante gli anni '90, grazie al contrabbando, agli appalti pubblici e alla corruzione delle istituzioni giudiziarie e delle forze di sicurezza. Il network delle attività criminali, infatti, é stato alimentato in quegli anni dai membri dei servizi di sicurezza dell'ex regime comunista, poliziotti corrotti e servizi segreti, e da quelle figure che già operavano sul mercato nero prima del 1989 e che venivano protetti proprio dalla corruzione diffusa. Tutto ciò ha determinato scarsi controlli di sicurezza e una generale disattenzione delle normative. Il rapido sviluppo di questo network criminale ha portato al controllo attuale di oltre il 20% del PIL ungherese.

La favorevole posizione geografica del paese rende più facili i movimenti di merce illegale su gomma e treno. Per esempio, dall'Ucraina entrano tabacco e giovani donne da avviare alla prostituzione in Austria; dalla Romania passano forze lavoro irregolari provenienti dal Caucaso; dalla Croazia e dalla Serbia sono importate armi e droga, che poi vengono indirizzate altrove. Le organizzazioni criminale hanno bisogno di far muovere continuamente e velocemente le loro merci e, da questo punto di vista, l'Ungheria ha una solida base infrastrutturale. Budapest é la capitale europea della pornografia, del contrabbando di sigarette nonché il punto di incontro e negoziazione tra i vari gruppi criminali che commerciano in armi, prostituzione e droga e che qui provengono da tutta Europa per concludere i loro affari.

Il Consiglio di Sicurezza Ungherese, un'agenzia pubblica preposta al controllo delle attività illecite, ha di recente riportato uno studio secondo cui il numero delle organizzazioni criminali presenti nel paese é in costante crescita. In particolare, le imprese edili, immobiliari e le società finanziarie sono quelle a maggior rischio di infiltrazione mafiosa, dando origine a quel diffusissimo fenomeno del lavaggio del denaro sporco. Si é anche rilevato che, recentemente, organizzazioni provenienti dalla Cina e dal Sud America hanno iniziato proprio dall'Ungheria la loro invasione verso l'Europa occidentale. La crescita delle mafie internazionali in Ungheria si é registrata particolarmente dopo il 1 maggio 2004, giorno dell'accesso del paese all'UE. A questo proposito, da alcuni anni, forze congiunte di polizia di Germania, Austria, Italia, Svezia e Stati Uniti stanno collaborando attivamente con la polizia ungherese e hanno stabilito nel territorio magiaro delle task force per monitorare la situazione direttamente alla fonte.

La situazione non si può certo definire migliore in Repubblica Ceca, sicuramente l'economia più fiorente e avanzata dell'ex blocco comunista in Europa centro-orientale. Le forze di sicurezza locali hanno stilato recentemente un rapporto secondo il quale sono oltre 100 le organizzazioni criminali presenti sul territorio: queste contano almeno 3000 adepti, tra i quali vari ragionieri contabili, commercialisti ed avvocati. Almeno 30 di queste organizzazioni sono integrate con altri gruppi all'estero e con diverse attività in vari paesi europei.

La mafia presente a Praga é soprattutto russa, ucraina, georgiana e moldava. Recentemente la polizia ceca ha registrato l'incremento della presenza anche di gruppi provenienti dalla Croazia, Serbia, Albania, Bulgaria, Romania, Vietnam e Cina, cosi come di turchi, specializzati nel lavaggio del denaro sporco, e greci, che gestiscono il commercio di droga e prostituzione.

Da non sottovalutare poi anche i gruppi mafiosi sudamericani, libanesi, iraniani e nigeriani, oltre alla Camorra italiana, ben presente soprattutto nel settore immobiliare. I cechi tendono a non creare una propria rete criminale quanto piuttosto a servire e supportare le mafie straniere. Questo, oltre a confermare il fenomeno mafioso non autoctono ma prevalentemente d’importazione, crea problemi alle forze di sicurezza locali che non riescono a tracciare i rapporti tra i vari gruppi e i loro leader. Dato la vicinanza, la Repubblica Ceca é considerata un'ottima testa di ponte per far entrare droga, prostituzione e altri traffici illegali in Germania. Il paese serve anche come base per il traffico verso i paesi scandinavi, in particolare la Svezia, di materiale umano proveniente dalla Moldova e dall'Ucraina.

