All’elenco degli arresti di oppositori dell’amministrazione Trump si è aggiunto questa settimana un altro nome eccellente dopo i casi documentati nelle scorse settimane in varie parti degli Stati Uniti. Tutti gli episodi hanno a che fare con le politiche ultra-autoritarie contro gli immigrati, vero e proprio banco di prova del presidente repubblicano per l’implementazione della propria agenda autoritaria. A finire in manette martedì è stato il “comptroller” della città di New York, Brad Lander, in seguito a una disputa con agenti dell’Agenzia per l’Immigrazione (ICE) che cercavano di arrestare un immigrato accompagnato in tribunale dallo stesso politico democratico.

Quella del “comptroller” è una delle cariche elettive più importanti di New York. Il destinatario del provvedimento si trova perciò su un gradino di poco sotto il sindaco e ha incarichi riconducibili al controllo e alla revisione finanziaria delle attività degli organi municipali. Lander è quindi una personalità di primissimo piano nella metropoli americana ed è anche uno dei candidati alle primarie del Partito Democratico che si terranno a breve per la carica di sindaco. Nella giornata di martedì, appunto, Lander era assieme a un immigrato mentre quest’ultimo stava lasciando il tribunale di Manhattan per l’immigrazione al termine di un’udienza dedicata alla sua eventuale deportazione. Lander intendeva proteggerlo da un possibile raid degli agenti dell’ICE, che nelle ultime settimane hanno operato arresti o, più precisamente, sequestri illegali di immigrati presentatisi ad appuntamenti di routine in vari tribunali d’America.

Quanto accaduto è stato filmato da un giornalista presente sul posto e subito diffuso in rete. Gli agenti dell’ICE si sono fatti strada tra i manifestanti che da settimane protestano contro i metodi repressivi dell’amministrazione Trump, raggiungendo l’immigrato accompagnato da Brad Lander. Quando hanno cercato di trascinarlo via, il politico democratico ha provato a trattenerlo chiedendo ripetutamente agli agenti di mostrare il mandato di arresto firmato da un giudice, come previsto dalla legge. Gli agenti dell’ICE non avevano nessun mandato, visto che, con il pieno sostegno dell’amministrazione repubblicana, agiscono da mesi quasi sempre in violazione delle norme costituzionali, così che i fermi dei migranti risultano a tutti gli effetti dei rapimenti.

La situazione è così degenerata e gli agenti sono passati alle maniere forti. Lander è stato preso per il collo, spinto brutalmente contro un muro e ammanettato, per poi essere trasferito in stato di fermo al decimo piano dello stesso edificio al numero 26 di Federal Plaza, a Manhattan, dove l’ICE tiene in arresto i migranti. Centinaia di persone si sono presentate nella stessa piazza per protestare e chiedere il rilascio di Lander, mentre alcuni politici del Partito Democratico hanno chiesto inutilmente di vedere il funzionario arrestato. Alla fine, la governatrice dello stato, Kathy Hochul, ha potuto entrare nell’edificio da dove è poco dopo uscita assieme allo stesso Lander.

La vicenda di Manhattan è accaduta all’indomani della nuova escalation retorica di Trump, seguita a sua volta alle manifestazioni con milioni di partecipanti che in varie città degli Stati Uniti avevano protestato contro la deriva autoritaria promossa dal presidente. Trump aveva scritto domenica un post infuocato sul suo “social” Truth per ordinare alla sua “Gestapo” l’arresto e l’espulsione di “milioni su milioni” di immigrati irregolari. In maniera inquietante, Trump aveva anche attaccato direttamente i politici del Partito Democratico, accusati, nelle città che tradizionalmente governano, di utilizzare i migranti clandestini per “espandere la loro base elettorale, manipolare le elezioni, ingrossare lo stato sociale e sottrarre posti di lavoro” ai cittadini americani.

