La pena di morte


di Bianca Cerri

Il 2 luglio 1976 la Corte Suprema degli Stati Uniti metteva fine alla breve stagione della moratoria sulle esecuzioni decisa quattro anni prima restituendo alla pena capitale l'antico status di punizione costituzionalmente accettabile. La sentenza, conosciuta come Gregg v. Georgia prometteva anche di liberare i processi capitali da ogni sospetto di pregiudizio e da eventuali errori procedurali ma non risulta che tutto ciò sia mai avvenuto. Da allora sono stati giustiziati 1.026 esseri umani e altri 33 verranno messi a morte nei prossimi tre mesi. Un record alquanto fosco per un paese considerato il caposaldo della democrazia occidentale. La giustizia capitale continua ad essere uno dei temi più dibattuti della nostra epoca ma spesso se ne discute come di una questione un pò schizofrenica tra ying (coloro che la invocano) e yang (quelli che vorrebbero abolirla). Per quanto riguarda gli Stati Uniti, lo scontro tra due visioni opposte ha impedito di apprezzare in pieno i meccanismi occulti che sostengono le leggi capitali e questo è il primo dei motivi che ci hanno spinti a fare il punto sul panorama penale americano. L'altro è la perdita dell'identità laica dei movimenti abolizionisti ormai completamente dipendenti dal concetto di "compassione" suggerito dalle lobbies cattoliche che vantano il cristianesimo come unica strada praticabile verso l'abolizione.


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