di Fabrizio Casari

Vincono la Juventus, Inter e Roma, pareggiano Napoli, Lazio e Milan. La Juve, che ha letteralmente asfaltato il Palermo, vola quindi al primo posto in compagnia della Lazio. Sia la zona alta che quella bassa della classifica si muovono quindi, ma a questo punto della stagione conta ancora poco. Importantissimo sarà invece leggerla tra un mese, quando sarà finito il ciclo pesantissimo di partite di fila tra campionato e coppe.

Il Milan a Firenze è stato fermato sia dall’arbitro (che ha annullato un gol regolare di Seedorf) che da una Fiorentina che sembra aver sentito subito il nuovo clima determinatosi con l’avvento di Delio Rossi sulla panchina. Ma se i rossoneri hanno dimostrato scarsa concretezza, la Fiorentina esce con merito dall’incontro. Nonostante l’assenza di Jovetic, infatti, i viola hanno disputato una buona gara e le mosse di Rossi hanno imbrigliato non poco i rossoneri, che comunque in alcuni momenti hanno offerto un calcio spettacolare. E’ il Milan, quindi, che recrimina sulla mancata vittoria a Firenze, vista anche la qualità (ma alcune fin troppo leziose) delle sue giocate, ed è la Fiorentina quella più soddisfatta del risultato finale.

Napoli e Lazio hanno dato vita ad un match di buona qualità, ma va detto che alla Lazio mancavano una pleora di giocatori decisivi, a cominciare da Klose, cannoniere micidiale. Il Napoli, a sentire Mazzarri, ha disputato una partita straordinaria (ma Mazzarri ha la singolare caratteristica di leggere allo stesso modo tutte le partite: Napoli grandissimo sempre, a prescindere). Reja non ha nemmeno provato a vincere: ha mandato la squadra in campo per ottenere un pareggio e così è stato. Ci si può chiedere se l’inserimento di Rocchi avrebbe potuto dare maggiori possibilità di vincere, ma sarebbe ozioso per un tecnico che è sembrato voler privilegiare l’assetto di centrocampo e il conseguente equilibrio, più che rischiare di esporsi per tentare di vincere. Resta il risultato, buono per la Lazio e sufficiente per il Napoli, che pare ormai aver decisamente abbassato il livello di efficacia casalinga.

Discorso diverso a Milano, dove l’Inter, grazie ad un errore arbitrale a suo favore sul gol di Thiago Motta (prima volta quest’anno che la svista non nuoce ai nerazzurri) ha avuto ragione di un Cagliari che, passato dalle mani di Ficcadenti a quelle di Ballardini, non ha mostrato nessun passo avanti, anzi. Perché se il problema dei sardi continua ad essere quello del gol, va detto che, con Ficcadenti, i punti comunque arrivavano. L’Inter ha dato timidi segnali di risveglio, offrendo addirittura sprazzi di buon gioco e solo il portiere cagliaritano Agazzi ha impedito con due miracoli due gol di Pazzini e Zarate che hanno visto sbattere sulla traversa due tiri molto belli. Dietro una buona prova della difesa, ma la gara non è sufficiente a offrire uno spaccato veritiero circa le condizioni degli uomini di Ranieri. Troppo poco consistente l’incisività in attacco del Cagliari.

Il Cesena trova finalmente la sua prima vittoria nel derby regionale contro il Bologna, grazie ad un gol di Parolo frutto di un tiro stupendo da fuori area infilatosi all’incrocio dei pali. Ottimo il colpo del Chievo a Catania, mentre non sorprende troppo la vittoria del Parma sull’Udinese, che si conferma squadra bifronte tra le partite in casa e quelle in trasferta. Il Genoa batte il Novara con un uomo in meno e il Siena riesce a pareggiare con l’Atalanta, che pure era stata avvantaggiata da un rigore inesistente.

Nel posticipo domenicale la Roma batte, come prevedibile, il Lecce all’Olimpico. La squadra di Luis Enrique è ora quinta in classifica e sembra confermare la sua crescita. Un gioco offensivo che finalmente sta trovando i punti necessari alla sua consacrazione. Peccato aver annullato un gol regolare di Osvaldo in sforbiciata volante, gesto tecnico purissimo, da antologia del calcio.

Purtroppo però, a segnare la giornata di campionato sono soprattutto le sviste arbitrali, trasversali e decisive quasi ovunque. Da Milano a Firenze, da Siena a Roma, errori di valutazione di guardialinee e arbitri sulle letture delle posizioni di fuorigioco e di falli da rigore hanno contribuito in maniera importante a disegnare risultati e polemiche. Un numero troppo diffuso, quello degli errori, per dar vita a pensieri maliziosi; ma proprio la quantità eccesiva di casi deve assolutamente far suonare un campanello d’allarme circa l’inaffidabilità generale della classe arbitrale.

 

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