di Sara Michelucci

L’opera si trasferisce all’aperto con la rappresentazione di Cavalleria rusticana di Mascagni. La rappresentazione è stata organizzata lo scorso 3 agosto da OTV Terni - Associazione Orchestra del Teatro Verdi all’Anfiteatro romano della città umbra. “La ferma volontà da parte della direzione artistica di offrire al più vasto pubblico la possibilità di assistere a più numerose rappresentazioni, che si stanno già organizzando per l’anno venturo, nasce proprio da questo: l’apprezzamento che per primo il pubblico ha manifestato per questo evento”, fanno sapere gli organizzatori.

Di grande coinvolgimento la prova canora degli interpreti, che hanno fatto vivere momenti di grande tensione emotiva, regalando al termine dell’opera un lungo bis che ha visto eseguite alcune tra le più celebri pagine del melodramma italiano, con l’Inno di Mameli che ha chiuso la serata.

Dopo 12 anni di assenza, la più celebre fra le opere di Pietro Mascagni, è tornata a Terni con un cast qualificato di cui fanno parte Angela Bonfitto (Lola), tra l’altro interprete di ‘Così Fan Tutte’ nello storico allestimento di Giorgio Strehaler diretto da A. Bosman. Il tenore Antonio De Palma - Premio Mascagni 2009 ed il baritono Carmine Monaco, a Terni, provenienti da prestigiose apparizioni nei maggiori cartelloni in corso.

Tutti gli interpreti sono stati guidati dalla vibrante bacchetta di Leonardo Quadrini che a capo di prestigiose compagini come l’Orchestra sinfonica di Praga, gli Archi de La Scala, l’Orchestra di Seoul vanta una lunga ed intensa carriera internazionale oltre che una nutrita produzione discografica.

Cavalleria rusticana è un'opera in un unico atto, andata in scena per la prima volta il 17 maggio 1890 al Teatro Costanzi di Roma, su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, tratto dalla novella omonima di Giovanni Verga. Viene spesso rappresentata a teatro, o incisa su disco, insieme a un'altra opera breve, Pagliacci di Ruggero Leoncavallo. Iniziatore di questo singolare abbinamento fu lo stesso Pietro Mascagni, che nel 1926, al Teatro alla Scala di Milano, diresse, nella stessa soirée, entrambe le opere.

La storia è di quelle dense di passione e furore, un racconto di amore, gelosia e coltelli che si si svolge in un paese siciliano (ispirato a Vizzini) durante il giorno di Pasqua. Ancora a sipario calato, si sente Turiddu, il tenore, cantare una serenata a Lola, sua promessa sposa che durante il servizio militare di Turiddu ha però sposato Alfio.

La scena si riempie di paesani e paesane in festa, giunge anche Santa, detta Santuzza, attuale fidanzata di Turiddu, che non si sente di entrare in chiesa perché pensa di aver commesso un grave peccato. Parla allora con mamma Lucia, madre di Turiddu, chiedendole notizie del figlio.

Lucia dice a Santuzza che Turiddu è andato a Francofonte a comprare il vino, ma Santa sostiene di aver visto Turiddu che si aggirava sotto la casa di Lola. Lucia chiede allora a Santa di entrare in casa, infatti ha paura che qualcuno la possa ascoltare, ma quest'ultima si rifiuta perché si sente disonorata. La notizia arriva anche ad Alfio, che ignaro di tutto va a trovare Lucia.

A questo punto Santuzza svela a Lucia la relazione tra Turiddu e Lola. Egli ormai l'ha disonorata per ripicca contro Lola, alla quale prima di andare soldato aveva giurato fedeltà eterna, e che ora continua a frequentare sebbene sia sposata. Giunge dunque Turiddu che discute animatamente con Santa; interviene anche Lola che sta per recarsi in chiesa, e le due donne si scambiano battute ironiche.

Turiddu segue Lola, che è sola perché il marito lavora. Santuzza augura a Turiddu la ‘malapasqua’ e, vedendo arrivare Alfio, gli confida la tresca amorosa della moglie. Dopo la messa, Turiddu offre vino a tutti i paesani per stare più tempo con Lola. Alfio entra in scena e Turiddu gli offre il vino, ma rifiuta. Turiddu getta il vino e morde l'orecchio ad Alfio sfidandolo a duello. Turiddu corre a salutare la madre e, ubriaco, le dice addio e le affida Santuzza. Subito dopo si sente un vociare di donne e popolani. Un urlo sovrasta gli altri: "Hanno ammazzato compare Turiddu!".

Il successo di Cavalleria Rusticana fu grande già dalla prima volta in cui venne rappresentato al Teatro Costanzi di Roma, il 17 maggio 1890, e tale è rimasto fino a oggi. Basti pensare che ai tempi della morte di Mascagni, avvenuta nel 1945, l'opera era già stata rappresentata più di quattordicimila volte solo in Italia.

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