di Roberta Folatti

Storia privata

L’essenziale è vincere. E chi perde, perde tutto.
Ida Dalser pagò molto duramente il fatto di aver amaro Benito Mussolini. Nulla le fu risparmiato dagli zelanti collaboratori del Duce. Derisioni, botte, manicomio, la separazione dal figlio ma lei non fu mai diposta a rimangiarsi la verità che urlava al mondo. Nemmeno quando la allettarono facendole intravedere la possibilità di essere liberata dall’ospedale psichiatrico in cui era rinchiusa da anni.
E’ una storia dura, senza lieto fine quella della Valser, una donna bella e combattiva che, col suo rifiuto di togliersi di scena, impensierì per un po’ il Duce, lanciato nel suo cammino di ascesa al potere. Lei lo aveva conosciuto quando era ancora un idealista che amava sfidare i benpensanti e mettere in crisi la loro fede comoda, infarcita di ipocrisia. Di quel giovane uomo si era innamorata. Ma non tradì mai quel legame, da cui era nato anche un figlio, nemmeno quando Mussolini cambiò e non la volle più vedere, impegnato ormai in altre, ben più eccitanti avventure. Il suo ruolo a capo del paese esigeva una moglie regolare e mansueta, e la Valser e suo figlio diventarono dei pericolosi scheletri nell’armadio, da far scomparire al più presto.

Lei non accettò questo rifiuto e continuò a cercarlo (finchè la lasciarono libera), a sostenere che era lei la sua vera moglie, a mostrargli quel figlio, da principio riconosciuto e poi rinnegato. Lo faceva pubblicamente, mettendolo in imbarazzo, sbugiardando la sua facciata di rispettabilità.

Naturalmente il Duce tollerò per poco un tale comportamento e poi incaricò i suoi sgherri di eliminare il “problema”. La soluzione più semplice fu di farla passare per pazza. E per non correre rischi alla fine internarono anche il figlio, che aveva assorbito da lei il “vizio” di non tacere. Marco Bellocchio racconta questo dramma attraverso spunti molto personali e immagini a tratti fiammeggianti: la passione che divampa fra Ida e Benito, la progressiva consapevolezza di lei che comincia a vederlo sotto una luce più oggettiva, l’accanimento con cui lei, nonostante tutto, tenta di imporsi e con cui lui la respinge. Ma, si sa, sono sempre i più deboli a soccombere. E la resa di Ida e di suo figlio va di pari passo con quella del popolo italiano, che soccombe al fascino di quel rozzo dittatore. Molto bravi Giovanna Mezzogiorno e Filippo Timi.

Vincere (Italia, 2009)
Regia: Marco Bellocchio
Sceneggiatura: Marco Bellocchio
Scenografia: Marco Dentici
Cast: Giovanna Mezzogiorno, Filippo Timi, Micaela Cescon, Riccardo Paicher
Distribuzione: 01






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