Brad Lander, prima di essere rilasciato, era stato accusato di ostruzione delle funzioni di pubblici ufficiali e di aggressione contro questi ultimi. Questa seconda accusa viene regolarmente contestata a politici e cittadini comuni fermati dalle forze di polizia in questi mesi, al preciso scopo di alimentare il senso di odio della base trumpiana verso gli oppositori del presidente, dipinti come violenti che cercano di difendere criminali dai giusti provvedimenti decisi dal governo. Il dipartimento per la Sicurezza Interna, da cui dipende l’ICE, ha a questo proposito rilasciato una dichiarazione ufficiale dopo l’arresto di Lander affermando assurdamente che gli attacchi contro gli agenti dell’immigrazione sono aumentati di oltre il 400% nell’ultimo periodo.

Il tentativo di descrivere questi ultimi come vittime si scontra con la realtà dei fatti, come si è potuto constatare anche nelle recenti proteste scoppiate a Los Angeles. Qui, le manifestazioni in larghissima parte pacifiche contro gli arresti arbitrari di migranti sono sfociate in scontri violenti solo dopo l’intervento e le provocazioni dell’ICE e della Guardia Nazionale.

Gli arresti di politici anche di profilo nazionale segnano in ogni caso un’accelerazione preoccupante dei progetti dittatoriali di Trump. È evidente che se vengono calpestati impunemente i diritti democratici di personalità note e con incarichi istituzionali, il trattamento che sarà riservato agli oppositori del governo tra le persone comuni risulterà molto peggiore, come dimostra d’altra parte la guerra in corso contro gli immigrati. Svariati politici repubblicani hanno a loro volta espresso approvazione per i metodi dell’ICE, come ad esempio la deputata di New York, Elise Stefanik, che ha ribadito pubblicamente la falsa accusa dell’aggressione di Brad Lander contro gli agenti dell’agenzia per l’immigrazione.

Il caso del “comptroller” di New York risulta ancora più preoccupante poiché arriva a pochi giorni da un altro episodio virtualmente senza precedenti. A Los Angeles, il senatore degli Stati Uniti per lo stato della California, Alex Padilla, era stato rimosso violentemente da una conferenza stampa della segretaria del dipartimento della Sicurezza Interna, Kristi Noem, dopo che aveva cercato di porre una domanda a quest’ultima. Un video dell’accaduto mostrava il senatore democratico trascinato con la forza fuori dalla sala, gettato a terra e ammanettato da alcuni agenti.

Altri casi simili sono stati registrati nelle settimane precedenti. Il sindaco della città di Newark, Ras Baraka, era stato arrestato a maggio durante una protesta contro l’apertura del centro di detenzione per immigrati Daley Hall, nella stessa città del New Jersey. Baraka sarebbe stato rilasciato quasi subito, ma nella stessa circostanza la deputata democratica del New Jersey, LaMonica McIver, era finita formalmente sotto accusa per avere ostacolato il lavoro degli agenti federali nel tentativo di impedire l’arresto del sindaco di Newark.

Possibilmente ancora più grave è stato infine l’arresto della giudice Hannah Dugan della contea di Milwaukee, nel Wisconsin, il 25 aprile scorso. Qualche giorno prima, quest’ultima stava presiedendo a un’udienza relativamente al caso di un immigrato irregolare. Agenti dell’ICE si erano presentati in tribunale per arrestarlo, ma la Dugan aveva proibito loro di accedere all’aula durante l’udienza. Al termine di essa, la stessa giudice aveva fatto uscire l’uomo da una porta laterale, consentendogli di sfuggire all’arresto.

L’immigrato, Eduardo Flores Ruiz, sarebbe stato catturato in seguito, mentre Hannah Dugan, per il momento a piede libero, dovrà affrontare un processo a partire dal prossimo 21 luglio con l’accusa di ostruzione a un procedimento federale e occultamento di un individuo per impedirne l’arresto da parte delle autorità dell’immigrazione.

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