di Emanuela Pessina

BERLINO. All’indomani dell’approvazione dell’impopolare riforma sanitaria, la Germania si trova ad affrontare un'altra vicenda poco rassicurante in materia. Un gruppo farmaceutico, specializzato nella produzione di medicamenti contro la schizofrenia, collaborerà dal prossimo anno con la cassa mutua della Bassa Sassonia (Nord della Germania) per il trattamento di pazienti schizofrenici. Un progetto che farà sicuramente risparmiare denaro allo Stato federale, ma che potrebbe costituire l’inizio di un’insana liberalizzazione del sistema sanitario.

L’apparato sanitario tedesco è finanziato da un sistema di casse mutue semipubbliche, o Krankenkasse, cui lavoratori e datori di lavoro versano i propri contributi tramite busta paga. I fondi a disposizione delle casse sono poi ridistribuiti per garantire che le risorse siano stanziate in modo equo: le singole casse mutue rimborsano i medici e gli ospedali secondo l’attività effettivamente svolta. E quando le casse facciano fatica a sostenere i costi, è lo Stato, assieme ai singoli Laender, a dover intervenire. In questo senso, nel 2010 la Germania si è trovata ad affrontare un deficit della sanità pubblica di ben 11 miliardi di euro.

Per risanare la voragine, il Governo di Angela Merkel (CDU) ha varato in questi giorni la tanto controversa riforma sanitaria. Dopo mesi di accese polemiche, i liberali e i cristiano democratici si sono accordati per un aumento del contributo obbligatorio. Dall'attuale 14.9% del salario si passerà al 15.5%: ai lavoratori dipendenti spetterà l’8.2% della quota, mentre sui datori graverà il 7.3% dell’assicurazione sanitaria. Una soluzione che non ha mancato di destare l’imbarazzo di sindacati e opposizione.

Le brutte sorprese, tuttavia, non sono ancora finite. A offuscare il panorama del sistema sanitario tedesco c’é anche lo spettro dell’assistenza integrata, un modello di previdenza sanitaria che verrà applicato nella Bassa Sassonia a partire dal 2011. Presentato come semplice esperimento, qualcuno teme già che si possa trattare di un progetto pilota. E il risultato dell’applicazione su scala nazionale sarebbe una sanità liberalizzata subordinata alle grosse case farmaceutiche.

Il programma di assistenza integrata prevede la collaborazione tra una srl a gestione imprenditoriale (I3G) e la AOK, una tra le più importanti casse mutue della Germania federale, per il trattamento di 13mila pazienti affetti da schizofrenia. I3G gestirà un’associazione di medici, cliniche e centri di riabilitazione che coopereranno fra loro in maniera sistematica per occuparsi in tutto e per tutto dei malati in questione. Oltre alla responsabilità qualitativa dell’assistenza medica, I3G si assumerà anche le spese totali delle cure dei suoi affiliati.

Grazie alla serrata collaborazione tra specialisti si eviteranno visite non necessarie, sostengono i promotori dell’iniziativa, così da rendere l’apparato sanitario più snello ed efficiente e ridurne i costi. Con gli accertamenti non necessari, tuttavia, va perso anche il confronto tra pareri medici. E ai più viene ancora difficile immaginarsi che I3G possa agire nel puro interesse del cittadino: il progetto assomiglia a una privatizzazione che trasforma il sistema sanitario in un monopolio di mercato per le case farmaceutiche.

I3G è una società totalmente affiliata al gruppo farmaceutico Janssen- Cilag GmbH, che ha sede nel Nord Reno - Vestfalia (Germania dell’Ovest). Le due aziende hanno la stessa sede legale e il chief executive officer di I3G, Klaus Suwelack, ha lavorato fino allo scorso agosto per Janssen- Cilag come -guarda caso- responsabile alla cooperazione. Janssen- Cilag, a sua volta, è il corrispettivo teutonico della Johnson + Johnson, uno dei maggiori gruppi farmaceutici statunitensi. Inutile aggiungere che Janssen- Cilag produce e smercia anche farmaci per il trattamento della schizofrenia: I3G è iscritta al registro del commercio tedesco solo da quest’anno e non ha nessuna referenza nell’ambito del trattamento di malattie psichiche, se non la ‘raccomandazione’ della Janssen- Cilag stessa.

Nonostante I3G si sia sforzata di assicurare la futura indipendenza dei medici impegnati nell’assistenza integrata dalla casa madre Janssen- Cilag, pochi riescono ad avere fiducia nelle belle parole dei dirigenti. L’associazione di ambulatori e ospedali dipende direttamente dalle decisioni amministrative di I3G: sarà difficile che lo staff medico possa mettere in discussione il profitto economico della Janssen- Cilag con scelte individuali completamente libere.

AOK ha presentato il progetto con grande entusiasmo, definendolo “il modello sanitario del futuro”.  Per ora, tuttavia, l’unico vantaggio atteso sembra essere il sollievo economico che I3G procurerà alla cassa mutua AOK e, con lei, allo Stato. Per non parlare dei lauti compensi che arriveranno alla casa farmaceutiche. Tranne i malati, ci guadagneranno tutti.

 

 

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