di Mariavittoria Orsolato

 

Secondo recenti affermazioni “essere esposti al pubblico ludibrio” è qualcosa che ha prettamente a che fare con la politica, in special modo con Bocchino, Raisi e D’Urso. Stando invece a quanto recita il dizionario, l’affermazione sopraccitata significa semplicemente schernire e, sebbene come attività sia moralmente deprecabile, questo pare essere lo sport preferito dagli italiani che in massa hanno consegnato all’olimpo del dio Auditel un programma come “Italia’s got talent”.

Format d’importazione anglofona, la trasmissione non è altro che una versione non troppo riveduta e per nulla corretta di quella che fu “La Corrida” del compiato Corrado, a sua volta clone dell’americano “The Gong show” ideato da Chuck Berris, anchorman ed occasionale spia per conto della Cia negli anni della Guerra Fredda. “Italia’s got talent”, insomma, non è nulla che non si sia già visto ma il fatto che il programma ruoti per la maggiore su persone da esporre – appunto - al pubblico ludibrio, lo ha reso il campione di ascolti del lunedì sera.

Ricalcando X Factor, altro talent show musicale, sono tre i giudici artistici incaricati di “buzzare” ( dall’ingelese to buzz off, ovvero levarsi di torno) i vari aspiranti talentuosi che sul palco provano a bucare lo schermo con le capacità più disparate: dal muovere le orecchie a tempo di musica, al coraggio (decisamente indubbio) di conciarsi e ballare come una cubista pur avendo 66 anni, fino ad arrivare ad una “My Way” eseguita con le braghe calate e il fondoschiena truccato come Frank Sinatra. Più che un talent show, questo pare essere un freak-show in cui l’ubiqua Maria De Filippi, il bonario d’ufficio Gerry Scotti e l’insopportabile Rudy Zerbi sguazzano in quell’immenso brodo primordiale chiamato trash. Ufficialmente presentatori del programma, Francesco Annichiarico ­– già ottimo conduttore di programmi per cineasti come “La valigia dei sogni” – e Geppi Cucciari – brillante stella di una comicità al femminile­ in via d’estinzione ­– sono in realtà semplici uscieri che dietro le quinte spingono e accolgono gli aspiranti famosi, senza nulla dare del loro (vero) talento a un programma che, almeno stando al titolo, ne dovrebbe essere l’alfiere.

La trasmissione, seppur sapientementemente calibrata su una regia impietosa, non è quindi altro che l’ennesima apologia del peggio di questa Italia che vive bramando i suoi 15 minuti di celebrità.

 

 

Tutti i lunedì alle 21.30 su Canale 5 ­

 

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