di Alessio Crisantemi

Sono gli “ostetrici dell’amore”, la band dal sound aggressivo e dalla lingua tagliente. Che solletica i timpani e stuzzica l’intelletto. Si presentano così, al grande pubblico, i “The Lovely Savalas”. Un gruppo giovane, giovanissimo, ma forte di una lunga esperienza internazionale e una carica di energia da fare invidia alle più blasonate rock star. Un gruppo sui generis, fuori dagli schemi, senza paragoni. Dove i rimandi, inevitabilmente, appaiono infiniti, ma lo stile è davvero unico.

Una band nuova sotto i punti di vista, che unisce un gruppo di musicisti di talento capaci di fondere melodie orecchiabili e accattivanti su arrangiamenti raffinati, dando vita a una miscela di rock alternativo, mai banale, inedito. In loro si ritrovano influenze dei Radiohead, dei Faith no more o dei Queen of stone age, ma in stile Beatles e alla ricerca di una propria dimensione, che al primo disco sembrano già aver trovato.

I “lovely savalas” in poco tempo hanno sviluppato un'intensa esperienza live con decine di concerti negli Stati Uniti - dove hanno inciso il loro primo lavoro - Inghilterra e Italia, partecipando a vari festival, accanto a vari artisti di fama mondiale e di fronte a pubblici importanti, partecipando anche a qualche trasmissione televisiva. Una gavetta che gli è valsa l’attenzione dell’etichetta indipendente americana Above Ground Records che li ha portati in tour negli Stati Uniti nel 2008 per poi registrare il loro primo album nel 2009.

L'immediatezza della loro musica ha spinto alcuni dei più grandi musicisti alternative, come Nick Oliveri (Queens of the Stone Age, Kyuss, Mondo Generator), Martyn Lenoble (Porno For Pyros, Jane's Addiction, Dave Gahan), McLoud Scott (Girls Against Boys, Style Paramount), Massimo Pupillo (ZU, Mike Patton), Xabier Iriondo (Uncode Duello, Afterhours) a raggiungerli in studio per partecipare alle sessioni di registrazione. Tutto questo è finito nell’ultimo album “Pornocracy”, prodotto da Alexander Pappas (ex Finch).

Un affresco musicale dei nostri tempi, dove trovano posto vari generi e stili spesso combinati tra loro e accompagnati da testi pungenti. E quanto mai attuali. Troppo facile parlare di “All the president's girls” dove nulla, al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, suona scontato. Una critica allo scenario contemporaneo, al mondo in cui viviamo, alla società attuale. Pornocracy descrive con ironia lo smarrimento del singolo e della società post-industriale globalizzata, alimentato dal sentimento di precarietà e da un modello televisivo che diffonde l'ideale fuorviante e illusorio del successo subito (e subìto) a tutti i costi, al di là della qualità e dei meriti.

E’ evidente in “Fashion Girl” (“she wants her face on your wall and her voice on your stereo” - lei vuole la sua faccia sulla tua parete e la sua voce nel tuo stereo”), colpisce nel paradosso di “Free Disinformation” (“We've lost the vision in the age of information” - Abbiamo perso la visione nell’era dell’informazione”). Ma il pezzo di punta, destinato a raggiungere la massa, è “Trust no one”, un intreccio di melodie rock spinte e musica elettronica che rischia di incatenare gli ascoltatori con un refrain a dir poco penetrante.

Il gruppo nasce qualche anno fa come cover band dei Tool, una band alternative metal californiana, capace di fondere heavy metal e neoprogressive con generi affini; ma i “savalas” spostano verso le sonorità più europee il loro sound di base, mantenendo la fantasia e la freschezza della band ispiratrice e trascinandola verso ritmiche “beatlesiane” (a proposito di Beatles, consigliamo l’ascolto di “Effet Domino”, quella che si può considerare la “Come togheter” dei Savalas seppure scritta - e cantata - in francese).

Provocatori eruditi, talenti indisciplinati, portatori di amore e cultori della libertà. Di espressione, pensiero e di forme. I “Lovely savalas” sono pronti per il grande salto, grazie anche a uno spettacolo - pronto a diventare un vero e proprio tour, dopo il successo della “prima” di Terni, a fine gennaio - che riesce a soddisfare ogni senso oltre l’udito.

La scenografia (come pure la cover del cd) curata dall’artista Cristiano Carotti, propone danze moderne su uno sfondo di proiezioni ed effetti video studiate per l’occasione, lasciando ampio spazio alle improvvisazioni di una band vulcanica e alla voce, potente e polifonica, di Angelo “Clito” Sidori. Insomma, un lavoro veramente completo. Dedicato a chi pensava di aver visto ormai tutto. La musica, come l’arte, in generale, ha ancora molto da dire. E’ sufficiente fermarsi ad ascoltare.

http://www.myspace.com/savalasband

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