di Luca Mazzucato

NEW YORK. Tarocchi, divinazioni, maghi telegenici: per aprire una finestra sul futuro ci si presta alle pratiche più improbabili. Ciò che i fondi di caffè non potranno mai dirci, si può però scoprire con la matematica: grazie alla teoria dei giochi siamo ora in grado non solo di predire il futuro, ma di piegarlo ai nostri interessi. Bruce de Mesquita, professore di scienze politiche alla New York University, ha sfruttato appieno la potenza predittiva di questa disciplina e ne svela i segreti nel suo ultimo libro “The predictioneer's game,” ovvero “Il gioco del divinatore.” Riusciranno i leader mondiali a trovare un accordo per bloccare le emissioni di gas serra e salvare il pianeta dall'ebollizione? Gli iraniani costruiranno la bomba o abbandoneranno il programma nucleare? Come si può risolvere il conflitto tra israeliani e palestinesi?

Questo è il genere di problemi a cui si dedica Bruce Bueno de Mesquita. Usando la teoria dei giochi, de Mesquita ha elaborato un modello matematico che riesce a predire l'esito di situazioni complesse, basandosi su una semplice ma geniale assunzione: ogni decisione che prendiamo è tesa a massimizzare il nostro tornaconto personale. Secondo la teoria dei giochi, sviluppata a partire dagli anni cinquanta da John von Neumann (ovvero il “Dottor Stranamore”) e John Nash (il matematico del film “A beautiful mind”), l'uomo è un essere razionale, nel senso che le sue decisioni sono prese in base al proprio esclusivo interesse. A parte i neonati e gli schizofrenici, tutti gli esseri umani sono razionali, inclusi i kamikaze, Madre Teresa e Ahmadinejad. Ma come funziona in pratica questo modello matematico?

L'idea è molto semplice. Per fare un esempio concreto, prendiamo il programma nucleare iraniano. Prima di tutto, dobbiamo identificare i vari giocatori della partita e l'obiettivo che ciascuno di loro vuole raggiungere, ma anche quello che viene dichiarato pubblicamente, perché una parte essenziale del gioco è il bluff. Nel nostro esempio, gli attori sono l'ayatollah Khamenei, il presidente Ahmadinejad e i movimenti politici e gruppi economici iraniani, oltre alle potenze straniere. Nel gennaio 2009, lo scopo dichiarato del regime era di costruire centrali nucleari, mentre l'obiettivo reale era arricchire abbastanza uranio per produrre una bomba, ma senza produrla realmente.

A questo punto, dobbiamo valutare altri due fattori: quanto è importante il programma nucleare per ciascuno dei giocatori, rispetto agli altri grattacapi di cui si deve occupare, e il potere effettivo che ciascuno è in grado di esercitare per ottenere il proprio obiettivo. Tutte queste informazioni, che sono l'input da fornire al modello, non sono il frutto di rapporti top secret della CIA, ma si tratta più semplicemente di fatti reperibili sul New York Times o su Wikipedia.

Nel caso di un negoziato politico, lo scopo di tutti gli attori è non solo il raggiungimento del proprio obiettivo, ma anche il riconoscimento pubblico del ruolo svolto. È cruciale capire se per ciascun giocatore sia più importante il riconoscimento del proprio impegno rispetto all'ottenimento dell'obiettivo stesso. Per esempio, giocatori con posizioni pregiudiziali di solito sono più interessati a dimostrare la propria “integrità morale” che ad ottenere gli obiettivi per cui si battono.

Un fattore che invece non compare affatto nel modello è la storia passata delle parti in causa. Le loro decisioni precedenti non concorrono in alcun modo nel determinare il loro futuro comportamento, al contrario di quanto si potrebbe pensare. La matematica ci insegna che il senso comune in questo caso è proprio sbagliato. Una volta impostate queste condizioni, de Mesquita preme il tasto Invio e aspetta che il computer faccia girare il suo modello matematico, che peraltro l’ha reso milionario grazie alla sua società di consulenza.

Qual è la predizione del modello sul futuro del programma nucleare? Entro l'estate 2010 il regime iraniano abbandonerà la costruzione della bomba e si dedicherà all'arricchimento per scopi civili e di ricerca. In questo modo, l'Iran soddisferà l'orgoglio nazionale, dimostrando ai vicini di possedere in caso di bisogno la tecnologia necessaria a costruire la bomba, ma non la costruirà nella pratica. Inoltre, le pressioni internazionali e le eventuali sanzioni avranno l'effetto opposto di posticipare di qualche mese l'abbandono del programma nucleare militare.

Possiamo fare altre domande all'oracolo informatico. Chi comanderà in Iran fra un anno? Il modello predice che fra un anno l'influenza politica di Ahmadinejad sarà sparita, mentre gli ayatollah radicali segneranno il passo rispetto a quelli più moderati e riformisti della zona di Qum. L'attuale conflitto politico lascerà un unico vincitore: gli interessi economici dei petrolieri e dei commercianti, che determineranno il futuro del paese. Il professore ci insegna che non tutto si può predire: per esempio l'andamento del mercato azionario sfugge alla teoria dei giochi. Ma una volta acquisita la capacità di predizione, il passo successivo è come sfruttare questo modello per guidare gli eventi nella direzione da noi voluta. Si tratta di una nuova scienza che de Mesquita chiama “ingegneria politica.”

Il paragone con il mondo fantascientifico della Fondazione, inventato da Isaac Asimov, è assolutamente calzante. Il nostro professore altri non é se non Hari Seldon, il protagonista della serie fantascientifica che usa un modello matematico per manipolare il futuro dell'umanità dopo la caduta dell'impero galattico. Una volta acquisita la capacità di predire l'effetto delle nostre ipotetiche scelte, possiamo scoprire quale opzione ci permette di ottenere il risultato voluto al costo minore. Il limite fino a dove ci possiamo spingere nel futuro è determinato soltanto dalla potenza di calcolo a nostra disposizione.

Questo è proprio quello che fa de Mesquita. La società di consulenza fondata dal professore viene spesso chiamata dalla CIA e dal Dipartimento di Stato americano per cercare di capire come gestire le crisi più complesse. Un recente documento della stessa CIA ha rivelato che, nei casi in cui tutti i cosiddetti “esperti” dell'agenzia hanno toppato alla grande, le predizioni del modello matematico di de Mesquita sono state esatte il 90% delle volte.

Ma il modello di de Mesquita si può utilizzare anche retroattivamente, per fare della fantapolitica. Per esempio, può essere studiato per capire quali eventi storici si sarebbero potuti cambiare e in che modo. Nel suo libro non mancano le succose divagazioni su molti degli episodi più controversi della storia mondiale. Per esempio, come si sarebbe potuta evitare la prima guerra mondiale se gli inglesi avessero spedito una nave da guerra in crociera nel mare Adriatico. Oppure come il Reichstag avrebbe potuto fermare Hitler nel 1932, se socialdemocratici e comunisti avessero eletto a cancelliere il leader del partito centrista cristiano-democratico. Se volete scoprire cosa ne sarà del riscaldamento globale o del processo di pace in Medioriente, non vi resta che ordinare il libro, per ora disponibile soltanto nell'edizione americana.

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