«Quando un personaggio nasce, acquisisce immediatamente una tale indipendenza, persino dal suo stesso autore, che può essere immaginato in molte altre situazioni, in cui l’autore stesso non aveva pensato di collocarlo, e può persino assumere significati che l’autore mai aveva sognato di conferirgli!». Questa riflessione del Padre, protagonista di Sei personaggi in cerca d’autore, sembra anticipare il modo in cui il cinema ha esplorato Luigi Pirandello nel tempo, più che per tradurre in immagini i suoi drammi, per comprendere l'uomo e l'artista. Esemplare in questo senso è La stranezza di Roberto Andò, così come il raffinato Leonora addio, ultima regia solitaria di Paolo Taviani.

Pirandello stesso, nel ricevere il Nobel nel 1934, offrì una chiave per avvicinarsi alla sua arte: «Per riuscire nelle mie fatiche letterarie ho dovuto frequentare la scuola della vita. Questa scuola, inutile per certe menti brillanti, è l’unica cosa che può aiutare una mente come la mia [...] La fede nasce dalla semplicità della mia natura [...] Mi piacerebbe credere che questo premio sia stato conferito alla sincerità umana del mio lavoro, più che alla perizia dello scrittore».

Nel suo ultimo film, Eterno visionario, Michele Placido omaggia questa dimensione di Pirandello, portando sul grande schermo il celebre discorso del drammaturgo di fronte all’Accademia Reale di Svezia. Il momento rappresenta il culmine della carriera di un autore unico, spesso incompreso dai contemporanei e difficile da categorizzare. In una delle prime scene, il Pirandello di Fabrizio Bentivoglio dichiara a Marta Abba – in un incontro immaginato con sensibilità drammatica dagli sceneggiatori Toni Trupia e Matteo Collura – che «il teatro si fa», sottolineando l’urgenza della rappresentazione come atto concreto e vivo.

In modo simile, Placido adotta lo stesso approccio per il cinema, tentando quasi di creare un impossibile dialogo diretto con l'autore siciliano che tanto lo ha ispirato. Già in film come Ovunque sei e La scelta, l’opera pirandelliana ha permeato la visione artistica di Placido; in Eterno visionario il regista giunge al cuore del suo omaggio, interpretando lui stesso il ruolo di Saul Colin, agente letterario e confidente del drammaturgo. Con questo personaggio, Placido riesce a far dialogare Pirandello con se stesso e a esplorare la sincerità del racconto.

Il film si snoda come un viaggio a ritroso nella memoria privata di Pirandello, tra gli episodi dolorosi della sua vita: il ritorno del figlio Stefano dalla Prima Guerra Mondiale, la malattia psichiatrica della moglie Antonietta Portulano – resa da Valeria Bruni Tedeschi con un'intensità a tratti eccessiva ma piena di pathos – e il rapporto platonico con Marta Abba. Ogni tappa del viaggio interiore di Pirandello si lega ai grandi momenti dell’esistenza e della creazione artistica. Il viaggio verso il Nobel a Stoccolma, con Abba assente al binario, diventa un'occasione per aprirsi con Colin – e quindi, in modo quasi catartico, con Placido stesso – lasciando emergere la fragilità dell'artista, che si trasforma a sua volta in un "personaggio in cerca d’autore".

In questa operazione si intuisce anche un intento personale di Placido: l’eternità dell’arte diviene un rifugio dalla caducità della vita, una riflessione che il regista aveva già accennato in L’ombra di Caravaggio. Sebbene alcuni passaggi del film sembrino meno definiti e talvolta l'enfasi recitativa prevalga, Placido riesce a portare in scena i fantasmi di un uomo nato tra le solfatare siciliane e infine avvolto in un sudario umile. La sua regia cerca di raccontare l’intensa, quasi crudele bellezza della vita, in tutta la sua complessità – e questo, forse, è ciò che più conta.

 

Eterno Visionario (Italia, 2024)

Regia: Michele Placido
Cast: Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi, Federica Luna Vincenti, Giancarlo Commare, Aurora Giovinazzo, Michelangelo Placido, Michele Placido, Mino Manni, Lorenzo Gioielli, Anna Gargano, Marcello Mazzarella, Dajana Roncione, Erika D'Ambrosio, Giovanni Trombetta, Silvio Laviano, Pietro Micci, Silvia Siravo, Guia Jelo, Edoardo Purgatori
Sceneggiatura: Michele Placido, Matteo Collura, Toni Trupia

Fotografia: Michele D'Attanasio
Produzione: Federica Luna Vincenti per Goldenart Production con Rai Cinema in co-produzione con GapBuster
Distribuzione: 01 Distribution

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