di Roberta Folatti

Passioni che covano sotto la cenere

Ci sono persone incapaci di vivere pienamente la propria esistenza, seguendo alle luce del sole le proprie inclinazioni. Per ipocrisia, mancanza di coraggio, abitudine ad insinuarsi nelle vite altrui. Persone che non si mettono mai in gioco fino in fondo e preferiscono ottenere le cose per vie traverse, con macchinose strategie. Specie di vampiri che si nutrono dell’energia degli altri, aggrappandosi con patologica ostinazione alla vittima prescelta. Diario di uno scandalo è costruito attorno a una figura del genere, in apparenza una rigorosa insegnante, di quelle all’antica che riescono ancora a farsi rispettare dagli alunni, in realtà una donna sola, incattivita, che giudica il mondo e i suoi abitanti con un cinismo senza appello. Interpretata da una superba Judy Dench, candidata all’Oscar per questo ruolo, Barbara sta acquattata nel suo mondo ristretto, soffocante, morbosamente controllato, in attesa di trovare una “preda” che faccia per lei.

E l’arrivo nella sua scuola di una bionda insegnante d’arte, eterea, spontanea fino ad apparire ingenua, che mostra senza mascherarle le proprie fragilità, scatena in Barbara una perfida determinazione. La vuole, e il modo migliore per averla è farle credere a un’amicizia disinteressata, soprattutto quando Sheba si mette in guai seri iniziando una relazione con un quindicenne a cui dà ripetizioni.

Cate Blanchett è straordinaria nell’impersonare lo spaesamento, la sventatezza, lo stupore di una giovane moglie insoddisfatta di ciò che ha – un marito molto più grande di lei, un lavoro per il quale non si sente all’altezza – che si lascia travolgere dalla passione per un ragazzo minorenne. Contravvenendo a tutte le regole, rischiando un’incarcerazione oltre alla perdita del posto di insegnante .
Il contrasto anche visivo tra la diafana e bellissima Sheba, tremante e audace al medesimo tempo, e la avvizzita Barbara, che cova dentro un sordo rancore verso il mondo, è costruito con grande efficacia dal regista Richard Eyre, già autore di un film interessante, “Iris – Un amore vero”, uscito nel 2001.
Judy Dench tratteggia un personaggio meschino, talmente solitario e abbruttito da attirare, in certi momenti, la compassione del pubblico. Ma il suo bisogno di vicinanza, di calore umano lo manifesta sempre attraverso il sotterfugio, insinuandosi in modo subdolo invece che palesandosi con onestà. Per questo non ha mai avuto una vita reale, uno scambio autentico, come le dice spietatamente Sheba dopo aver letto il suo diario e aver scoperto la verità.

Il film di Eyre è ben calibrato, soffia sul fuoco della morbosità e dell’ossessione senza travalicare mai nel melodramma, nei toni eccessivi. Anche i personaggi minori sono credibili, in particolare il ragazzo “pietra dello scandalo”: infatuato di Sheba, fiero di averla conquistata, si tira indietro quando capisce che la vita della bionda “prof” è molto più complicata del previsto. Dopo la bufera e l’apparente annichilimento della vecchia strega, che dice di aver perso la donna della sua vita, ci aspetta un finale degno di un film di Hitchcock, per ironia e leggero senso del grottesco...

Diario di uno scandalo (2006, Gran Bretagna)
Regia: Richard Eyre
Sceneggiatura: Patrick Marber
Musica: Philip Glass
Cast: Judy Dench, Cate Blanchett, Bill Nighy, Andrew Simpson
Distribuzione: 20th Century Fox







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