di Emanuela Pessina

BERLINO. In Germania ha ricominciato a far parlare di sé il deposito di scorie nucleari di Asse, nella Bassa Sassonia (Nord della Germania): da qualche giorno, l’ex miniera di sale adibita a stoccaggio dei rifiuti tossici ha fatto nuovamente registrare percentuali radioattive fuori dall’ordinario. Con un’unica differenza: dopo trent’anni di silenzio, le autorità sembrano finalmente intenzionate a chiarire la situazione all’interno delle caverne di sale.

A quanto pare, anche la politica comincia a capire: tant’è vero che, nel frattempo, anche il Governo di Angela Merkel (CDU) ha scelto di dire il suo definitivo no al nucleare. Resta da vedere, ora, se l’improvvisa marcia indietro le farà recuperare la fiducia dei suoi cittadini.

Asse è una vecchia miniera di sale a 300 chilometri da Berlino, dove nel 1967 sono stati stoccati 126.300 barili di rifiuti nucleari di bassa e media radioattività. Gli esperti hanno calcolato che, da allora, penetrano quotidianamente 12’000 litri di acqua, il che farebbe pensare a barili arrugginiti non più sigillati a dovere e quindi pericolosi per ambiente e salute. La situazione potrebbe essere tragica, avvertono gli esperti già da qualche tempo, eppure, finora, le autorità non hanno mai ritenuto necessario ulteriori indagini. Neppure nel 1998, quando gli specialisti hanno rilevato una pozzanghera liquida di materiale particolarmente radioattivo alle porte del deposito: nessuno si è mai preso la briga di controllare.

Negli ultimi giorni, vicino al deposito radioattivo di Asse si è registrata la percentuale radioattiva più alta della storia: la differenza è che ora, alla luce dell’acceso dibattito nucleare di questi ultimi tempi, i cittadini tedeschi pretendono chiarezza e la politica non può più fare finta di non capire.

Le autorità hanno deciso di inserire una telecamera che monitori la situazione nelle miniere di Asse: il timore è grande, anche perché da trent’anni a questa parte nessuno ha mai controllato effettivamente cosa stia succedendo nelle caverne di sale di Asse.

E il rispetto per i propri cittadini, assieme alla paura di perdere i propri elettori, hanno fatto cambiare idea anche al Governo di Berlino, che si è deciso per l’abbandono ufficiale dell’energia nucleare venerdì, nel corso di un vertice interno tra il Governo e i rappresentanti dei Laender, gli stati federali tedeschi, sul tema energia: “Siamo tutti d’accordo”, ha esordito con determinazione la cancelliera Angela Merkel (CDU), “tutti vogliamo abbandonare l’energia nucleare il più velocemente possibile per passare alle energie rinnovabili”.

Per cominciare, la Merkel ha annunciato un piano concreto di conversione a favore delle energie ecologiche; un piano tanto ambizioso che neppure l’opposizione se lo sarebbe mai aspettato. Entro giugno, il Governo tedesco svilupperà una legge vera e propria che regoli l’abbandono dell’energia nucleare in maniera risolutiva: nel giro di due mesi, la Germania sarà tenuta a stabilire il tempo di vita rimanente delle 17 centrali nucleari tedesche, la questione che, più di un anno fa, ha dato il via al rovente dibattito sul nucleare in Germania.

All’inizio del 2010, il neo Governo tedesco di cristianodemocratici (CDU) e Liberali aveva deciso di prolungare l’attività delle centrali nucleari per le quali era già stata decretata la chiusura entro il 2021. Già allora, i tedeschi avevano manifestato contro una decisione che sembrava andare a fare gli interessi della lobby atomica in barba alla sicurezza del Paese stesso; a riaprire il dibattito e ad acuirne i toni è stata, inutile dirlo, la recente catastrofe di Fukushiima.

Eppure, la coalizione di Angela Merkel non ha saputo dare il giusto peso alle voci della protesta ed è stata castigata: alle recenti elezioni regionali, CDU e Liberali hanno registrato le percentuali di voto più basse degli ultimi 50 anni a favore dei Verdi. Sconfitte, per alcuni, di portata storica, che segnano l’inesorabile tramonto dell’attuale Governo Merkel.

E ora, la Cancelliera tenta di fare marcia indietro e vuole ricominciare con l’ecologia. Oltre a indicare le tappe dell’abbandono del nucleare, la legge annunciata dalla Merkel dovrà contenere un programma concreto di sviluppo delle energie rinnovabili. Entro giugno, la Germania prevede di aver ben chiaro dove costruire gli impianti per la produzione di energia eolica, così come la provenienza dei cinque miliardi di euro richiesti per la costruzione dei suddetti, e gli ulteriori due miliardi annuali necessari per il rinnovamento “in verde” delle abitazioni private. L’unica cosa certa, per il momento, è che il burbero ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble (CDU) non era presente al vertice: e, si sa, è difficile fare i conti senza l’oste.

 

 

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