Interessante e ben fatta la serie in programma su Netflix, La regina degli scacchi. In un orfanotrofio negli anni '50 una ragazzina rivela un talento incredibile per questo gioco, che la porta verso la fama, ma intanto lotta con un problema di dipendenza. La serie statunitense, creata da Scott Frank e Allan Scott, si fonda sull'omonimo romanzo del 1983 di Walter Tevis.

Si segue così la vita di questa bambina prodigio, dagli otto anni ai ventidue, e ci si sofferma sulla sua dipendenza da alcol e psicofarmaci nel tentativo di diventare la regina degli scacchi.

La serie mette in luce anche l'uso che si faceva negli anni 50, all'interno degli orfanotrofi, di pillole tranquillanti. Pratica che in alcuni casi si è trasformata in una dipendenza, come per Beth. Quando Beth viene adottata, nella sua nuova casa decide di iniziare a partecipare a tornei di scacchi. Ma mentre intreccia nuove amicizie e continua a vincere sempre più partire a scacchi, cresce anche la sua dipendenza e la sua vita inizia a incrinarsi.

Ma la sua lotta per raggiungere la vittoria e riprendere in mano la sua esistenza la condurrà verso un trionfo dal forte valore simbolico.

La regina degli scacchi (Usa 2020)

Regia: Scott Frank

Soggetto: Walter Tevis (romanzo La regina degli scacchi)

Sceneggiatura: Scott Frank

Cast: Anya Taylor-Joy,Bill Camp,Marielle Heller

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