Con una inchiesta pubblicata venerdì scorso, il Wall Street Journal ha reso noto di aver scoperto come negli ultimi 4 anni alla Casa Bianca non governasse più Biden, assolutamente incapace di intendere e di volere. Il presidente statunitense, che per altri 30 giorni governerà gli Stati Uniti e, per consunzione, l’intero Occidente Collettivo, è vittima da anni di uno stato di demenza senile che lo rende assolutamente incompatibile con un ottimale stato psico-fisico  necessario per l’esercizio del mandato. Anzi, ne sarebbe una fondamentale pre-condizione per svolgerlo.

C’è da trarre conclusioni inquietanti sotto diversi aspetti: il primo dei quali ha a che vedere con la reiterata menzogna che la Casa Bianca ha diramato sulle condizioni di salute del Presidente. Quindi di come la stampa occidentale, dai mezzi praticamente illimitati, abbia scelto, pur di fronte all’evidenza di un deficit cognitivo palese da parte di Biden, di ignorare il fatto e le sue gravissime implicazioni. Anzi, si buttava con sprezzo del ridicolo alla ricerca dei tumori di Putin, che veniva dato un giorno per gravemente malato, un giorno per morto e un giorno per vittima di un golpe al Cremlino. E gode invece di ottima salute.

Un altro aspetto, ancor più inquietante, se possibile, riguarda la scontata ma inevitabile domanda: chi ha governato gli Stati Uniti in questi anni? Chi ha deciso il proseguimento della guerra via Ucraina degli USA contro la Russia? Chi ha stabilito le linee di politica economica interne e chi ha deciso la messe di sanzioni commerciali elargite con automatica quanto stupida meccanicità? E soprattutto: chi aveva la valigetta nucleare e le chiavette per l’attivazione dei missili balistici intercontinentali? Ovvero, chi ha avuto la possibilità di scatenare una guerra termonucleare globale senza averne consapevolezza e che riporterebbe il pianeta all’età della pietra?

Nella Costituzione statunitense è prevista la possibilità di subentro del vicepresidente nel caso di morte o inabilità del presidente. All’articolo 2 è scritto che “In caso di rimozione del Presidente dall'ufficio o di sua morte, dimissioni o incapacità ad esercitare i poteri e i doveri del detto Ufficio, questo passerà al Vice presidente, e il Congresso dovrà con legge provvedere per i casi di rimozione, morte, dimissioni o incapacità sia del Presidente sia del Vice presidente, dichiarando quale funzionario agirà in tal caso come Presidente, e tale funzionario agirà di conseguenza finché tale incapacità venga a cessare o sia eletto un Presidente”.

Ebbene quanto disposto dalla Carta Costituzionale è stato ignorato ed è stata data vita alla formazione di un gabinetto di governo anonimo e illegittimo. Appare evidente come l’inabilità assoluta del Presidente incapace di intendere sia stata sostituita da persone, che hanno dato vita all’esercizio clandestino da parte di un team mai eletto in questi ultimi 4 anni ma che ha agito in rappresentanza di precisi interessi, nessuno dei quali pubblicamente rivendicabili.

Tutto questo ha molto a che vedere con lo stato della democrazia statunitense. Quanto successo conferma come l’inquilino della Casa Bianca sia poco più che tappezzeria mediatica, dato che il governo reale, le decisioni che assume e che non assume, sono il risultato del governo reale, quello del deep state.

I gruppi di interesse dominanti, che negli USA hanno dimensioni transnazionali e che costituiscono la quinta essenza della loro politica, sono riscontrabili in alcuni dei gangli vitali del potere: il complesso militar-industriale, in particolare l’industria bellica, compreso tutto l’indotto di intelligence e security che arriva fino alle società di contractors; i grandi gruppi finanziari, in particolare i fondi speculativi che ormai controllano la Borsa, il sistema bancario e quello assicurativo; la lobby tecnologica, con particolare riferimento alla Silicon Valley dove le company che controllano la Rete controllano anche lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e determinano il livello dello scontro per il controllo del know-how tecnologico internazionale; il sistema mediatico ed il marketing commerciale che lo sostiene, incaricati della costruzione del consenso; le compagnie energetiche, per i cui interessi si costruiscono le avventure militari estere e Big Pharma, che nella medicalizzazione estrema della società occidentale vede la crescita imperiosa dei suoi profitti, anche se questi producono un Paese ed un popolo totalmente medicalizzati.

Questo osceno reticolo di interessi, quasi tutti inconfessabili (non per caso sono occulti) è stato il gestore della macchina politica, economica, militare e diplomatica della presidenza Biden. Il quale ha fatto la parte del pupo manovrato dai pupari, offrendo uno spettacolo poco edificante, ricco di gaffes e momenti di isolamento spazio-temporale che non sono riusciti a nascondersi alle telecamere impietose.

Non ha la benché minima importanza qualunque valutazione di merito sull’operato di chi ha agito sostituendosi al Presidente, perché la gravità del metodo surclassa ogni valutazione di merito. Resta un dato indiscutibile: sulla tolda di comando della più grande superpotenza del pianeta si sono installati uomini che nessuno ha mai eletto per questo, e che proprio per essere stati un blocco di potere occulto, hanno potuto prendere decisioni senza che nessuna istituzione potesse contrastarli. In questo senso la legittimità delle decisioni prese, soprattutto per quelle relative allo scontro militare con la Russia, che rivestendo una loro gravità e prodromi di una possibile drammaticità, sarebbero dovute avvenire sotto la chiara responsabilità di un Presidente e non di un manipolo di personaggi che si sono a lui sostituiti.

Resta da capire, in tutto questo, quale sia stato il ruolo di kamala Harris e se la sua candidatura sia il risultato di una sua complicità con quello che si può ben definire un golpe verso l’elettorato statunitense. E non può non destare allarme scoprire che questa amministrazione, ormai a fine corsa, nonostante la reiterata intenzione del prossimi inquilino della Casa Bianca di interrompere la pioggia di aiuti militari e finanziari all’Ucraina e, con essi, la ricerca dello scontro totale con la Russia, ha preso delle deliberazioni che non sono ascrivibili a nessuno dei due presidenti, quello in uscita e quello in entrata ma direttamente agli apparati militari e di intelligence privi della legittimità costituzionale per sostituire la decisionalità politica, che resta in capo alla Casa Bianca.

E’ la dimostrazione concreta di come la democrazia statunitense, autodefinitasi un “modello” di un progetto sistemico che tiene insieme libertà e responsabilità, governabilità e rappresentanza, sia una delle truffe meglio riuscite, concepite da chi costantemente vi si sovrappone e più abilmente diffuse da decenni di narrazione hollywoodiana. Che è stata superata solo dagli editorialisti della cosiddetta stampa libera d’Occidente, che tentano di dileggiare gli altri modelli di democrazia indicando l’autarchia ma che, quando si tratta dell’Occidente, chiamano con sprezzo del ridicolo democrazia ciò che è invece solo il regno dell’oligarchia.

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