di Emanuela Pessina

BERLINO. I neonazi si sono impossessati di Jamel, un minuscolo villaggio dell’ex-Germania dell’Est e, a quanto pare, le autorità autoctone hanno rinunciato a combatterli. Nonostante il fenomeno sia ancora di proporzioni estremamente limitate, la questione ha già risvegliato i campanelli d’allarme dei sociologi più vigili. Perché qualcuno vede nella grottesca situazione di Jamel il simbolo della crescente influenza dell’estrema destra nell’ex-Repubblica Democratica Tedesca (RDT): un’influenza che va a rispecchiare un disagio, quello dei cittadini, non ancora risolto dopo oltre vent’anni dalla caduta delle dittature comuniste.

Jamel si trova sulle coste del mar Baltico, nella zona rurale del Meclemburgo Pomerania (Nord-Est della Germania). Il Partito Nazionaldemocratico Tedesco (NPD) è nel parlamento regionale dal 2006 con una percentuale del 7.8% e, a quanto risulta da testimonianze rilasciate a giornali autorevoli quali Der Spiegel, da allora le azioni vandaliche di estrema destra sono all’ordine del giorno. Negli ultimi tempi si è addirittura registrata una serie di attacchi diretti ai politici di tutti i partiti democratici che non siano NPD.

Qualche anno fa, Jamel era un piccolo comune come gli altri. Unica curiosità, ci  viveva Sven Krueger, un militante neonazi già conosciuto nell’ambiente di estrema destra, e non solo. Nel 2009 Krueger ha tentato di candidarsi al parlamento locale del Meclemburgo Pomerania nord-occidentale tra le fila di NPD e ora fa ufficialmente parte del Consiglio locale: lo sdegno della Repubblica federale non si è fatto attendere. Negli anni ‘90 Krueger é stato più volte condannato per disturbo dell’ordine pubblico, assalto a un’osteria e per la provocazione di una rivolta in prigione: un passato troppo controverso per reinvenstarsi candidato politico. Inoltre, nel 2003, Krueger ha addirittura tentato di formare politicamente un proprio gruppo armato: le accuse non sono andate a buon fine per insufficienza di prove, ma la situazione di Jamel sembra dare loro credito.

Perché a Jamel i ragazzi, per strada, si rivolgono ai visitatori con il saluto nazista. Il gruppo di neonazi cui fa capo Krueger sta cercando di creare nella frazione una National befreite Zone, un’area nazionale “liberata”. In gergo, la locuzione sottintende una zona libera dagli stranieri. Secondo quanto riporta il settimanale Der Spiegel, gli estremisti avrebbero comprato sette case su dieci e cacciato via tutti i “dissidenti” con attacchi vandalici e psicologici. La celebrazione pubblica del compleanno di Adolf Hitler e una svastica sul cartello d’ingresso al paese sono solo alcune delle tradizioni del villaggio. 

Krueger, fra l’altro, è proprietario di un’impresa di demolizione il cui simbolo è una stella di David fatta a pezzi. Secondo alcuni testimoni, tra cui il sindaco Uwe Wandel, l’azienda smaltisce rifiuti e brucia immondizia in maniera illegale, senza che nessuno sia in grado di prendere provvedimenti. Oltre a preda ideologica dell’estremismo di destra, quindi, il villaggio di Jamel è diventato una specie di zona franca dove la legge non è uguale per tutti.

Per qualcuno, Jamel è diventata il simbolo della crescente influenza dell'estrema destra nelle regioni dell'ex-Germania comunista, l’ex-Repubblica Democratica Tedesca (RDT). Il fenomeno, per ora, è limitato a una piccola frazione ai margini settentrionali dello Stato tedesco, una zona rurale facile da ignorare. E tuttavia, l’incertezza cresce: l’ex-RDT è una zona risaputamente sensibile alle ideologie neonazi e i più prudenti temono che la loro influenza possa diffondersi ulteriormente.

Tra il 2000 e il 2005, l'ex-Germania dell’Est registrava già il 44 % dei delitti politici di matrice neonazista, con appena il 19% della popolazione dell'intero Paese. Qualche anno dopo la caduta del Muro, gli estremisti di destra indicavano in rete ben venticinque città dell'Est come "libere da stranieri", centri quindi da porre sotto il controllo dei sostenitori della supremazia razziale. Fatto sta che nell’ex-RDT le dottrine neonaziste hanno trovato suolo fertile per radicarsi più profondamente che in altre zone.

Qualcuno riconduce il fenomeno alle condizioni di vita meno agiate offerte ancor’oggi dai Paesi un tempo d’oltre Cortina. I più maligni accusano la società moderna di non aver saputo accompagnare e sostenere i cittadini nel passaggio dagli Stati socialisti all’attuale capitalismo. Altri fanno riferimento al vuoto lasciato da un’ideologia forte come il comunismo, un vuoto che la società di mercato contemporanea non ha saputo - o potuto - colmare.

Bisogna ammettere che la realtà è finta senza idee per interpretarla e progetti per cambiarla e, d’altra parte, che gli uomini sono nulla senza l'anima. Perché il sogno del libero mercato s'é infranto contro l'esclusione dal mercato e l’unificazione ha riguardato le banche e le imprese, non le persone. Che ad ovest continuano a vivere più e meglio che ad est. O forse aveva ragione un tedesco eccellente come Bertolt Brecht, che commentando la caduta del nazismo ammoniva: “La bestia é morta, ma il ventre che l’ha partorita é ancora gravido”.

 

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy