Il genio di Paul Gauguin raccontato al cinema nel film Gauguin a Tahiti. Il paradiso perduto, in arrivo nelle sale italiane il 25, 26 e 27 marzo come nuovo appuntamento del progetto della Grande Arte al Cinema. Il racconto si svolge attraverso un viaggio alla ricerca delle origini del pittore e della sua voglia di evadere e di lasciare una società, a suo dire conformista, come quella parigina di fine novecento.

 

 

Il nuovo docu-film, con la partecipazione straordinaria di Adriano Giannini, è diretto da Claudio Poli, su soggetto di Marco Goldin e Matteo Moneta, che firma anche la sceneggiatura. Ripercorrendo le tracce di una biografia che appartiene ormai al mito e di una pittura raffinatamente primordiale, il film evento, con una colonna sonora originale firmata dal compositore e pianista Remo Anzovino, conduce lo spettatore tra i luoghi che Gauguin scelse come sua patria d’elezione e attraverso i grandi musei americani dove sono custoditi i suoi più grandi capolavori: New York col Metropolitan Museum, Chicago con il Chicago Art Institute, Washington con la National Gallery of Art, Boston con il Museum of Fine Arts.

 

Ad accompagnare lo spettatore gli interventi di esperti internazionali: Mary Morton, curatrice alla National Gallery of Art di Washington, Gloria Groom,curatrice all’Art Institute di Chicago, Judy Sund, docente della New York City University, Belinda Thomson, massima esperta di Gauguin, David Haziot, autore della più aggiornata e accreditata biografia su Gauguin. Una nuova rivoluzione nella storia dell'arte quella firmata dall'artista francese, dove una grazia senza tempo emerge prepotente in quei colori e in quelle immagini polinesiane.

 

Il film è, però, anche la cronaca di un fallimento. Perché Gauguin non poté mai sfuggire alle proprie origini, alle ambizioni e ai privilegi dell’uomo moderno. Una sorta di paradiso perduto, il suo, dove le tele che ritraggono le bellezze di Tahiti non possono non pagare il prezzo imposto dall'industria culturale.

 

Il racconto è anche accompagnato dalle parole dello stesso pittore, con brani tratti da testi autobiografici (come Noa Noa o Avant et après), dalle lettere a familiari e amici e alla moglie Mette, alla quale Paul scriverà: “Verrà un giorno, e presto, in cui mi rifugerò nella foresta in un’isola dell’Oceano a vivere d’arte, seguendo in pace la mia ispirazione. Circondato da una nuova famiglia, lontano da questa lotta europea per il denaro. A Tahiti, nel silenzio delle notti tropicali, potrò ascoltare il ritmo dolce e suadente del mio cuore in armonia con le presenze misteriose che mi circondano. Libero, senza problemi di denaro, potrò amare, cantare, morire”.

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