di Alessandro Iacuelli

La rete Internet italiana ha iniziato a rallentare progressivamente ai primi di dicembre. Ogni giorno è più lenta. A partire dal 10 dicembre è divenuto generalmente più lento sia l'accesso ai siti sia la trasmissione della posta elettronica. Iniziano i reclami degli utenti presso i maggiori provider nazionali, alcuni dei quali non riescono a fornire spiegazioni. Una spiegazione l'ha data Telecom Italia, la quale sostiene che basta cambiare i “Dns” impostati sul computer per tornare a navigare veloce. Ipotesi, questa, che sinceramente fa sorridere chi tecnicamente conosce il funzionamento della rete delle reti. I “Dns”, acronimo di Domain Name Servers, altro non sono che dei grandi elenchi, che ai nomi dei siti associano i reali indirizzi internet (numerici) delle macchine che li ospitano: gli indirizzi IP. Se fosse vera la spiegazione di Telecom, allora basterebbe navigare usando gli indirizzi IP e non i nomi dei siti, per risolvere il problema. Facciamo un esempio pratico, che è anche una prova che qualunque lettore può fare da casa propria. Quando vi collegate con il browser a questo sito, digitando l'indirizzo www.altrenotizie.org, il vostro computer si collega al “Dns” del nostro provider, per ottenere l'indirizzo IP reale. Il “Dns” informa il nostro browser che l'indirizzo IP di www.altrenotizie.org è 83.149.99.157. Come si vede, è un'operazione simile alla consultazione di un elenco telefonico. L'indirizzo 83.149.99.157 è il "numero telefonico", per fare un paragone, del sito che volete consultare.

Secondo Telecom Italia, è il “Dns”, l'elenco telefonico, ad essere intasato da richieste e da virus. Se così fosse, voi potreste allora digitare nel vostro browser, invece di www.altrenotizie.org, direttamente l'indirizzo IP 83.149.99.157, per navigare velocemente. Questo invece non succede. Usando i tanti strumenti presenti in rete per misurare la velocità di connessione, si osserva facilmente che il tempo di accesso è praticamente lo stesso sia usando il nome del sito, sia usando l'indirizzo IP. Basta questo, a mostrare che la spiegazione data da Telecom Italia è fasulla.

Dunque, i “Dns” e i virus non c'entrano e, se l'accesso ai siti è comunque lento, vuol dire che è elevato il traffico sulla rete: è tutta la rete nazionale che scricchiola non poco, sotto il peso delle tante Adsl vendute negli ultimi tempi, sempre più veloci. Telecom infatti sta potenziando le Adsl, che passano per tutti in automatico (e gratis) da 640 Kbps a 2 Mbps. Il che senza dubbio aumenta il carico di traffico sulla rete. Quel che stupisce è proprio la debolezza dell'infrastruttura tecnologica: di fronte ad un incremento, spesso con incentivi, del traffico Adsl, ci si aspettava un potenziamento della rete intera, del traffico sopportabile. Così non è stato. Probabilmente Telecom non ha reputato opportuno investire nel potenziamento della rete.

Dubbi simili li dichiara Stefano Quintarelli, presidente dell'Associazione Italiana Internet Provider, che scrive sul proprio blog: "E’ noto che in questi giorni ci sono problemi sulla rete in Italia. Io nutro forti dubbi che il problema siano i “Dns”. (...) Se fosse colpa dei “Dns”, tutti gli utenti che utilizzano gli stessi “Dns” dovrebbero avere problemi. Invece, capita a macchia di leopardo. È più probabile che la causa sia la rete satura di Adsl". In particolare, la congestione sarebbe a livello di numerose tratte locali. In termini tecnici, la congestione del traffico si verificherebbe a livello di switch Atm, nella centralina Telecom. Lo “switch” è una parte della rete nazionale Telecom, utilizzata dalle Adsl di tutti i provider, che in ogni caso devono affittare da Telecom le linee fisiche.

Anche Luca Spada, amministratore delegato di Ngi, un provider di medie dimensioni, prende nettamente posizione. Afferma infatti di avere trovato la causa del problema e che questa è appunto la saturazione di alcune tratte di rete di Telecom Italia. "Ieri sera ho fatto cambiare instradamento a diversi clienti e magicamente il problema spariva", argomenta.

Infine, in una dichiarazione rilasciata al quotidiano "La Repubblica", anche la dirigenza tecnica di Wind conferma che è in corso un problema di lentezza generale, ma aggiunge che non dipende da loro e che la spiegazione di Telecom è improbabile.

Improbabile anche la causa del blocco dei “Dns” segnalata da Telecom: è impossibile che un'epidemia di virus così feroce possa restare isolata nella rete Internet italiana senza effetti all'estero. Invece, come si supera il confine nazionale e si usa una infrastruttura di rete diversa da quella di Telecom, il problema sparisce.
Nonostante tutte queste smentite e nonostante la prova suggerita all'inizio di questo articolo, che ogni lettore, anche a digiuno di informatica, può effettuare, Telecom Italia ribadisce la propria tesi, negando che la rete stia scricchiolando sotto il peso delle troppe Adsl.

La domanda che ci poniamo, a questo punto, è la più semplice e banale possibile: se si punta, come obiettivo commerciale, ad arrivare nel lungo periodo ad installare un'Adsl in ogni casa italiana, perchè non si reputa necessario migliorare l'infrastruttura di rete? Per i costi troppo elevati?
Se così fosse, sarebbe molto triste: ancora una volta occorrerebbe rilevare come Telecom insegua l'incremento delle utenze evitando di migliorare il servizio e di investire cifre elevate. Una volta di più, servizi da terzo mondo per costi da primo mondo.

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