Se la Repubblica Ceca piange, i cugini della Slovacchia non ridono. Secondo statistiche della polizia, a Bratislava sono presenti oltre 50 gruppi mafiosi che contano circa 700 adepti; le organizzazioni criminali sono in prevalenza kosovare, ucraine, russe, georgiane e locali. La Slovacchia, a partire dagli anni '90, é stata tacitamente divisa in zone di influenza tra i vari gruppi criminali, in modo da evitare inutile guerre che avevano negli anni precedenti prodotto numerose vittime. La capitale Bratislava ha una fortissima presenza albanese specializzata nella prostituzione illegale con dei ricavi annui stimati in oltre 50 milioni di euro. I rumeni invece sono specializzati nel furto d'auto, da rivendere poi, intere o a pezzi, nei mercati tedeschi e olandesi. Il commercio della droga é gestito dai turchi e dai kosovari, che la esportano prevalentemente in Germania, Olanda e Scandinavia. In Slovacchia c'é anche una certa attività nel mercato illegale di armi, provenienti dalla Moldova, dal Caucaso e dai Balcani: i clienti di questo tipo di attività provengono prevalentemente dall'Africa Sub-Sahariana e dal Medio Oriente e qui comprano soprattutto esplosivi e missili anti-carro.

Tra i gruppi criminali che hanno visto la maggiore crescita in questi ultimi anni, in termine di numeri e di volume di affari, ci sono sicuramente i cinesi e i vietnamiti, che sono riusciti a costruire un network consolidato ed affidabile che va dalla Scozia fino alla Grecia. I Vietnamiti sono considerati i maggiori importatori di materiale di contrabbando (sigarette, tessile e altri beni di consumo) ed hanno un sistema molto ben oliato per quanto concerne l'immigrazione irregolare dal sud est asiatico all'Europa. Si capisce quindi come dalla caduta del comunismo, l'attività delle organizzazioni criminali si sia internazionalizzata e sia etnicamente molto sfaccettata. Per facilitare l'integrazione dei propri adepti, le mafie organizzano matrimoni con i cittadini locali, per ottenerne la cittadinanza e il passaporto europeo.

Anche l'attività legata al commercio della droga é totalmente in mano alle organizzazione straniere.  L'eroina e la cocaina vendute a Praga o Budapest costano la metà di quella venduta a Parigi o Berlino: questo crea quel fenomeno conosciuto con il nome di narcoturismo, che insieme al turismo del sesso garantiscono le due voci di maggiori introiti nell'attività giornaliera dei gruppi criminali, che con queste finanziano il resto dei loro commerci.

Basta pensare che nella sola Budapest ci sono circa mille escort ingaggiate dalle mafie che generano un ritorno monetario annuo valutabile in circa 80 milioni di euro. Se a questo aggiungiamo il resto del vasto spettro di affari legati all'industria del sesso (bordelli, discoteche, cinema porno, call center, siti internet porno, ecc) allora il volume di affari é stimato raggiungere i cinque miliardi di euro.

Sovente il business illegale si mischia e diventa tutt'uno con quello legale. Praga in particolare, negli ultimi anni, ha subito l'invasione della mafia russa che ha lavato il proprio denaro sporco investendo in attività del tutto legali come hotels, ristoranti, agenzie di scommesse e aziende di costruzioni o immobiliari. Il fine ultimo di queste organizzazioni, in particolare di quella russa, secondo un rapporto stilato di recente dal Ministero dell'Interno ceco, é proprio quello di penetrare legalmente nel tessuto economico, politico e sociale ceco.

Lo studio e la ricerca delle organizzazioni criminali in Europa Centrale e tenuto in grande considerazione nei paesi dell'Europa Occidentale ed il motivo eé semplice: per molte di esse, la loro presenza a Praga, Budapest e Bratislava rappresenta una base per i grandi mercati francesi, italiani e soprattutto tedeschi. L'integrazione europea del 2004 ha avuto come conseguenza un minore controllo alle frontiere e ad una maggiore facilità e velocità nello spostamento delle merci. Certamente il collasso del comunismo ha portato una notevole sfida alle autorità di sicurezza e doganali dell'Unione Europea e questo sta diventando sempre più chiaro ed evidente giorno dopo giorno. E la sfida per l'Europa oggi sembra essere proprio questa: offrire sicurezza ai proprio cittadini senza allo stesso tempo minarne le libertà acquisite.

 

 

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