di Emanuela Pessina

BERLINO. In occasione del ventennale della caduta del Muro di Berlino, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha tenuto un discorso ufficiale di fronte al Congresso statunitense, onore toccato finora a un solo cancelliere federale, Konrad Adenauer, nel 1957. Il discorso della Merkel, tuttavia, non ha soddisfatto le attese del mondo politico. Se, da una parte, la cancelliera è riuscita a convincere tutti con le sue parole di ringraziamento agli Stati Uniti, dall'altra non ha fornito i chiarimenti attesi riguardo le quérelles internazionali più urgenti, come Afghanistan e crisi economica.

Angela Merkel ha aperto il suo discorso ringraziando gli Stati Uniti per l'appoggio offerto alla Germania nel corso della storia, soffermandosi sui due momenti particolari in cui il sostegno degli Usa fu fondamentale, e cioè contro la dittatura nazista e nel processo di Riunificazione della Germania. A questo proposito, l’ex ragazza dell'Est ha riportato con parole toccanti anche la sua esperienza personale.

"Come tanti giovani, anch'io mi sono entusiasmata per una marca particolare di jeans che non c'erano nella Repubblica Democratica Tedesca e che mia zia mi spediva dall'Ovest", ha confessato la Merkel. Con queste semplici parole, la cancelliera venuta dall'Est ha voluto testimoniare l'importanza degli eventi storici nella vita quotidiana die piccoli. "La terra delle possibilità infinite era, per me, la terra delle possibilità irraggiungibili", ha concluso la Merkel riferendosi all’America dell’american dream, e, per riportare il discorso a un tono ufficiale, ha colto l'occasione per commemorare i presidenti americani che hanno ricoperto un ruolo nel rapporto Usa- Germania, da J.F. Kennedy a G. W. Bush.

Dopo l'excursus storico, che non ha mancato di riscuotere lodi tra i senatori statunitensi, la Merkel è passata alle questioni politiche contemporanee:  qui, però, la cancelliera non si è espressa in modo incisivo. Riguardo la questione mediorientale, la Merkel ha riconosciuto l'importanza e la difficoltà delle missioni, ribadendo l'interesse della stessa Germania "a condurre al successo il concetto ideale di sicurezza globale" espresso dagli Usa. La cancelliera, tuttavia, non ha dato risposte concrete alle richieste di Barack Obama, che  vorrebbe un aumento del contingente tedesco in Afghanistan. Forse proprio in ragione della sua storia, la Germania è un Paese molto critico, e la cancelliera lo sa: sarebbe molto difficile spiegare ai suoi cittadini l'invio di nuovi militari in Afghanistan.

Per quel che riguarda la crisi economica, la Merkel non ha mancato di sottolineare l'importanza della collaborazione tra Stati Uniti e Europa, un rapporto che definisce cruciale per evitare il ripetersi della crisi. "Un'economia globalizzata richiede un sistema di regole globale", ha precisato la Merkel e, senza un impegno comune di Europa e Stati Uniti, questo non si può ottenere. La cancelliera ha invitato anche a "non cadere nella tentazione del protezionismo", non entrando però nel vivo delle critiche che ci sono state  nei confronti della sua politica da parte degli Stati Uniti.

La Mekel ha pronunciato parole decise nei confronti dell'Iran, confermando un atteggiamento di "tolleranza zero" verso la politica di Mahmoud Ahmadinejad. "L'Iran conosce i limiti della politica occidentale: un presidente che nega l'Olocausto, che minaccia Israele e che non garantisce i diritti fondamentali dell'esistenza non può possedere la bomba atomica".

Ma il vero cavallo di battaglia dell'agenda Merkel è stata la questione del clima, che ha definito, senza mezzi termini, il nuovo "Muro eretto tra presente e futuro che c’impedisce di vedere le necessità delle generazioni future". A questo proposito ha chiamato tutti a impegnarsi in modo continuo e reale, strappando anche numerosi applausi ai senatori statunitensi che, si sa, al momento non vogliono (o non possono) investire troppo in questo campo.

Al momento, in effetti, Obama e i suoi collaboratori hanno numerosi problemi  interni da risolvere, tra cui la riforma sanitaria e gli effetti quotidiani di una crisi economica non ancora inquadrata del tutto, e il problema del clima passa in secondo piano. Probabilmete lo sa anche Angela Merkel: per questo, forse, non si è sbilanciata con proposte concrete, limitandosi a mostrare un'ottima intesa con il presidente Obama e non forzando la mano sulle questioni più delicate tra le due potenze. Per la richiesta di seggio al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ambizione dichiarata di Berlino, é cosa utile avere un alleato alla Casa Bianca.

 

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