di Emanuela Pessina

BERLINO. La musica techno ha lasciato la scena per il silenzio dei funerali delle 21 giovani vittime. Finisce così la love parade di Duisburg. Una “danza macabra”, come la definisce il pastore che cerimonia le esequie. Molte le autorità presenti e tantissime le persone che hanno seguito la cerimonia attaccati alla tv o nelle piazze e negli stadi dove erano presenti i maxi schermi. Ai funerali presenti anche Angela Merkel e il presidente della Regione Nord Reno-Westfalia. Assente il sindaco di Duisburg, dello stesso partito della Merkel, che non intende dimettersi e che continua a rigettare ogni accusa. Prima tra tutte quella di avere ignorato gli avvisi di polizia e vigili del fuoco sull’inadeguatezza della città di Duisburg per il grande evento musicale.

Difficile spiegare l’indifferenza della polizia di fronte al panico collettivo e ancora più impossibile comprendere quali fossero le disposizioni date agli agenti. Proprio nel giorno del ricordo non si può evitare di pensare alle responsabilità e alle persone che sono rimaste a guardare quel tunnel in esplosione. Le recenti indagini del Governo regionale del Nordreno Vestfalia hanno definito con più precisione lo svolgimento dei fatti e si cominciano a fare le prime accuse ufficiali: i diretti colpevoli della tragedia sarebbero gli organizzatori dell'evento, tra cui il presidente Rainer Schaller, e il comune di Duisburg, con il sindaco Adolf Sauerland (CDU). Personaggi che, tra l'altro, si erano preoccupati di riversare inizialmente le loro accuse sulle forze di polizia stesse.

Secondo l'accusa, gli organizzatori della Love parade 2010 hanno tralasciato di rispettare il piano da loro stessi inizialmente presentato per ottenere i permessi, non garantendo così la cornice di sicurezza necessaria allo svolgersi pacifico dell'enorme manifestazione musicale. I rischi che ne sono scaturiti, quindi, erano perfettamente prevedibili: la mancanza iniziale si è aggravata sempre più, trasformandosi improvvisamente in una situazione al di fuori da ogni controllo. Erano quasi un milione a ballare a Duisburg e, quando si raggiungono queste cifre, le cose succedono molto velocemente.

Come è noto, all'origine di tutto c'è il tunnel di accesso al parco, dove era prevista la fine della techno street parade: dopo la sfilata, i carri avrebbero dovuto parcheggiarsi in questo spiazzo e far ballare i festaioli fino a notte inoltrata, possibilmente fino al mattino. E invece la tragedia. L'enorme quantità di persone presenti ha causato un ingorgo all'interno del tunnel, costringendo i ragazzi a un'interminabile attesa nel buio e nell'afa della galleria.

Tanto che, a un certo punto, gli uomini della sicurezza avrebbero dovuto sospendere l'ingresso al tunnel; ma questo non è avvenuto. E, proprio qui, l'ispettore Dieter Wehe, che si occupa delle indagini per conto del Land del Nordreno Vestfalia, individua la prima colpa della security: non aver impedito l'accumularsi di gente all'interno di quel tunnel che si è poi trasformato in trappola mortale.

Dall'altra parte del tunnel, nel frattempo, i numerosi partecipanti non riuscivano a uscire per l'immensa quantità di giovani danzanti che festeggiavano ignari davanti alle casse bloccando l'uscita. E qui, secondo Wehe, gli uomini della sicurezza avrebbero mancato ai loro doveri per la seconda volta: la security avrebbe dovuto spingere i ragazzi a raggiungere il campo aperto, evitando che impedissero il deflusso dal tunnel. Ed ecco il secondo, fatale errore della sicurezza e, con esso, la responsabilità degli organizzatori.

Appena raggiunta la luce, dopo la lunga attesa, i manifestanti, presi dal panico, hanno cercato una via di uscita alternativa al corteo obbligato in cui si sono sentiti prigionieri e lo hanno fatto attraverso delle strette scale laterali. Ed è proprio ai piedi di questi gradini che hanno trovato la morte le 21 vittime della Love Parade, schiacciate e calpestate in maniera tragica dalla pressione della massa e dal panico.

Per la sicurezza attorno al tunnel, gli organizzatori avevano previsto 150 uomini: dall'analisi dei video delle prime telecamere di controllo ne risultano molti meno. Anche le forze di polizia erano presenti in quantità ridotta e non sufficiente: la security avrebbe chiamato le forze dell'ordine troppo tardi perché potessero risolvere qualcosa. Se la tragedia è avvenuta intorno alle 17:00, gli uomini dell'organizzazione hanno chiesto l'intervento della squadra mobile solo verso le 15:30.

Rainer Schaller, responsabile della manifestazione, ha detto di essere pronto a sostenere le indagini con ogni mezzo per fare luce su quella verità che ritiene un dovere nei confronti delle famiglie delle vittime. A questo scopo ha messo a disposizione degli inquirenti i video di sei ulteriori telecamere di sicurezza. Il boss della Love Parade, tuttavia, non ha ancora ritrattato le sue accuse iniziali: le colpe sarebbero da attribuire alle forze dell'ordine e alla loro decisione improvvisa di aprire tutti i cancelli d'ingresso che portavano al tunnel. Il flusso di persone sarebbe diventato solo allora incontrollabile, dopo l'ordine della polizia. Secondo gli inquirenti, tuttavia, per ora non esistono prove in questa direzione.

E ora anche il sindaco di Duisburg, Adolf Sauerland, rischia la testa. Un centinaio di giovani hanno dimostrato in questi giorni di fronte al comune della città per chiedere le dimissioni del primo cittadino cristianodemocratico, accusato di aver risparmiato troppo nell'organizzazione dell'evento. Il sindaco avrebbe ricevuto anche delle minacce di morte anonime. In un'intervista, comunque, il sindaco ha ribadito la volontà di rimanere in carica, almeno fino a quando verrà fatta luce sulla tragedia della Love Parade. 

 

 

 

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