Il terrorismo contro Cuba

a cura di Fabrizio Casari


L'appuntamento è per il prossimo 6 luglio, quando Posada Carriles dovrà comparire di fronte ad un tribunale federale di El Paso, in Texas. Il tribunale dovrà pronunciarsi sulla detenzione del terrorista cubano, per il quale il suo avvocato, Eduardo Soto, aveva effettuato una istanza di libertà all'inizio di Aprile. Ma il ricorso dell'avvocato Soto non è solo un atto giuridico formale e dovuto, presenta anche un risvolto politico interessante; il legale chiederà infatti che siano chiamati a testimoniare sull'attività del suo assistito, niente di meno che John Kerry, senatore democratico ed ex candidato alla presidenza Usa e Oliver North, il tenente colonnello dei marines che risultò essere il coordinatore dello scambio di armi e denaro tra Iran e Usa destinato al finanziamento ed armamento dei contras in Nicaragua durante gli anni '80.

 

 

Lo scandalo, conosciuto come Irangate, vide la condanna di Oliver North ed il coinvolgimento di alcune tra le più importanti figure dell'Amministrazione Reagan, come John Casey, ex Direttore generale della CIA ed Elliot Abrams, sottosegretario agli affari centroamericani, insieme ad altri attuali collaboratori dell'Amministrazione Bush, quali Otto Reich e Luis Zuniga, protagonisti di primo piano delle formazioni cubanoamericane stanziate in Florida.

 

I funzionari del Servizio d'Immigrazione e Cittadinanza (Uscis) hanno già interrogato il chimico bombarolo nell'aprile scorso e, come stabilito dalle procedure, a breve dovranno decidere in ordine alla domanda di naturalizzazione "per i servizi onorevoli resi alla nazione".

 

La strategia dell'avvocato Soto è chiara e, dal suo punto di vista, coerente: Posada Carriles dovrebbe essere liberato ed ottenere la cittadinanza statunitense, in considerazione dei servizi resi all'Esercito Usa (1963-1965) durante la guerra in Viet-Nam e, negli anni successivi, come agente della CIA in attività nell'area latinoamericana. L'avvocato Soto, con encomiabile chiarezza espositiva, ha sottolineato che sta cercando di stabilire che "Luis Posada Carriles è sempre stato uno strumento pagato ed impiegato dal governo statunitense"; il quale, ora, " per convenienza politica, pretende qualificare come terroristiche quelle attività svolte da Posada che lo stesso governo Usa promosse".

 

Parole difficilmente contestabili, almeno in relazione all'attività di Posada nella contra antisandinista. Con il nome di Rafael Medina, uno dei tanti alias utilizzati, "Bambi", prestò la sua attività terroristica nella base militare di Ilopango, in El Salvador. Vi arrivò dopo essere fuggito, nel 1985, da un carcere venezuelano. Venne accolto con tutti gli onori da Felix Rodriguez, agente della CIA e veterano della Baia dei Porci, che gli mise a disposizione tutto ciò di cui Posada aveva bisogno ed uno stipendio mensile di 3000 dollari.

 

A Posada e Rodriguez, per completare il terzetto operativo, si aggiungeva Enrique Bermudez, detto Comandante 3-80, ex alto ufficiale della guardia nazionale di Anastacio Somoza, noto torturatore ed assassino. Nella versione Contra il comandante della Fdn (Fuerza democratica nicaraguese), una delle tante sigle partorite dalla fantasia di Langley era il responsabile diretto del progetto. Era l'uomo che si riuniva due volte al mese con emissari della Cia e del Dipartimento di Stato.

 

La base di Ilopango

Gary Webb, reporter statunitense, vincitore del premio Pulitzer, "suicidatosi" all'inizio del 2005 con due colpi di fucile nel petto, (chiarissimo, no?) aveva scritto diverse cose sulla base aerea e sul ruolo di alcuni suoi frequentatori. Nel 1996 era stato l'autore di una serie di articoli pubblicati sul San Jose Mercury News intitolati "The Dark Alliance" (La Scura Alleanza), rivelando che per anni tonnellate di cocaina, poi vendute alle varie gangs di Los Angeles, avevano fornito degli ottimi profitti alla CIA. Aveva documentato, con dovizia di particolari, l'irruzione massiccia del crack nei sobborghi neri di Los Angeles quale fonte tra le più importanti del finanziamento ai contras.

 

Aveva intervistato decine di persone, investigatori della polizia locale e uomini che avevano scelto di parlare pur restando nell'anonimato, eccezion fatta per Michael Levine, ex poliziotto della narcotici; ma si era basato soprattutto sulle carte giudiziarie pubblicate riguardanti procedimenti passati e pendenti. Aveva quindi scoperto che una rete di trafficanti nicaraguesi, che faceva arrivare la cocaina dalla Colombia a Los Angeles, agiva protetta e coperta dalla Cia.

