di Giuseppe Zaccagni

La definiscono “impennata globale dei prezzi dei generi alimentari” e questo, tradotto in termini crudi, vuol dire oggi che ci sono nel mondo altri 40 milioni di persone che figurano nella lunga lista dei denutriti. Si è alla fame, nera, e a dirlo è la Fao. Perché le “cifre” complete annunciano che si è raggiunto il vertice di circa un miliardo di affamati, tutti dannati della terra che vagano in un pianeta che ci ostiniamo a definire come “globalizzato”. Ed ecco che in questo contesto arrivano nuovamente le terrificanti informazioni da un paese che si vorrebbe “socialista” e “democratico-popolare”: la Repubblica Democratica Popolare di Corea diretta da Kim Jong Il. Qui è emergenza cibo per circa 9 milioni di persone, ovvero il 40% della popolazione che oggi ammonta a oltre 22 milioni di abitanti. Tutto questo emerge in un rapporto congiunto redatto dalla “Fao-Pam” che allarma anche quei paesi che sono a fianco della penisola coreana: Cina e Russia. Il pericolo è che, sulla base della catastrofe sociale, comincino le fughe verso quelle aree asiatiche dove, più o meno, l’esistenza è garantita. Ora, per quanto riguarda la Nord Corea, le organizzazioni della Fao valutano che il Paese ha un deficit cerealicolo di circa 836 mila tonnellate e che, anche considerando le importazioni commerciali, per sfamare 8,7 milioni di persone (in maggioranza bambini, donne incinte, puerpere ed anziani) serviranno 800 mila tonnellate di aiuti alimentari. Emergenza reale, quindi, per il governo di Pyongyang pur se la linea di Kim Jong Il punta ad ignorare la realtà dei fatti. E così la cortina che divide il 38mo parallelo si estende anche all’interno del Paese. Da un lato la capitale con le sue strade vuote e linde, dall’altro la lontana campagna dove si vive appena.

“Ma in Corea - spiega l’esperto Henri Josserand, responsabile del sistema mondiale d'informazione e di allerta rapida della Fao - nonostante le buone condizioni meteorologiche e il lavoro dei contadini non si è riusciti a superare la mancanza di fertilizzanti e di fonti d'energia". Non solo, ma le razioni di cibo, fornite dal potere centrale, rappresentano ora la sola fonte principale di sostentamento per circa il 70% della popolazione. C’è di più: saranno drasticamente ridotte, in particolare durante la stagione magra da giugno ad ottobre.

“E’ in conseguenza di questa drammatica situazione - precisa Torben Due, rappresentante del Pam in Nord Corea - che la maggioranza delle famiglie nordcoreane stanno già dimezzando il numero dei pasti giornalieri consumando una dieta pericolosamente povera". Tutto questo vuol dire che milioni di famiglie dovranno patire ancora un altro anno di penuria alimentare". Perché con un deficit alimentare di tale ampiezza, avere acceso ad una quantità di cibo sufficiente e mantenere una dieta bilanciata sarà quasi impossibile, in particolare per quanti vivono nelle province remote del Nordest del paese come Sonbong Najin, Ch’ongjin, Hyesan. E tutta questa emergenza alimentare potrebbe avere conseguenze molto gravi anche per le condizioni di salute dei gruppi più vulnerabili.

Quanto alla attuale scarsa produzione agricola le fonti della Fao fanno notare che le cause partono da lontano dal momento che si registra una notevole riduzione della fertilità del suolo. Mancano, tra l’altro, precise disponibilità di sementi. Non solo, ma va tenuto conto che le forniture di fertilizzanti nel 2007 erano già state ridotte del 60 per cento rispetto a quanto richiesto e la fornitura d’energia era stata diminuita del 70 per cento rispetto ai livelli tradizionali. Altro dato allarmante si riferisce alle razioni di cibo che, fornite dalle organizzazioni centrali a circa il 70 per cento della popolazione, saranno drasticamente ridotte.

Ora mentre la situazione si fa sempre più difficile, le autorità di Pyongyang rifiutano qualsiasi "ingerenza" scegliendo la politica dell’isolamento internazionale e chiudendo le frontiere a nord e a sud del Paese. Già sono stati interrotti i collegamenti via terra con la Cina e ai turisti cinesi che vogliono raggiungere la capitale nord-coreana non resta che imbarcarsi sui voli diretti da Pechino o Shenyang. Niente visti, invece, per gli abitanti delle tre province cinesi che confinano con la Corea del Nord, se si tratta di ex-cittadini nord-coreani ora in esilio. Tutto, comunque, è ovattato dalla propaganda nordista che si muove, da sempre, in uno straordinario e spesso inestricabile coacervo di falsità politiche ed economiche.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy