di Carlo Benedetti

Mosca. Dicono che la storia si scrive sempre due volte. Ma per le vicende legate a Stalin le riscritture non si contano. Aumentano di giorno in giorno. Ed è quanto avviene ora in una Mosca che, pur da molti e molti anni post-sovietica, vede dominare il tema relativo al ruolo del generalissimo Josif Vissarionovic Stalin. Scontri e polemiche che dividono l’intera opinione pubblica russa sono all’ordine del giorno, perché il Comune di Mosca (dominato da un oligarca che si chiama Jurij Luskov) ha deciso di far installare, in tutta la capitale, il 9 maggio - in occasione del 65mo anniversario della vittoria sulla Germania nazista - pannelli, foto e testi che ricordano lo Stalin della guerra. E su questo, già da oggi, è battaglia.

Due gli schieramenti che si affrontano in una società che ha già avviato un processo di ricomposizione della sua memoria lacerata. Da un lato, con il sindaco, s’impegnano i veterani che - superando i traumi del XX congresso kruscioviano - hanno trovato il sostegno del presidente Medvedev, il quale ha dichiarato che “i delitti di Stalin non possono sminuire l’eroismo di un popolo che ha vinto la Grande guerra patriottica”.

Via libera, quindi, alle gigantografie staliniane. E già sono all’opera i cartellonisti del Comune - diretti da Vladimir Makarov - i quali presenteranno nelle maggiori piazze della capitale lo Stalin dei momenti più salienti della guerra: dall’inizio sino alla storica parata della Vittoria. Si vedranno le foto dei soldati che sfilavano nella piazza Rossa salutando Stalin e avviandosi direttamente al fronte; verranno riprodotte le immagini del comizio che si svolse nella stazione “Majakovskij” della metropolitana. E compariranno nelle strade della capitale i pannelli dedicati ai grandi della coalizione antihitleriana e ai generali dell’Armata, da Jukov a Konev, da Rokossovski a Rybalko.

Intanto sul  fronte dello schieramento del “niet” si trovano i figli e gli orfani della perestrojka gorbacioviana. Tutti guidati da Ludmila Alekseeva, che è alla testa del movimento dei “Diritti umani”. E’ lei che dalla Radio Eco di Mosca parla dei crimini di Stalin e invita alla rivolta, proponendo manifestazioni di protesta. Si accoda lo speaker della Duma (il Parlamento), Boris Grizlov, che è uno dei massimi esponenti del partito di Putin “Russia unita”.

L’obiettivo di queste forze del fronte antistalinista consiste nel mantenere viva la drammaticità del passato, squarciando le cortine di silenzio costruite dopo il primo rumore del disgelo kruscioviano. In pratica, una riedizione di una vera propria campagna antistalinista alla vigilia di un avvenimento nazionale e internazionale come sarà il 65mo della Vittoria. E così è chiaro che, chi teme il riapparire dei manifesti con l’immagine di uno Stalin vittorioso alla testa dei popoli sovietici, teme soprattutto che si riconoscano anche i meriti di Stalin e si riducano le sue gesta criminali a semplici “abusi di potere”. E che, di conseguenza, non si debba mettere in discussione quell’Unione Sovietica da lui guidata nel nome di una natura socialista.

Si va quindi verso la festa della Vittoria in un clima di rottura nazionale, mentre sono in molti a ricordare quei celebri versi del 1962 - “Nasledniki Stalina”, gli eredi di Stalin - che Evtusenko aveva dedicato al Mausoleo della Piazza Rossa. Chiedeva allora il poeta che fosse rafforzata la guardia alla tomba di Stalin, perché era sempre vivo il pericolo di un suo ritorno. In questo clima si arriva anche a parlare di un nuovo stalinismo, vedendo nei futuri manifesti una prima e strisciante riabilitazione con la figura del Generalissimo e con il suo nome, oggetti di una pressochè unanime e religiosa venerazione.

Ora, mentre ci si appresta a celebrare la giornata della Vittoria, sono in molti, tra le nuove generazioni del Paese, a chiedersi perchè la data prescelta sia quella del 9 maggio, quando in tutto il mondo la festa avviene l’8. Il fatto è - spiega con tono pedagogico la radio moscovita - che l’atto di capitolazione venne firmato l’8 maggio alle ore 23,43 orario dell’Europa Centrale. Ma in Russia erano le 0,43 del 9 maggio. Quindi nessun ritocco della storia. Nessuna “rilettura” degli eventi. Solo un fatto di orario. Destinato allora a cambiare il mondo.

 

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy