di Bianca Cerri

Nel 1968 Richard Nixon andò alla Casa Bianca e subito promise che avrebbe tirato l’America fuori dai guai del Vietnam. Ma le cose andarono diversamente: il 30 aprile del 1970, l’esercito americano assetato di sangue comunista invase la Cambogia assieme agli alleati sud-vietnamiti. Il primo maggio, mentre nell’aria si avvertiva già l’arrivo dell’estate, gli studenti dell’università di Kent, in Ohio, occuparono il campus in segno di dissenso verso le politiche belliche di Nixon. In Ohio, la contestazione era sempre stata un fenomeno isolato e le autorità municipali, che non si aspettavano una presa di posizione tanto aperta da parte degli studenti, dichiararono lo stato d’emergenza. Nixon in persona chiamò al telefono il governatore Rhodes per ordinargli di espugnare l’università a tutti i costi. La sera del 3 maggio 1970, la Guardia Nazionale arrivò in città. Armati di tutto punto, circa 1000 agenti circondarono il complesso universitario di Kent dopo che gli elicotteri avevano sorvolato per tutta la notte il grande prato dove i ragazzi dormivano nei sacchi a pelo. Circolavano voci su un probabile arrivo del governatore ma nelle prime ore del pomeriggio del quattro maggio l’aria si riempì improvvisamente di gas lacrimogeni e da un megafono il comandante della Guardia Nazionale intimò agli studenti di abbandonare immediatamente il campus. Nessuno si mosse e fu allora che settanta soldati andarono ad appostarsi su un’altura. In un primo momento, l'aria si riempì solo del fumo dei lacrimogeni, poi il comandante ordinò ai suoi uomini di aprire il fuoco. Un gruppo di studenti riuniti su una collinetta, nota come Blanket Hill, furono i primi ad essere raggiunti dai colpi. Allison Krause, una ragazza di 19 anni popolarissima tra i compagni per la sua bellezza e per l’energia delle sue posizioni politiche, fu colpita alla schiena e cadde a faccia in giù sull’erba del prato. Un amico che tentò di sollevarla credendola ancora viva scoppiò in lacrime vedendo gli occhi a mandorla di Allison semichiusi e velati dalla morte. In pochi minuti, la scena si trasformò in un inferno.

A pochi metri di distanza da Allison un’altra ragazza, Sandy Scheuer, 20 anni, fu colpita alla bocca e morì dissanguata in pochi minuti, senza che i colleghi accorsi per aiutarla potessero fare nulla per lei. Nei 13 secondi che durò l’attacco, anche William Schroeder e Jerry Miller vennero ammazzati senza pietà dalle guardie che mirarono alla schiena. China sul corpo di Miller, Mary Vecchio, una ragazza di 15 anni fuggita da casa ed ospitata dagli amici a Kent, urlava con tutta la disperazione che aveva in corpo.

A soli 30 metri di distanza, Dean Khaler cercava inutilmente di rialzarsi da terra senza sapere che un proiettile gli aveva spezzato la colonna vertebrale e non sarebbe stato mai più in grado di camminare. Nei 13 secondi dell'attacco Khaler aveva perso quattro dei suoi compagni più cari e il controllo della propria esistenza. Dopo un lungo periodo di ospedalizzazione e di depressione, trovò la forza di perdonare il militare che lo aveva reso invalido. Bene o male, anche su una sedia a rotelle la vita sarebbe continuata...


Allan Canfora, amico fraterno di Khaler fu colpito da un proiettile che gli spezzò il polso ma decise che non avrebbe mai potuto perdonare. Nel corso degli anni centinaia di persone lo hanno insultato e accusato di anti-patriottismo ma lui non ha mai cambiato le sue posizioni. A 37 anni dalla tragedia di Kent, Canfora ha fatto proiettare i filmati dove si sente chiaramente la voce del comandante della Guardia Nazionale che ordina di aprire il fuoco, una circostanza sempre negata sia dal governo di allora che da quelli che si sono succeduti dal 1970 ad oggi. Alla proiezione c’erano giornalisti, studenti e semplici cittadini. E tutti hanno potuto rendersi conto che i fatti di Kent non furono il frutto di una decisione improvvisa, ma un’azione programmata accuratamente per mettere fine al dissenso nelle università.

Gli studenti che videro morire i compagni vengono ogni anno a Kent per la cerimonia di commemorazione in loro onore e continuano ancora oggi a chiedersi come sarebbero state le vite delle quattro vittime se solo avessero avuto la possibilità di essere vissute. Barry Levine, che all'epoca era il fidanzato di Allison, ci sarà anche quest’anno e ci saranno anche Mary Vecchio, la ragazza immortalata accanto al corpo di Jerry Miller, e la migliore amica di Miller, Sara Perlman. Sara, che stava correndo verso l’uscita del campus, fu sconvolta dalla visione del corpo senza vita di Jeff. Racconta che quel giorno avrebbe voluto abbracciare Jeff, consolarlo ma la vista del sangue l’aveva paralizzata....” Il 4 maggio del 1970, guardando la vita di Jeff scivolare via sul cemento sporco di un marciapiede ho capito che le vite di tutti noi e anche quelle dei nostri coetanei che morivano nel sud est asiatico non significavano assolutamente nulla...”, ha detto Perlman rievocando la tragedia di Kent. Chissà perché la sensazione è che in 37 anni non sia cambiato nulla...

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