 

Il grande pusher era Freeway Rick, che fece fortuna con il boom del crack, trasformando la cocaina da vizio dei ricchi a tragedia dei poveri. Un affare dalle dimensioni spaventose, un enorme mercato conquistato a passo di carica. Gary Webb descrisse dettagliatamente le attività della base aerea salvadoregna in relazione ai traffici di droga con la rete gestita da Freeway Rick, appartenente alla contra, che ebbe il via libera per fondare il suo narcoimpero nei sobborghi di Los Angeles. Parte di quei proventi erano destinati, ovviamente, al finanziamento delle bande contras.  In volo dalla base aerea di Ilopango, in El Salvador, fino in Texas, la coca viaggiava ben custodita e sorvegliata ma, soprattutto, non intercettata. Partivano ed arrivavano aerei con le insegne dell'aviazione militare salvadoregne che caricavano e scaricavano la coca destinata a finanziare la guerra sporca contro il Nicaragua.

 

Ma la base divenne famosa proprio perché fu da lì che partì l'aereo pilotato dall'agente CIA Eugene Hasenfuss, abbattuto nei cieli del Nicaragua dall'esercito sandinista. Hasenfuss, che trasportava armi e denaro confessò, di fronte ad un tribunale di Managua, di appartenere alla CIA. Proprio le rivelazioni dell'agente di Langley, aprirono la strada all'inchiesta che dimostrò la connection tra Usa e Iran ai danni del Nicaragua.

 

Perché la testimonianza di John Kerry? Perché proprio l'esponente democratico ex candidato alla presidenza Usa nel 2004, intervenne nell'inchiesta sull'implicazione del National Security Council (NSC) nel rifornimento di armi ai contras , utilizzando i proventi della vendita di armi all'Iran. La Commissione Kerry del Senato americano, appurò poi che anche l'aereoporto militare della Florida era una delle destinazioni previste di questi viaggi a basso rischio ed alto profitto.

 

Quanto a Oliver North, la sua testimonianza servirà a dimostrare proprio l'attività solerte e criminale di Posada che, vista dal punto di vista della difesa del terrorista cubano, confermerebbe ulteriormente "i servigi" del chimico 76enne d'origine cubana al governo Usa nella sua guerra al comunismo che, alla faccia di quella al terrorismo, risulta essere la sua unica vera guerra combattuta dal 1945 ad oggi.

 

Le attese

Quando lo scandalo dell'Irangate venne alla luce, Posada decise di rimanere in El Salvador, dove esercitò il ruolo di istruttore nell'esercito. Esplosivi e tecniche di tortura erano la sua specializzazione. L'avvocato Soto dovrà vedersela anche con un altro problema, questa volta tutto politico. Si tratta dell'annuncio di un progetto di risoluzione dell'Organizzazione degli Stati Americani (OEA) che dovrebbe essere presentato prossimamente dal Venezuela. La risoluzione esorta i 34 Stati membri dell'OEA a favorire "l'estradizione di qualunque persona" che partecipi o abbia relazione con l'organizzazione di atti terroristici" e chiede sia impedito che "ottengano rifugio, protezione o naturalizzazione nei rispettivi territori con l'obiettivo d'impedirne l'estradizione".

 

La risoluzione, come appare evidente, oltre a sottolineare una maggiore coerenza tra parole e fatti nell'ambito della lotta al terrorismo, appare una chiara sfida alle decisioni statunitensi nel caso di Posada Carriles. L'avvocato Soto ha detto di non considerare un problema la firma della eventuale risoluzione, sostenendo che "non potrebbe applicarsi una risoluzione internazionale con carattere retroattivo per pregiudicare un reo della giustizia statunitense". Ma è proprio così?

 

Calata nel contesto della decisione che dovrà prendere il tribunale di El Paso, sul piano politico l'annuncio della risoluzione assume quasi la valenza di un atto interruttivo di una possibile prescrizione. Questo nonostante gli Stati Uniti abbiano già rifiutato l'estradizione verso il Venezuela attraverso la sentenza di un giudice dell'immigrazione che, nel settembre scorso, decretò che Posada era sì estradabile, ma non in Venezuela o a Cuba in virtù dell'Accordo Internazionale contro la Tortura. La decisione apparve chiaramente impostata politicamente, giacché, diversamente che negli Stati Uniti, non vi sono tracce di tortura nelle carceri venezuelane e cubane, stando ai rapporti degli organismi internazionali, persino quelli più duri contro il sistema chavista e quello cubano.

 

Guantanamo, territorio cubano, è al di fuori del carcere omonimo, che è esclusivo territorio statunitense dove torture, suicidi ed abusi avvengono, chiaramente, per gli "gli interessi superiori di sicurezza nazionale". Gli stessi dell'Irangate; gli stessi per cui, stando al suo avvocato, ha lavorato Posada Carriles.

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