di Fabrizio Casari

Neppure un pareggio e nemmeno una sorpresa al rientro del campionato. Trentuno gol realizzati, come nell’ultima giornata del 2011. Saranno state le ferie o le diverse quantità e qualità di panettone e champagne, ma tutto è cominciato nel migliore dei modi per le grandi, che hanno schiantato le piccole. Ad eccezione della Lazio, che ha rimediato quattro sberle dal Siena, infatti, la parte sinistra della classifica ha sostanzialmente avuto ragione di quella destra. Idem per quanto riguarda la vetta della classifica, dove tra Juventus e Milan continua a giocarsi la sfida per il primato, con l’Udinese pronta ad approfittare di ogni eventuale passo falso delle due.

La Roma prosegue la sua scia di vittorie e mostra di aver compreso gli aggiustamenti in corsa proposti da Luis Enrique. Non è chiaro, al momento, quale sarà il destino di De Rossi, ma è chiaro invece quanto il rientro di Totti cambi il valore complessivo della squadra. E’ vero che solo la dimensione del collettivo fa vincere o perdere, ma quando i fuoriclasse sono in campo o no ne risente proprio il collettivo.

La Juventus e il Milan, come detto, vincono, anche se la Juventus fatica parecchio. Le viene negato comunque un rigore su Vucinic che era solare, mentre ai rossoneri ne viene dato uno assai discutibibile. Come al solito, insomma. Il Napoli torna anch'egli ristabilito nel fisico e nel morale e sgomina il Palermo nel posticipo. Ritornano a vincere la Fiorentina, il Cagliari e il Bologna, che ne avevano davvero bisogno, così come avrà bisogno la Lazio di un serio esame su cosa non funziona.

L’unico elemento di novità, ad ora, è rappresentato dall’Inter, che in dieci partite è passata da quart’ultima a quarta. I nerazzurri hanno raccolto otto vittorie nelle ultime nove partite con le ultime due che hanno visto un attivo nei gol di nove fatti e zero subìti. Le cinque vittorie consecutive fanno ricordare agli statistici il record di Mourinho nel campionato 2009-10, ma le similitudini, per ora, si fermano qui. Domenica sera, infatti, sarà derby milanese e l’Inter è chiamata a confermare quanto sta emergendo in ordine a qualità del gioco e tenuta fisica. Troppo tenero il Parma di sabato per scambiare le lucciole di una goleada per le lanterne di una rincorsa scudetto.

Perché il distacco dalle prime tre dei nerazzurri fino ad ora è stato anche determinato dall’aver perso con Juventus, Milan e Udinese gli scontri diretti fin qui giocati. La verità è che le tre in testa corrono troppo e dunque, per quanto i Ranieri-boys possano continuare con il rullo compressore, le distanze restano difficili da colmare. Ma certo che l’Inter dell’aggiustatore Ranieri sembra cosa molto diversa da quella del periodo Gasperini e l’impressione è che il Milan dovrà giocare una gara attenta e senza errori per avere la meglio sui nerazzurri, che hanno riscoperto Milito e scoperto Alvarez e che hanno in Sneijder e Forlan, al rientro, due armi niente male.

Insieme al derby sul campo ce n’è un altro in corso nel calciomercato e riguarda Tevez. La proposta del Milan è rifiutata dal Manchester City ma ha il placet del giocatore; quella dell’Inter piace alla società inglese ma non vede ancora l’adesione di Tevez. Particolarmente irritante è parso allo sceicco Mansour il tour mediatico di Galliani che ha si è portato il fotografo per farsi ritrarre attovagliato con il campione argentino: la società inglese ricorda che Tevez è un tesserato del Manchester City e che quindi, oltre ad un mancato fair-play del Milan, c’è anche una questione di sostanza che si chiama possesso del cartellino.

Se il Manchester City non darà l’ok, Tevez potrà al massimo palleggiare nel giardino dello sceicco. L’Inter, al contrario, ha scelto la strada della relazione con la società inglese, proponendo l’acquisto a rate del cartellino di Tevez e la cosa ha convinto Mansour e, probabilmente, potrebbe convincere anche Tevez.

Come che vada a finire, la vicenda segna comunque una sconfitta per Galliani: perché nel caso dovesse riuscire a portare il campione argentino al Milan (per via dell’intromissione dell’Inter nella trattativa) dovrà farlo comunque con una formula molto più onerosa di quella alla quale aveva pensato e la cosa, in tempi di fair-play finanziario, non è indifferente. Nel caso in cui invece l’Inter soffiasse il giocatore, la figuraccia di Galliani diverrebbe epocale.

Il Milan ha poco di cui lamentarsi: non solo agisce ai limiti della scorrettezza, ma pensare di andare sul mercato solo a debiti futuri, rilevando campioni con promesse, favori e cambiali, non può sempre andar bene, così come andrebbe evitato, rischio boomerang, un eccessivo strombazzare delle sue trombe mediatiche che dicono quanto sia intelligente Galliani e quanto siano dei pirla gli altri. Ad ogni modo, chi avrà Tevez sarà costretto ad una cessione importante: Pato o Snejider?

Ma nella domenica pallonara delle mancate sorprese ci sono due cose che è bello sottolineare: gli applausi del pubblico di Palermo al gol dell’ex Cavani e quelli del pubblico di Novara al gol di Jovetic. Un calcio che apprezza le giocate di due campioni, anche se avversari, é quello di cui il sistema avrebbe bisogno. Se gli spalti degli stadi diventano luoghi di rispetto e apprezzamento del bel gioco, il calcio può tornare ad essere uno spettacolo per tutti.

 

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