di Roberta Folatti

L’arte non ci salva da noi stessi

Luca parla attraverso la musica. Solo davanti a un pianoforte riesce a sbrinare il suo mondo emotivo - solitamente tenuto a freno, cristallizato, sottoposto a ferrea sorveglianza. Anche da piccolo, quando viveva in Mozambico con i suoi genitori e i suoi tre fratelli, era un bambino un po’ diverso, più riflessivo e controllato degli altri. A tratti poteva apparire triste, ma la sua non era vera e propria tristezza, più un timore di essere sopraffatto dalla violenza delle emozioni. Quelle belle e quelle più contrastanti, difficili da gestire, come il mix di rabbia, nostalgia, amore che provava per il padre al momento delle sue frequenti partenze. Geologo di fama, era sempre in giro per il mondo e Luca ogni volta si sottraeva al rito dei saluti, facendolo arrabbiare, salvo poi inseguire la sua auto quand’era troppo tardi. Non un bambino infelice dunque ma sicuramente un’anima tormentata, che riusciva ad esprimere appieno l’immenso affetto provato per sua madre solo nel momento in cui si sedevano insieme davanti al pianoforte. Lei accennava un pezzo musicale, lui lo continuava con un solo dito... l’annuncio di un grande talento.

Ripercorre la vita di Luca Flores, ispirandosi al romanzo di Walter Veltroni, il film Piano, solo e lo fa con pudore e grande rispetto. Un vita breve e sofferta, caratterizzata dal connubio profondissimo del protagonista con uno strumento musicale, il pianoforte, di cui Luca divenne un virtuoso apprezzato a livello internazionale. Ma una vita minata anche dalla depressione, che col tempo gli impedì persino di suonare.
I suoi rapporti di affetto col padre, con le sorelle e il fratello, con la ragazza di cui era innamorato furono condizionati dall’incedere progressivo della malattia, che lo trascinava lontano dalla realtà, riempiendolo di sensi di colpa ingiustificati, di paure, di doveri a cui non riusciva ad adempiere. Anche la musica in quei momenti diventava un’ossessione, con la ripetizione meccanica delle scale alla ricerca di un sollievo dai pensieri, di un allentamento dell’insostenibile tensione.

Diretto da Riccardo Dilani e interpretato con autenticità e rispetto da Kim Rossi Sturat, il film fa emergere la figura dolente di Luca Flores, che resta scolpita nella memoria, commuove, legata indissolubilmente alla bellissima musica composta negli anni da questo musicista.

Piano, solo (Italia, 2007)
Regia: Riccardo Milani
Ispirato al libro “Il disco del mondo” di Walter Veltroni (edizioni BURextra)
Sceneggiatura: Riccardo Milani, Ivan Cotroneo, Sandro Petraglia, Claudio Piersanti
Cast: Kim Rossi Stuart, Jasmine Trinca, Paola Cortellesi, Michele Placido
Distribuzione: 01





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