di Mariavittoria Orsolato

Se da qui ai prossimi sei mesi i televisori DTV degli italiani dovessero funzionare male, o addirittura non funzionare affatto, la colpa sarà probabilmente da imputare ai cellulari, o almeno alla rete che li tiene interconnessi. Dal primo gennaio infatti, in Italia sono finalmente cominciati i lavori per l'accensione delle reti mobili superveloci 4G sulle frequenze degli 800Mhz liberate dalle emittenti locali, ma la probabilissima sovrapposizione di segnali fra gli smartphone e il digitale terrestre rischia di accecare le trasmissioni tv, rendendo la ricezione impossibile lungo la penisola.

Il problema era già stato rilevato e ampiamente risolto un paio d'anni fa in sede Europea ma in Italia, ca va sans dire, siamo ancora lungi dall'aver trovato una soluzione. Le aziende di telecomunicazioni non sono state infatti in grado di trovare un accordo e, allo stato attuale, l'unico indirizzo per dirimere la querelle interferenze si troverebbe all'interno del decreto Crescita, approvato lo scorso 13 dicembre, che all’art. 14, comma 2-bis stabilisce la costituzione di un generico fondo per gli “Operatori titolari delle frequenze in banda 800 Mhz” che si dovranno occupare dell'assistenza (gratuita) ai cittadini.

Il condizionale è però d'obbligo dal momento che il decreto deve ancora essere emendato ed approvato - i termini scadono a febbraio - e, a concorrere al probabile disastro, arriva il sito Help Interferenze che il Ministero dello Sviluppo Economico ha affidato alla FUB (Fondazione Ugo Bordoni), impegnata dal 1952 nella ricerca sulle TLC.

Pur non essendoci quindi ancora nulla di deciso a livello istituzionale, sul sito internet sono state già pubblicate le regole dettagliate che i cittadini dovranno seguire per segnalare i disturbi al segnale tv. “In caso di disturbi, nella ricezione di uno o più canali o di oscuramento totale della tv - si legge nella home page - l'utente privato o l’amministratore del condominio può registrarsi al sito attraverso l’apposito web form e inviare una segnalazione con la richiesta d’intervento. In presenza dei requisiti tecnici e amministrativi richiesti per l’accesso al servizio, sarà inviato senza alcun costo per il cittadino un antennista...”.

Per “requisiti amministrativi”, il sito voluto dal dicastero di Passera pare però intenda il fatto di essere in regola con il pagamento del canone RAI: a meno che l'imposta non risulti pagata, i filtri anti-interferenza non potranno essere installati a costo zero dalle compagnie di telecomunicazioni.

Ma il problema delle interferenze è soprattutto un problema di accesso ad un servizio pubblico fondamentale, e così Audiconsum, con il suo presidente Paolo Giordano, ha immediatamente chiesto al Ministero per lo Sviluppo Economico che il provvedimento venga rivisto ed emendato per essere così alla portata di tutti. “Non è possibile mischiare il diritto dei consumatori di accedere ad un servizio pubblico essenziale - spiega Giordano al Corriere delle Comunicazioni - con il dovere di pagare la tassa di possesso della tv. Il diritto va garantito e, ove si rilevi che il canone non è stato pagato, lo Stato ha gli strumenti per richiedere il pagamento dello stesso”.

Per altro, così facendo, si escluderebbero dall'assistenza gratuita non solo tutti coloro i quali, ad esempio, abbiano in corso una controversia o una contestazione con la RAI per il pagamento del canone (magari perché non dovuto o perché già versato), ma anche quanti abbiano solo di recente cambiato la propria residenza, o abbiano solo di recente acquistato un immobile come prima casa, e non abbiano ancora  avuto comunicazione per il pagamento del canone RAI.

Dal Ministero per lo Sviluppo Economico fanno comunque sapere che quanto espresso sul sito Help Interferenze “è di natura provvisoria e bisognerà attendere il Regolamento collegato al decreto Crescita per avere le disposizioni definitive”. Si tratterebbe quindi di informazioni generali che, allo stato attuale dei lavori, non avrebbero alcuna natura vincolante ma semplicemente indicativa.

Se per ora il problema rimane nel novero delle disquisizioni tecniche e giuridiche, la situazione è certo destinata a esacerbarsi. Gli operatori mobili stanno estendendo la copertura 4G, che permette applicazioni multimediali avanzate e collegamenti dati a banda larga, proprio in questi giorni. E’ di ieri la notizia che Vodafone ha portato la nuova rete a 40 località sciistiche; raggiungerà 20 città a marzo mentre Telecom Italia ha comunicato invece la settimana scorsa di essere arrivata a 30 comuni. A febbraio partirà anche 3 Italia ed entro giugno la copertura dovrebbe essere attiva lungo tutta la penisola.

Secondo quanto stimato dalla FUB, potrebbero essere circa un milione di abitazioni a registrare problemi nei prossimi sei mesi ma, d’altro canto, è proprio grazie agli 800 MHz che gli operatori potranno coprire una vasta parte dell’Italia con il 4G, implementando un servizio essenziale come la connettività mobile. Al momento hanno evitato di usare queste frequenze, lo faranno nelle prossime settimane e allora il problema delle interferenze scoppierà in tutta la sua evidenza. Alle soluzioni, come sempre, si penserà dopo.


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