Il terrorismo contro Cuba

a cura di Fabrizio Casari


Incostituzionale. L’indulto regalato nell’Ottobre del 2004 dalla ex presidentessa di Panama, Mireya Moscoso, a Luis Posada Carriles ed agli altri tre colleghi di terrore, non poteva essere concesso. Lo ha stabilito all’unanimità la Corte Suprema di Panama. I nove magistrati che integrano la Consulta dell’istmo centroamericano hanno disposto l’annullamento del provvedimento di clemenza - che aprì le porte del carcere a 183 detenuti - ed il ritorno degli indultati nelle carceri panamensi.

 

“La decisione - recita la sentenza della Corte Suprema divulgata lunedì scorso - ha carattere retroattivo e rende priva di effetti legali qualsivoglia gestione giuridica a carico degli imputati che sia direttamente o indirettamente stata prodotta dalla loro incostituzionale scarcerazione”. Dunque l’Alta Corte di Panama conferma quanto molti avevano già denunciato: il criminale internazionale Luis Posada Carriles non poteva essere liberato, dal momento che era ancora sotto processo per il tentato attentato dinamitardo che avrebbe dovuto uccidere il leader cubano Fidel Castro in occasione della sua visita a Panama nel 2000, dove si trovava per partecipare al vertice Ibero-americano.

L’attentato prevedeva l’esplosione di quindici chili di C-4 durante l’incontro che Fidel avrebbe dovuto tenere nell’università di Panama City, alla presenza di migliaia di studenti. Finanziato dalla FNCA e organizzato dalla cellula terroristica composta da Posada Carriles, Pedro Remon, Gaspar Escobedo e Guillermo Novo Sampoll, l’attentato venne invece disinnescato dall’intelligence cubana che avvertì la polizia panamense, che intervenne prontamente e arrestò il terzetto criminale. Mentre il processo ai quattro terroristi era in corso, la ex presidente Mireya Moscoso decise di liberarli su richiesta dell’Amministrazione Bush.

Ora, alla luce della sentenza della Corte Suprema, che appunto definisce incostituzionale la decisione della signora (accusata dalla giustizia panamense di frode e malversazione e scappata a Miami con 400 milioni di dollari, un vero e proprio tesoro sottratto dalle casse del Paese) un gruppo di avvocati panamensi ha già annunciato che chiederà l’immediata estradizione dagli Stati Uniti dei quattro terroristi cubano-americani beneficiati dall’indulto, affinché possa celebrarsi la chiusura del processo che li vedeva imputati a Panama perché possano poi scontare l’eventuale condanna che il Tribunale dovesse emettere a loro carico.

La richiesta di estradizione, aldilà delle evidenti quanto interessanti connotazioni politiche inerenti al rapporto intimo tra Stati Uniti e terrorismo cubano-americano, ha la sua base giuridica nell’accordo bilaterale in materia di estradizione firmato da Panama e Stati Uniti nel 1904. Nel trattato - com’era prevedibile - risultano esclusi i cittadini con nazionalità statunitensi, per la vecchia norma secondo la quale tutti i terroristi vanno giudicati dagli Usa, tranne quelli statunitensi che non vanno giudicati da nessuno. Ad ogni modo, se Gaspar Escobedo e Guillermo Novo Sampoll risultano di nazionalità statunitense e dunque la loro estradizione potrebbe essere rifiutata sulla base delle norme contenute nel Trattato del 1904, sia Pedro Ramon che Posada Carriles risulterebbero invece pienamente ascrivibili al caso di specie. In sostanza, a norma di Trattato, se potranno esserci obiezioni per Escobedo e Sampoll, tanto Posada Carriles quanto Pedro Ramon dovrebbero essere impacchettati e consegnati alle autorità di Panama.

Ma non sarà semplice. Posada Carriles, definito il “bin Ladin delle americhe”, è legato da molteplici quanto immondi fili alla CIA, l’agenzia di spionaggio statunitense, per la quale ha lavorato decenni svolgendo le operazioni più sporche in America latina, Stati Uniti ed Europa. Dopo lo scandalo internazionale seguito alla sua liberazione per ordine della Presidente Moscoso (indulto elargito a poche ore dalla fine del suo mandato), Posada venne arrestato in Texas nel 2005, con l’accusa di essere entrato illegalmente in territorio statunitense. Processato, venne liberato nel 2007, in allegra indifferenza alla richiesta di estradizione da parte del Venezuela, dalle cui carceri fuggì nel 1985. Vi era detenuto perché sotto processo in quanto autore dell’esplosione in volo sui cieli delle Barbados di un aereo cubano, che causò la morte di 73 persone. Era il primo atto di terrorismo nei cieli contro obiettivi civili.

Oggi Posada Carriles circola liberamente per le strade della Florida governata da Jeb Bush e, a detta di alcuni congressisti democratici, la Casa Bianca starebbe esaminando la possibilità di concedergli il “perdono presidenziale”, misura indultiva concessa dal Presidente. Non ci sarebbe niente di cui stupirsi, visto che già il suo socio in orrori Orlando Bosh, l’altro connotato criminale che con Posada aveva organizzato l’esplosione dell’aereo cubano sulle Barbados nel 1976, venne indultato nel 1990 dal Presidente George Bush, padre dell’attuale, che ai tempi in cui era Direttore della CIA aveva avuto modo di apprezzare la collaborazione di Bosh e Carriles con l’agenzia. E, come per l’Iraq, anche per il terrorismo cubano-americano il figlio potrebbe essere tentato di proseguire e completare l’opera del padre.

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