Il primo ciclo di negoziati delle Nazioni Unite, avviato il 26 aprile 2024 per arrivare ai Termini di Riferimento (ToR) per la prima Convenzione Quadro sulla Cooperazione Fiscale Internazionale, ha preparato una bozza di testo da discutere in agosto (https://t.ly/hVTwm). Il testo riguardava, tra l'altro, le imposte sul reddito, sul patrimonio, sull'ambiente e sulle società. L'iniziativa del 2023 è partita dal Gruppo africano ed è stata inizialmente osteggiata dai grandi Paesi, ma alla fine tutti hanno aderito ai colloqui.

 

Il punto di partenza è stato che i Paesi di tutto il mondo perdono milioni di dollari a causa dell'evasione o dell'elusione fiscale nei “paradisi fiscali”, il che colpisce in particolare i Paesi poveri, che si trovano senza le risorse necessarie per investire nel loro sviluppo.

Dopo tre settimane di deliberazioni, il 16 agosto (2024) si è svolta la votazione delle Nazioni Unite sul ToR con un risultato clamoroso: 110 Paesi a favore, 8 contrari e 44 astensioni. Hanno votato contro: Australia, Canada, Israele, Giappone, Nuova Zelanda, Regno Unito, Stati Uniti, Repubblica di Corea e Stati Uniti. Tra coloro che hanno votato a favore, Cina e Russia; tra gli astenuti, invece, i principali Paesi dell'Europa occidentale: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Norvegia, Portogallo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. I Paesi latinoamericani presenti hanno votato a favore del ToR, ad eccezione dell'Argentina, che si è astenuta, anche se è paradossale che anche l'Ecuador abbia votato a favore.

L'astensione dell'Argentina si spiega con la posizione del suo presidente Javier Milei, che ha ripetutamente sottolineato che le tasse sono un “furto”, in accordo con l'ideologia libertaria anarcocapitalista che lo guida. Nel caso dell'Ecuador, una è stata la posizione esterna, mentre il comportamento interno è un altro. Proprio dal 2017, i governi che si sono succeduti di Lenín Moreno e dei milionari Guillermo Lasso e Daniel Noboa sono stati caratterizzati da misure dittatoriali travestite da “incentivi fiscali”, che esentano i potenti gruppi economici del Paese dal pagamento delle tasse o le riducono sostanzialmente. Di più: Moreno è indagato dalla Procura Generale per il caso “INA Papers” su legami con una società offshore (https://t.ly/uuHc6); il banchiere Lasso è noto in tutto il mondo per essere legato ai “Pandora Papers”, che denunciano rapporti con più di 10 società offshore e trust a Panama, South Dakota e Delaware. (https://t.ly/RkxED); e l'Agenzia delle Entrate dell'Ecuador (SRI) segnala la “Exportadora Bananera Noboa”, di proprietà dei parenti del presidente, come un'azienda debitrice di una somma milionaria, che beneficerebbe di un'amnistia governativa (https://t.ly/3XtFA).

Nell'ambito del modello neoliberale-affaristico consolidato in Ecuador, l'evasione e l'elusione fiscale sono realtà permanenti, così come i condoni, le riduzioni o le soppressioni fiscali per coloro che concentrano la ricchezza, nonché le riduzioni dell'ISD (imposta sul deflusso di valuta estera), che in alcuni casi ha permesso di tassare il flusso di denaro all'estero. Sotto le linee guida del neoliberismo e del libertarismo nazionale, le élite imprenditoriali e ricche del Paese hanno una forte capacità di impedire che le tasse raggiungano gli obiettivi sociali perseguiti dall'ONU a livello globale.

Come è noto, l'America Latina è la regione più iniqua del mondo, per cui le imposte dirette sulla ricchezza devono far parte delle politiche economiche statali, non solo per ridistribuire la ricchezza, ma anche per avere le risorse per rendere efficienti e universali i servizi educativi, sanitari e di sicurezza sociale, che costituiscono la trilogia di base per prendersi cura di tutta la popolazione. La regione ha un'esperienza storica sufficiente del disastro sociale causato dalle misure neoliberali, soprattutto in termini di “riduzione” dello Stato, un dogma che ha solo peggiorato la fornitura di servizi pubblici e indebolito il quadro istituzionale generale. Mentre in Ecuador si fa propaganda per ridurre o eliminare le tasse con l'argomentazione che sono “troppe”, gli studi delle organizzazioni internazionali mostrano che il Paese ha un livello di tassazione inferiore alla media latinoamericana (ECLAC: https://t.ly/1Snmp), una regione che non raggiunge le medie OCSE del 34-35% del PIL.

Per il momento, l'adozione del documento ToR (https://rb.gy/ayc9nd) è un passo importante ma insufficiente.

Il documento definisce gli impegni, concentrandosi su: “a. un'equa ripartizione dei diritti di tassazione, compresa un'equa tassazione delle imprese multinazionali; b. la lotta all'evasione e all'elusione fiscale da parte di persone con un elevato patrimonio netto e la garanzia di una loro effettiva tassazione negli Stati membri interessati; c. approcci alla cooperazione fiscale internazionale che contribuiscano al raggiungimento dello sviluppo sostenibile nelle sue tre dimensioni, economica, sociale e ambientale, in modo equilibrato e integrato; d. un'efficace assistenza amministrativa reciproca in materia fiscale, anche per quanto riguarda la trasparenza e lo scambio di informazioni a fini fiscali; e. un'efficace assistenza amministrativa in materia fiscale, anche per quanto riguarda la trasparenza e lo scambio di informazioni a fini fiscali; f. un'efficace assistenza reciproca in materia fiscale, anche per quanto riguarda la trasparenza e lo scambio di informazioni a fini fiscali; g. un'efficace amministrazione fiscale in materia fiscale, anche per quanto riguarda la trasparenza e lo scambio di informazioni a fini fiscali; h. un'efficace assistenza amministrativa reciproca in materia fiscale, anche per quanto riguarda la trasparenza e lo scambio di informazioni a fini fiscali. i. affrontare i flussi finanziari illeciti, l'elusione e l'evasione fiscale e le pratiche fiscali dannose; e l. prevenire e risolvere efficacemente le controversie fiscali”.

Il passo successivo è più difficile: mettere in atto meccanismi per il controllo universale dell'evasione fiscale e creare tasse sui più ricchi.

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