di Michele Paris

In attesa dell’approvazione dell’ennesimo pacchetto di austerity imposto dalle autorità europee in cambio di una nuova tranche del prestito erogato ad Atene per ripagare i propri creditori, la Grecia è stata messa in ulteriore agitazione in questi giorni dalla pubblicazione di una famigerata lista di persone che avrebbero trasferito ingenti somme di denaro in Svizzera. La diffusione dei circa duemila nomi di cittadini greci con conti esteri è arrivata dopo mesi di polemiche e accuse reciproche tra i politici locali e, nella giornata di domenica, ha portato all’arresto dell’editore della rivista Hot Doc che aveva pubblicato la lista il giorno precedente.

L’elenco in questione era stato consegnato nell’ottobre del 2010 dall’allora ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde, attualmente alla guida del Fondo Monetario Internazionale, alla sua controparte di Atene, George Papaconstantinou, teoricamente per aiutare il governo greco a individuare possibili evasori fiscali.

Quest’ultimo, come ha affermato settimana scorsa di fronte ad una commissione parlamentare, aveva chiesto all’unità investigativa per i crimini fiscali di indagare su una ventina di cittadini greci inclusi nella lista con somme di denaro depositate presso la filiale di Ginevra della banca britannica HSBC.

Secondo l’ex ministro delle Finanze socialista, i legali del suo dicastero lo avevano però messo in guardia da possibili difficoltà che avrebbero potuto emergere da un simile procedimento, visto che la lista era stata ottenuta “illegalmente” tramite un dipendente della HSBC.

Senza insistere ulteriormente sull’indagine, Papaconstantinou aveva poi passato la lista di 2.059 nomi al suo successore, il compagno di partito e attuale leader del PASOK, Evangelos Venizelos, il quale da parte sua aveva inizialmente sostenuto di non esserne a conoscenza anche se il mese scorso ne avrebbe consegnata una copia al primo ministro conservatore, Antonis Samaras. Anche Venizelos ha giustificato la sua inerzia con i consigli dei legali del ministero sull’inutilizzabilità della lista.

Secondo i resoconti dei media, la lista sarebbe successivamente andata persa, tanto che l’attuale ministro delle Finanze, nonché ennesimo docile esecutore delle direttive europee, Yannis Stournaras, avrebbe chiesto una copia della versione originale al governo di Parigi, il quale per ora non ha fornito alcun riscontro.

Sulla cosiddetta “lista Lagarde” sono elencati nomi di politici - tra cui due ex ministri e un consigliere del premier - e uomini d’affari, ma anche attori, medici, avvocati, giornalisti e architetti. Secondo Hot Doc ci sarebbero anche alcuni nomi di donne identificate come casalinghe, responsabili del trasferimento di denaro in Svizzera.

Tra i politici più noti coinvolti spicca l’ex ministro della Marina Mercantile, Giorgios Voulgarakis, la cui consorte appare sulla lista. Per motivi di privacy non sono state pubblicate le cifre corrispondenti ai nomi, anche se la rivista greca afferma che su un singolo conto sarebbero depositati fino a 500 milioni di euro.

Queste polemiche interne ad una classe politica che, rispondendo agli ordini della troika (UE, BCE, FMI), ha devastato la società greca, indicano da un lato il chiaro desiderio di evitare anche il minimo tentativo di perseguire potenziali evasori fiscali che hanno trasferito all’estero vere e proprie fortune e, dall’altro, il carattere fortemente classista dei devastanti provvedimenti adottati in questi anni per far fronte al debito di Atene gettando nella disperazioni milioni di cittadini greci.

I giornali di tutto il mondo che in questi giorni hanno parlato della vicenda non mancano inoltre di far notare come la gestione della lista ad Atene si scontri con le ripetute richieste da parte della troika di porre un freno alla dilagante evasione fiscale in Grecia nell’ambito del piano di “salvataggio” predisposto in questi ultimi anni.

Il fatto che i governi succedutisi dal 2010 non abbiano mosso un dito su tale questione, mentre Bruxelles si è sempre mostrata inflessibile sull’implementazione dei tagli alla spesa pubblica e sull’azzeramento dei diritti dei lavoratori greci, la dice lunga perciò sulla reale volontà delle autorità europee di colpire i ricchi evasori.

Comprensibilmente, la “lista Lagarde” ha acceso ulteriormente gli animi di coloro che in Grecia stanno pagando duramente le misure di austerity imposte al loro paese. A ciò ha contribuito poi l’arresto del proprietario della rivista Hot Doc, il noto giornalista investigativo Kostas Vaxevanis, con l’accusa di avere violato la privacy delle persone elencate.

Lo zelo con cui le autorità hanno provveduto ad eseguire il mandato di arresto è stato descritto dallo stesso Vaxevanis, il quale su Twitter ha raccontato che ben 15 agenti di polizia si sono presentati presso l’abitazione di un amico, dove si trovava domenica, per prenderlo in custodia. Vaxevanis è stato rilasciato poco dopo l’arresto ma è apparso davanti ad un giudice lunedì per conoscere la data del processo che lo attende.

La pubblicazione di un elenco di persone appartenenti alla classe privilegiata con ampia disponibilità di denaro in conti svizzeri ha suscitato ancor più lo sdegno della maggior parte della popolazione greca perché è giunta in concomitanza con la discussione in Parlamento su un pacchetto da 13,5 miliardi di euro di nuovi tagli alla spesa e di tasse, su cui la troika ha fatto capire di non essere disposta a transigere.

La mancata indagine sui possibili evasori fiscali contenuti nella “lista Lagarde” non ha però soltanto un significato simbolico, come sostengono quanti fanno notare che l’elenco, peraltro risalente al 2007, indica somme complessive pari a “solo” 1,5 o 2 miliardi di euro.

La cifra totale suggerita da Hot Doc è infatti con ogni probabilità solo la punta dell’iceberg, dal momento che gli stessi calcoli della Banca Centrale greca rivelano che gli evasori greci hanno trasferito in Svizzera quasi 70 miliardi di euro, mentre alcune indagini giornalistiche hanno stimato addirittura non meno di 200 miliardi.

Un cifra, quest’ultima, che ammonta a circa due terzi del debito complessivo di Atene e che, se confermata, smentirebbe tutte le pretese di coloro che affermano che non esistono risorse per sanare la crisi della Grecia garantendo degne condizioni di vita a tutti i suoi cittadini.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy