di Fabrizio Casari

Una vera e propria lezione di calcio è quella che la Roma di Zeman ha imposto al Milan di Allegri. Giallorossi brillanti sul piano fisico e atletico, evidenziato da un pressing e da una velocità di manovra eccellente, efficaci nel controllo tecnico della partita, pur se lacunosi ancora nella fase difensiva, hanno regalato agli spettatori la più bella prestazione romanista del torneo. In nessun momento il Milan ha dato l’impressione di poter imporsi: troppo alto il gap tecnico tra le due formazioni e troppo diverso anche l’atteggiamento mentale delle due squadre in campo.

La Roma è entrata per vincere e persino sul 4 a 0 non ha mai abbassato il livello dell’intensità e della velocità; il Milan, pure animato dalle migliori intenzioni, non ha mai rappresentato un avversario capace di mettere alla corda la banda Zeman. Gli artisti del calcio indossavano la maglia giallorossa, quelli in tenuta bianca a strisce rossonere hanno svolto il ruolo di un buono sparring partner.

Rimanendo sulle rive del Tevere, va segnalato come anche la Lazio abbia ottenuto una significativa e meritata vittoria in trasferta sulla Sampdoria, cui il cambio in panchina non pare aver giovato. I ragazzi di Petkovic sono ora al secondo posto in classifica e se sapranno fare un mercato di riparazione invernale intelligente, potranno ulteriormente rinforzare posizione e classifica.

L’annata si preannuncia di assoluto livello. Alzi la mano chi all’inizio del torneo avrebbe dato alla Lazio un pronostico di secondo posto in classifica a Dicembre. Invece la squadra, dopo una prima fase di assestamento, è ora forte in tutti i reparti e, se Klose tiene fino alla fine del campionato sui suoi livelli, la Lazio potrà disegnare sogni imprevisti. Una punta di valore è però necessaria insieme ad un trequartista, in modo di dare riposo a Klose e Hernanes, i gioielli di casa.

Se il Napoli riprende a vincere e mette il Siena in condizioni quasi disperate, la Fiorentina strapazza il Palermo di messo ancora peggio da quando sulla sua panchina è arrivato Gasperini. In piena zona retrocessione, non sembra affatto disporre delle risorse per risalire la china. Meglio sarebbe, per il suo funambolico presidente, correre sul mercato di riparazione e dotarsi di un allenatore che lavori per rendere una squadra solida e quadrata, insomma che cerchi di far vincere il Palermo piuttosto che di prendersi le sue rivincite. Zamparini dovrà comprare e non poco per salvare la squadra: dovrà in sostanza pagare di più e parlare di meno se non vuole festeggiare con la serie B la fine del torneo.

Viene fermata dal Genoa  l’Inter di Stramaccioni, ormai alla guida di una squadra dove sì gli assenti cominciano ad essere troppi (9) ma dove i rimedi, che potrebbero essere reperiti nella fortissima Primavera, restano in panchina per non togliere spazio ai “vecchi”. Sabato erano in campo sette giocatori del la squadra di cinque anni fa, ma con cinque lunghe primavere in più sulle spalle. Uscito Juan Jesus, l’età media della squadra è divenuta altissima e l’evidenza con la quale i nerazzurri soffrono di brillantezza atletica scarsa, riflette certamente del fatto che lì Inter è la squadra che ha giocato di più, ma anche di una rosa che in ogni modo si tenta di far resistere agli anni che inesorabilmente passano.

La stessa mancanza di gioco, più che risentire dell’assenza di un play-maker(indiscutibile), soffre le conseguenze di un gruppo che non si smarca, non corre, aspetta il pallone sui piedi e non detta mai la possibile giocata. E lo stesso Cassano, che dietro le punte potrebbe creare occasioni importanti, messo sulla fascia non rappresenta una particolare risorsa, dal momento che la sua giocata (rientro verso il centro e cross) è ormai risaputa e spesso stroncata. Il mercato di riparazione è urgente, ma solo se gli acquisti potranno scalzare gli inamovibili e le cessioni sgombrino il campo da scarsi vestiti da possibili campioni.

Il bilancio di questa prima parte del torneo sembra, al momento, coincidere con la proiezione futura. Otto o nove punti sulle inseguitrici sono il trofeo con il quale la Juventus ha chiuso da campione d’inverno il girone d’andata del campionato. Una distanza enorme, difficile da colmare per qualunque delle sue inseguitrici. Anche ammesso che la squadra di Conte possa avere una fase di difficoltà in coincidenza con la ripresa della fase a gironi della Champions, si dovrebbe assistere a una vera e propria tempesta per modificare le rispettive posizioni di capolista e inseguitrici. Nella migliore delle ipotesi il vantaggio finale potrebbe essere più esiguo, non di più. La parola passa ora al mercato.

 

 

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