di Marco Montemurro

Nelle Filippine sono ormai prossime le elezioni generali del 10 maggio, data nella quale il paese è chiamato alle urne per scegliere il presidente, il governo e le varie amministrazioni locali. Gli elettori dovranno nominare il successore di Gloria Arroyo che, giunta al termine del suo secondo mandato, dovrà inevitabilmente lasciare il suo incarico. Molti candidati si contendono la presidenza, ma il confronto principale sarà tra il senatore Benigno “Noynoy” Aquino e Manuel “Manny” Villar, un imprenditore che, secondo la rivista Forbes, è classificato tra le dieci persone più ricche delle Filippine.

Aquino appartiene a una celebre famiglia, simbolo della democrazia del paese: il padre, suo omonimo, fu assassinato nel ’83 perché avverso al governo autoritario di Marcos, e la madre, Corazon Aquino, fu presidente dal ’86 al ’92, ossia durante gli anni di transizione dopo la dittatura. Il prestigio di Villar, al contrario, non deriva dalle sue origini, bensì dal suo operato, ed è proprio questo aspetto che lo rende il candidato più controverso del panorama politico filippino.

Manny Villar ha incentrato la campagna elettorale proprio sulle sue umili origini, mostrandosi così all’opposto di Aquino, e ha scelto lo slogan “sipag at tiyaga”, che in lingua tagalog significa diligenza e perseveranza. Tale espressione intende spiegare che, con il lavoro duro e la determinazione, si possono realizzare tutte le aspirazioni e, per ribadire questo concetto, Villar racconta sempre la sua storia personale. Ricorda che è nato a Tondo, un quartiere povero di Manila, secondo di nove figli, cosicché, per sostenere i fratelli, da ragazzo dovette aiutare la madre a vendere il pesce al mercato.

Quando era giovane le risorse economiche dei genitori erano scarse ma, grazie alla sua determinazione, afferma che riuscì a lavorare e a terminare gli studi universitari. In seguito, all’età di ventisei anni, utilizzò i risparmi per acquistare due furgoni, con i quali s’introdusse nel settore dell’edilizia. Costituì poi una ditta che, sostiene Villar, con il trascorrere del tempo, mattone dopo mattone, è cresciuta fino a diventare l’attuale Vista Land, ossia la più grande compagnia di costruzioni delle Filippine. Tali successi, raccontati come se fossero solamente il frutto di sacrifici e di onesto lavoro, hanno contribuito alla costruzione di un mito attorno alla sua personalità.

Manny Villar da mesi sta investendo molto in comunicazione e propaganda, per far conoscere la sua biografia, peraltro controversa. In televisione sono frequenti i suoi messaggi elettorali che, accompagnati da una melodia come fossero spot pubblicitari, mostrano il candidato alla presidenza sorridente tra la povera gente, nei mercati e nei quartieri disagiati dove, abbracciato ai bambini, si presenta come “uno di noi”. Benché possegga capitali miliardari e sia classificato tra i più ricchi del paese, intende mostrarsi come una persona umile che, grazie a “sipag at tiyaga”, ossia lavoro e determinazione, è riuscito ad emanciparsi. Così, in nome di questi valori, i suoi sostenitori lo accolgono, considerandolo un esempio di vita. Il comitato elettorale di Villar ha perfino creato in internet un social network, chiamato “akala mo”, nel quale gli utenti possono condividere i propri “akala”, cioè le aspirazioni personali.

Sul sito si possono leggere storie di ragazzi che, nonostante svolgano umili attività, sognano il benessere. C’è chi lavora al mercato della frutta, chi vende cibo per strada e chi lavora il legno, vite diverse, ma tutte accomunate dal desiderio di gestire un negozio o un ristorante, cioè diventare imprenditori, come il beneamato candidato. Anche se non posseggono alcun capitale economico, sognano di avviare una propria attività commerciale. Villar rappresenta per loro colui che è riuscito a emanciparsi dalla povertà e, per tale ragione, molti credono che da presidente aiuterà tutti coloro che hanno ambizioni. É una sorta di sogno americano, esportato però in uno dei paesi più poveri del mondo, come le Filippine.

Contribuisce ad accrescere il fascino di Villar anche Manny Pacquiao, il pugile campione mondiale dei pesi leggeri che, per merito della sua fama, quest’anno aspira a un posto al Congresso tra le fila del partito Nazionalista, la stessa forza politica di Villar. Lo sportivo è un idolo di tutti ed è l’orgoglio dell’intero paese perché, grazie ai suoi combattimenti, la bandiera filippina viene innalzata sul podio durante le competizioni internazionali. Villar, utilizzando il carisma di Pacquiao, si è garantito la simpatia di molte persone e, per di più, il successo del pugile è riconducibile al suo slogan che invita alla perseveranza, perché anche lui ha dovuto affrontare situazioni difficili.

Manny Pacquiao, benché sia cresciuto in un quartiere disagiato, con la forza della tenacia è riuscito ad affermarsi, diventando ricco e famoso. L’ideale politico di Villar si concilia dunque con il mondo dello spettacolo e dello sport, vale a dire, tutti possono raggiungere il successo grazie all’impegno e al talento. Tra i sostenitori del partito Nazionalista inoltre vi sono anche personaggi famosi del mondo della televisione, come la candidata alla vicepresidenza Loren Legarda, giornalista conduttrice della Abs-Cbn, e il presentatore Boy Abunda, un altro volto molto noto tra il pubblico.

Nelle Filippine la campagna elettorale è incentrata, non tanto sui programmi politici, bensì sugli ideali; vince colui che sa interpretare meglio i valori e i desideri diffusi nella società. Sia Noynoy Aquino sia Manny Villar, infatti, simboleggiano due cause ben distinte. Il primo è associato ai diritti democratici, che furono difesi dal padre e dalla madre, il secondo invece rappresenta l’imprenditore di successo dalle umili origini, un esempio per tutti coloro che sognano il benessere. Chiunque sia il vincitore, il 10 maggio comprenderemo meglio quali sono le aspirazioni che i filippini nutrono per il futuro.

 

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