di Alessandro Iacuelli


E' stato pubblicato il "Rapporto Ecomafie" di Legambiente, dossier annuale sui crimini ambientali in Italia. Dai numeri pubblicati si evince con estrema chiarezza che non solo le ecomafie italiane godono di ottima salute ma anche che, nonostante le tante campagne ed azioni contro di esse, aumentano il loro raggio d'azione. Infatti, sono aumentati del 27,3% i reati contro l'ambiente per un giro d'affari da 18 miliardi e 400 milioni di euro per i clan delle ecomafie, un quinto del totale annuo del business delle mafie. Un sistema ed un mercato eco-criminale che conta tre reati ogni ora con illeciti accertati nei cicli del cemento, dei rifiuti, e non ultimo un incremento di incendi boschivi dolosi. In pratica, i numeri dell'illegalità ambientale sono ogni anno più impressionanti: 83 reati contro l'ambiente al giorno, gli illeciti accertati dalle forze dell'ordine nel corso del 2007 sono 30.124, le persone denunciate 22.069, con un incremento del 9,7%; i sequestri effettuati 9.074 (più 19% rispetto al 2006).

di Alessandro Iacuelli

Berlusconi non ha dubbi e formalizza il ritorno del nucleare in Italia, illustrando l'accordo di cooperazione energetica siglato con il presidente francese Nicolas Sarkozy. E l'inquilino dell'Eliseo immediatamente conferma, offrendo all'Italia "collaborazione piena ed illimitata". E' il primo passo di "una politica nucleare comune tra Italia e Francia in una prospettiva paritetica e di lungo periodo", sottolinea Berlusconi, spiegando che l'Italia collaborerà alla realizzazione di altre centrali nucleari in Francia e in altri Paesi e costruirà centrali nucleari anche sul proprio territorio. Centrali che, come raccontato più volte su queste pagine, l'Italia non è in grado di costruire da sola. Infatti Berlusconi afferma anche che la Francia "ci ha messo a disposizione il suo know-how", un insieme di conoscenze che l'Italia ha perso dopo il 1987 e che, anche per il nucleare, la rende fatalmente dipendente dall'estero.

di Mario Braconi

Tim Lang, Professore di Politiche Alimentari presso la City University di Londra, è stato un pioniere: già negli anni Settanta, quando si riteneva che il tema riguardasse esclusivamente i Paesi in via di sviluppo, si interessò alla questione alimentare in Gran Bretagna: “Allora si riteneva infatti che da noi tutto fosse perfetto da questo punto di vista”. Uno dei successi di Lang è l’invenzione del concetto di “food miles” (miglia percorse dal cibo), ideato dal professore negli Anni Novanta: serve a quantificare la follia di un sistema in cui gli alimenti vengono prodotti a centinaia (quando non migliaia) di chilometri di distanza da dove sono consumati: questo indicatore, un tempo considerato bizzarro, è oggi utilizzato anche da giganti della grande distribuzione organizzata (come TESCO) per misurare l’efficienza delle proprie politiche di impatto ambientale.

di Alessandro Iacuelli

L'Europa nucleare si muove, in questi giorni, in direzione diametralmente opposta rispetto a quella italiana. Il sito della centrale nucleare di Zwentendorf, una cinquantina di chilometri a ovest di Vienna, verrà convertita per produrre energia solare. Il 5 novembre 1978 la popolazione decise, con un referendum, di rendere inattivo il reattore. Poi, nel 1999, la rinuncia all'energia nucleare venne direttamente inserita nella Costituzione. Ma di certo l'Austria non spende soldi per un lungo e difficile decomissioning, che comporta il solo smantellamento della centrale: tra qualche mese, le facciate della centrale, il tetto, parte dei 14 ettari adiacenti saranno ricoperti di pannelli solari, per una capacità totale di 730 megawatt. In tal modo, la centrale ex-nucleare di Zwentendorf contribuirà allo sviluppo delle fonti rinnovabili e servirà a colmare il ritardo dell´Austria rispetto agli obiettivi di Kyoto. In Italia invece si sta seguendo un percorso all´inverso: si preferisce tornare al nucleare e si alza la voce contro l'Europa quando ci ricorda gli impegni presi per la riduzione delle emissioni.

di Alessandro Iacuelli

Nel 2004, il professor Tullio Regge, del Politecnico di Torino, ebbe l'onestà intellettuale di scrivere tra le righe di un editoriale della rivista Le Scienze un quesito tanto interessante quanto attuale: chi è peggio tra gli Stati Uniti - che hanno rifiutato di ratificare il Protocollo di Kyoto - e l'Italia, che l'ha ratificato consapevole di non essere in grado di rispettarlo? Già, perché il nodo venuto al pettine in questi giorni di polemica con l'Unione Europea si riduce proprio a questo. Così, il resto dell'Unione vara un pacchetto climatico per la riduzione delle emissioni inquinanti, questo viene contestato dall'Italia; non per un'eventuale difetto nella difesa del clima, ma per i costi eccessivi richiesti alle industrie. Costi che naturalmente le industrie non intendono affrontare.


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