di Mario Braconi

Le (finte) provocazioni degli artisti mediocri sono una (vera) trappola per i media: è difficile esimersi dal raccontare e commentare eventi che, piaccia o no, finiscono per provocare un qualche riverbero sociale. Ma si tratta di un’operazione non priva di rischi: abboccare all’amo lanciato da uffici stampa sempre più cinici significa consegnarsi da vittime consenzienti ad un meccanismo perverso. Un’infernale macchina il cui unico obiettivo è moltiplicare i contatti su YouTube, le vendite di musica (registrata o dal vivo) - non importa quanto mediocre - e quindi, in ultima analisi, il saldo sul conto corrente di produttori e artisti.

Il MDNA Tour 2012 di Madonna, avviatosi a Tel Aviv il 31 maggio, sarà ricordato come un evento epocale: schermi giganti di dimensioni mai viste finora, ottanta date in tutto il mondo per un totale di oltre 1,5 milioni di biglietti venduti, a prezzi non proprio popolari (minimo 100, massimo di 300 dollari: “risparmiate” ha fatto sapere la cantante ai suoi fan: “La gente spende 300 dollari per cose assurde, come le borse.

E allora mettete i soldi da parte durante l’anno, in modo da averne per venire al mio show; me lo merito”). Ma la macchina dello spettacolo globale contemporaneo non conosce pace: per veicolare l’attenzione dei media sulle sue performance tutt’altro che eccezionali, la “ragazza materialista” degli anni Ottanta punta ancora una volta su una delle doti che da sempre hanno contraddistinto la sua “arte”: la provocazione a buon mercato.

Questa volta, però, c’è una novità. Finora, i cosiddetti geni della comunicazione hanno ritagliato attorno alle generose forme di Veronica Louise una “persona” in grado di vellicare blandamente un pubblico medio-borghese che si accontenta di portare a casa, per una manciata di dollari, una minuscola, innocua, trasgressione di plastica. E’ questo l’obiettivo delle mascherate che di volta in volta Mrs. Ciccone ci ha inflitto nel corso dei decenni: i look sadomaso, i photobook porno soft, gli ammiccamenti lesbico-chic, i “nudi giovanili” casualmente “pervenuti” ad una casa d’asta e dati in pasto alla stampa scandalistica.  Oggi, però, Madonna  gioca una inedita, quanto improbabile, carta “politica”.

E’ quanto mai irritante l’arroganza di chi, esperto dei meccanismi della comunicazione del mondo dello spettacolo, ritiene di poter ammantare un (pur legittimo) interesse monetario con istanze “politiche”. A quanto riferiscono i media, infatti, Madonna avrebbe offerto qualche centinaio di biglietti gratuiti per il suo show di apertura a Tel Aviv (35.000 partecipanti) ad alcune organizzazioni pacifiste palestinesi. Tanto è bastato, nelle menti degli organizzatori, per etichettare un comune show commerciale “concerto per la pace”.

Anche se almeno una ONG palestinese ha accettato la carità pelosa della signora Ciccone, non sono mancati gli sdegnosi rifiuti, come quello opposto dalla ONG “Anarchici contro il Muro” (ACM). Un loro rappresentante ha così motivato il rifiuto dell’organizzazione: “I nostri amici [palestinesi] vivono in una prigione a cielo aperto e deprivati dei più elementari diritti: non siamo in grado di accettare questa bustarella.” Senza contare che, dato che ai palestinesi è di fatto negata la libertà di movimento, entrare in Israele anche solo per partecipare all’evento musicale per molti di loro si è rivelato impossibile.

Nel corso della serata di Tel Aviv è stato proiettata una breve video-parata di personalità “nemiche della libertà”. Tramite un’animazione in morphing, sui megaschermi si sono avvicendati i volti di Martine Le Pen, la fronte addobbata da una piccola svastica, di Benedetto XVI, del segretario del partito comunista cinese Hu Jintao e della ex candidata di destra alla Casa Bianca Sarah Palin. Un guazzabuglio di icone negative - fin qui per una volta si può concordare con Mrs. Ciccone - ma ammassate senza alcun filo logico. Chissà perché, però, non si sono viste, per dire, le facce di Benjamin Netanyahu e di Avigdor Lieberman …

Non sembra dunque campata in aria la cupa diagnosi di un attivista di ACM: “Lo spettacolo di Madonna fa parte di un piano deliberato di impiego di celebrità internazionali al fine di distrarre l’attenzione del mondo mediatico dalle politiche di apartheid messe in atto dal governo israeliano”. Le Pen ha diffidato Veronica Louise a ripetere la performance durante il concerto di Parigi, previsto per il prossimo 14 luglio. In effetti, sarebbe questo il banco di prova della buona fede della cantante americana: se avrà il coraggio di dare nuovamente della nazista a Le Pen a casa sua, forse sarà possibile valutarla con meno severità.

Viene naturale paragonare la falsa provocazione di Madonna con l’exploit di Sinèad O’Connor che, nell’ottobre del 1992, in diretta televisiva negli USA, strappò la foto di Giovanni Paolo II, urlando “Combattete il vero nemico!”. Si noti come l’abrasiva protesta, principale causa del declino della sua carriera di cantante, fosse motivata dal ruolo della chiesa cattolica nella copertura dei casi di pedofilia, che per inciso ai tempi riempivano tutt’al più qualche trafiletto. Il gesto di O’ Connor fu puro, disinteressato e costoso: una testimonianza civile e morale, distante anni luce dalle pose improvvisate di Mrs. Ciccone.

Ma non finisce qui: nel suo show di Istanbul dello scorso giovedì, sulle note di Human Nature, dopo aver rimosso uno dei (due!) reggiseni che indossava, ha deliberatamente mostrato ad un pubblico isterizzato il capezzolo del suo seno destro: un piccolo momento di puro esibizionismo. Da un certo punto di vista, è impossibile non provare simpatia per questa furba donna d’affari in magnifica forma quando fa la sciocca come una ragazzina che alza la gonna per far dispetto ai genitori bacchettoni. Non sarà sfuggito a chi ha avuto modo di visionare la sequenza il guizzo birichino, il lampo vagamente incosciente dell’improvvisazione, che ha fugacemente attraversato la facies concentrata della consumata performer.

La cosa sconcertante, tuttavia, è constatare come gli uffici stampa siano in grado di fare ai fan un lavaggio del cervello di tali proporzioni, che essi sono pronti a sostituirsi a loro in funamboliche interpretazioni di un gesto senza alcun significato particolare. Secondo un tweet di tale Paoliena, mostrando il capezzolo "Madonna ha dato il suo sostegno all’azione politica di alcune donne turche, accomunate dallo slogan femminista “il mio corpo è mio”.

In effetti, proprio in questi giorni, in Turchia si sta assistendo ad una revanche ultraconservatrice che ha per oggetto il diritto di aborto, che per gli ultimi quaranta anni in Turchia è stato garantito e legale, almeno fino alla decima settimana di gravidanza (anche oltre, ma solo in caso di complicazioni sopraggiunte dopo a tale limite temporale). Il premier turco (moderato?) Recep Tayyip Erdogan ha recentemente definito l’aborto “un omicidio” e ha invocato una nuova legge per restringere ulteriormente l’ambito di applicazione delle pratiche di IVG in Turchia. Come nota sarcasticamente il sito femminista americano Jezebel, se davvero Madonna intendeva compiere un atto politico, potremmo suggerirle, che so, un qualche scatto alla “Basic Instinct” mentre scende dalla limousine; il tutto, beninteso, per manifestare solidarietà al popolo siriano …

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