Le città di pianura, firmato dal regista Francesco Sossai, racconta la storia di Carlobianchi e Doriano, due spiantati cinquantenni, il quali hanno un’ossessione: andare a bere l’ultimo bicchiere. Una notte, vagando in macchina da un bar all’altro, si imbattono per caso in Giulio, un timido studente di architettura: l’incontro con questi due improbabili mentori trasformerà profondamente Giulio nel suo modo di vedere il mondo e l’amore, e di immaginare il futuro. Un road movie nella sterminata pianura veneta che viaggia alla velocità con cui si smaltisce una sbronza.

Un film molto interessante, sia dal punto di vista del racconto che della costruzione dei personaggi, mai banale. "Volevo fare un ritratto di una vera e propria Lost Generation - afferma il regista - quella degli uomini nati negli anni Settanta, in un contesto di estremo sviluppo economico, che dopo la crisi del 2008 si è ritrovata a fare i conti con un mondo radicalmente diverso. Per me appartengono a una generazione crepuscolare, figli del mondo allora al tramonto, e stranieri in quello che vivono oggi".

Carlobianchi e Doriano "sono stati come sbalzati fuori dal processo di produzione, ed è questo che li rende interessanti ai miei occhi. Non cerco di creare tra loro e il pubblico un processo di identificazione, un tipo di processo che mi interessa davvero poco; il mio scopo è più quello di creare un senso di meraviglia nei confronti dei personaggi. Mi piace che il pubblico sia abbagliato da una presenza, non che passi il tempo del film a pensare a quale personaggio assomigli di più".

Mentre Giulio rappresenta una tipologia umana, quella dell’umanista, "anch’essa al crepuscolo, e che mi pare abbia ormai ben poco spazio nel nostro mondo. E mi fa pensare alle parole del filosofo Giorgio Agamben, secondo il quale solo chi non è contemporaneo - chi vive una frattura con il proprio tempo - può essere veramente contemporaneo. Mi piace l’idea di poter raccontare persone colte in un momento di crisi o di passaggio perché in quei momenti siamo più aperti a ciò che di casuale la vita può porci davanti: sono persone che pur non sapendo dare un nome al male che li affligge, al contempo hanno una speranza assoluta nella propria guarigione".

La musica di Krano e il paesaggio sonoro, fatto di rumori del traffico e dei motori a scoppio, hanno un ruolo centrale nel film, creando una sensazione da un lato straziante e spensierata e dall'altro di costante transito.

 

Le città di pianura (Italia 2025)

Regia Francesco Sossai

Cast: Filippo Scotti, Sergio Romano, Pierpaolo Capovilla

Distributore: Lucky Red

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