di Fabrizio Casari

Un vecchio ma validissimo adagio rileva come la Banca Mondiale, lungi dal dover sostenere attraverso progetti ed infrastrutture le economie dei paesi emergenti, come da statuto, sia sostanzialmente il luogo dove si garantisce che i poveri dei paesi ricchi finanzino i ricchi dei paesi poveri. Falco tra i falchi, sarà per questo che Paul Wolfowitz era sembrato l’uomo giusto al posto giusto per la congregazione di petrolieri ed affaristi texani che hanno messo la mano destra sugli affari statunitensi, quella sinistra sul petrolio del resto del mondo e tutti e due i piedi sul diritto internazionale. Ma soprattutto doveva essergli sembrata una uscita di scena onorevole, una sorta di scivolo consentito dalla tragedia irachena ed afgana nella quale la Casa Bianca, trascinata da Wolfowitz, ha trascinato gli Stati Uniti. Perché proprio Paul Wolfowitz, con Donald Rumsfeld e Karl Rove, assistiti da John Dimitri Negroponte e con il sostegno della destra religiosa fanatica ed integralista, aveva formato l’orrido quartetto d’archi che resuscitò il pensiero reazionario con il quale la prima e la seconda Amministrazione Bush si sono presentate al mondo. Teorico della guerra preventiva e della supremazia globale statunitense da garantire sulla punta dei fucili, Wolfowitz resuscitò ed attualizzò il reaganiano “Documento di Santa Fe”; elaborò e rispolverò, traformandola in teoria di govenance globale, la Dottrina Monroe. Il cosiddetto pensiero neocon, un modo edulcorato e gentile di definire il pensiero fascistoide dominante nell'attuale leadership statunitense, ebbe nell’ormai ex Presidente della Banca Mondiale il suo profeta più ascoltato.

Ma proprio i rovesci subiti dalle avventure militari americane lo condannarono ad un ruolo esterno all’Amministrazione, così tentando di veicolare una sorta d’immunità a posteriori per la Casa Bianca, che del resto ha già dovuto mollare John Bolton e Donald Rumsfeld in quella che sembra, a tutti gli effetti, una disfatta ormai inevitabile.

Paul Wolfowitz era soprattutto un essere spregevole. Convinto di essere infallibile ed invincibile, detestato da tutti coloro che ne invidiavano l’influenza che esercitava nello studio ovale, esce oggi dall’istituzione di Bretton Woods per uno scandalo di sesso e business. La sua amante – anzi la sua friend-girl, come la definisce lo stesso Wolfowitz, era stata infatti da lui promossa alla Banca Mondiale con uno stipendio favoloso. Saha Riza, funzionaria statunitense di origini libiche ma di passaporto britannico, era la sua compagna dal 2001, da quando cioè il teorico cattolico ed integralista, strenuo difensore della famiglia tradizionale, aveva lasciato la moglie e i suoi tre figli. Per lei, il teorico della guerra aveva scelto una strada tortuosa e diplomatica, rivelatasi alla fine inefficace. Conscio del rischio di poter incorrere nel conflitto d’interessi (che nell’America puritana ha ancora un suo rilievo) ma forte delle relazioni con l’Amministrazione, spostò la signora Riza al Dipartimento di Stato USA, con un incarico nominale presso l’amica Condoleeza Rice, aumentandole fino a 193.000 dollari annuali (esentasse) lo stipendio. Non pago, fece inserire nero su bianco una clausola contrattuale che garantiva alla friend-girl un futuro rientro presso la Banca Mondiale con grado e stipendio ancora maggiori.

Del resto, il suo motto era sempre stato “conta solo chi conosci” e lui certo, presso la Casa Bianca, conosceva qualcuno decisamente influente. George Bush ha tentato in ogni modo di difenderlo e solo al termine di un braccio di ferro aspro con il consiglio d’amministrazione della Banca, formato da ventiquattro paesi, ha dovuto cedere. Un cedimento che, comunque, ha visto l’esborso di una liquidazione milionaria per Wolfowitz; denaro che verrà sottratto ai programmi della Banca quando, a fine giugno, il falco ormai spiumato lascerà i suoi uffici. La sua vicenda in qualche modo vorrebbe indicare come la democrazia statunitense sa sanzionare comportamenti illegittimi, ma in realtà assume il valore di una ennesima ipocrisia. Wolfowitz, infatti, viene rimosso per conflitto d’interessi, un modo come un altro per non giudicarlo per i conflitti armati dei quali è stato teorico ed ispiratore. Come già altri ex funzionari statunitensi i cui atti dovrebbero essere giudicati dal Tribunale Penale Internazionale, probabilmente Paul Wolfowitz si riciclerà come conferenziere a decine di migliaia di dollari l’ora. In attesa, probabilmente vana, che il giudizio degli uomini in toga si sostituisca a quello dei banchieri in blazer blu.

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