di Sara Michelucci

Non entusiasma il nuovo lavoro di Paul Schrader, Il nemico invisibile, che sia a livello di sceneggiatura che di costruzione dei personaggi non riesce a staccarsi da una messa in scena piuttosto scontata. Evan Lake è un agente veterano della Cia, che ben presto si ritrova a dover fare i conti con i primi sintomi di una forma di demenza piuttosto precoce. Un fatto che lo getta in una situazione decisamente complicata a livello psicologico, come pure nei rapporti con l’organizzazione con cui ha lavorato per anni.

Così viene spinto verso un pensionamento anticipato. Quando, Milton Schultz, suo giovane protetto e che è sulle tracce del jihadista Muhammad Banir, scopre che il terrorista potrebbe essere ancora vivo, Lake decide di imbarcarsi in una rischiosa missione intercontinentale, per eliminare il suo nemico di sempre.

Ci troviamo di fronte a un lavoro che nuovamente gioca sul dualismo Occidente - Islam, tra buoni e cattivi, dove le azioni della Cia sembrano non essere così tanto deplorevoli, quasi che la colpa fosse di qualcun’altro. Il film, quindi, non decolla, nonostante la buona interpretazione di Nicholas Cage, che si conferma attore di valore.

Il nemico invisibile (Usa 2014)

REGIA: Paul Schrader
SCENEGGIATURA: Paul Schrader
ATTORI: Nicolas Cage, Anton Yelchin, Irène Jacob, Alexander Karim, David Lipper
FOTOGRAFIA: Gabriel Kosuth
MONTAGGIO: Tim Silano
MUSICHE: Frederik Wiedmann
PRODUZIONE: TinRes Entertainment, Over Under Media
DISTRIBUZIONE: Barter Entertainment

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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