di Carlo Musilli

Tutta la vita all’ombra del fratello per superarlo, alla fine, nel momento più importante. La leadership del Labour Party britannico è diventata un affare di famiglia pochi giorni dopo le dimissioni di Gordon Brown, schiacciato dal disastro elettorale alle politiche del sei maggio scorso. Cinque in tutto i candidati alle primarie, ma è stato subito chiaro che la vera partita si giocava tra i fratelli David e Ed Miliband, ex ministri del governo Brown, rispettivamente degli Esteri e dell’Ambiente. David, il maggiore, era super favorito. Ma ha vinto Ed.

Il meccanismo delle elezioni è semplice. Votano tre collegi: membri del partito, deputati della Camera dei Comuni e del Parlamento Europeo, sindacati e associazioni affiliate. Ed è stato eletto al quarto turno. Nei primi tre David era sempre stato in testa, senza però riuscire a toccare quota 50%, necessaria per la vittoria. Man mano che venivano fatti fuori gli altri candidati (Diane Abbott, unica parlamentare britannica nera, Andy Burnham e Ed Balls, ex ministri rispettivamente di Sanità e Istruzione), i voti si ridistribuivano. Alla fine Ed l’ha spuntata col 50,65% dei voti, contro il 49,35% del fratello.

Determinanti sono stati i sindacati. Fino all’ultimo, iscritti al partito e deputati sono stati uniti nel sostenere David, ma alla fine le Unions hanno votato in modo tanto sbilanciato da consentire al fratellino di rimontare e vincere sul filo di lana. Ed deve il suo nuovo incarico esclusivamente a loro. E questo ha messo paura ai moderati inglesi. Hanno cominciato a parlare di “Ed il Rosso”, “prigioniero dei sindacati”. Insinuazioni che il giovane leader non ha apprezzato: “Non sono l’uomo di nessuno - ha detto - l’era [blairiana, ndr] del New Labour fa parte del passato”, ma “non ci sarà nessuna svolta a sinistra”. Non sia mai.

In ogni caso, non c’è dubbio che Ed sia più spostato a sinistra rispetto al fratello. Eppure, partivano da solide basi comuni. I genitori erano una coppia di ebrei polacchi fuggiti in Gran Bretagna durante la guerra. Papà, Ralph Miliband, era un noto filosofo marxista; mamma, Marion Kozak, un’accademica di uguale ortodossia “rossa”. David e Ed (4 anni di differenza) hanno frequentato lo stesso prestigioso liceo, lo stesso prestigiosissimo college. Sono entrati nel partito laburista e sono diventati parlamentari.

Poi però, i loro percorsi hanno iniziato a divergere. David è diventato consigliere di Blair ed ha sostenuto la guerra in Iraq, mentre Ed ha optato per Brown e ha definito il conflitto “un errore gravissimo”. David è regolarmente sposato e manda i suoi figli in una scuola cattolica. Ed, invece, convive e si proclama ateo. David piace all’establishment, Ed ai giovani, ai pacifisti, agli ambientalisti.

Quando apre bocca, Ed vuole essere sicuro che tutti capiscano. Piuttosto netta, ad esempio, la sua posizione sui Lib-Dem alleati di Cameron: “Nick Clegg ha voltato le spalle alla tradizione liberale”. L’obiettivo ultimo del nuovo leader sembra essere una riedizione del capitalismo dal volto umano: “Io sono socialista - spiega - perché critico le ingiustizie che il capitalismo crea”. Ed dice di voler combattere le “grandi ingiustizie che si riscontrano in Gran Bretagna, molte delle quali affliggono la classe media”, sottolineando che “non bisogna essere di sinistra per capire che alcuni eccessi dell’alta società sono sbagliati e ingiustificati”. Che fare, dunque? Ed propone di aumentare le tasse ai più ricchi e alle banche, di alzare i salari minimi per ridurre le disparità sociali, di gestire la spesa pubblica con la massima cura. Siamo proprio sicuri che non ci sia nessuna (relativa) “svolta a sinistra”?

Quanto ad azioni concrete per il prossimo futuro, Ed ha precisato che non si opporrà “a ogni taglio proposto dal governo”, perché il deficit pubblico va ridotto, ma bisognerà farlo a “un ritmo prudente”. Quest’ultima frase ci fa tornare alla realtà delle cose. Ed ha vinto solo le primarie. Se una nuova fase si è davvero aperta in Gran Bretagna, almeno per il momento, è una fase d’opposizione.  

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy